Tasse, cartelle e multe, quasi mille miliardi in arretrato: la Corte dei Conti sulla riforma della Riscossione

Rosaria Imparato

03/06/2021

27/12/2022 - 14:49

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Gli arretrati della Riscossione ammontano a quasi mille miliardi tra tasse, multe e cartelle inesigibili accumulate negli ultimi 20 anni. Nel report della Corte dei Conti del 28 maggio ci sono alcuni suggerimenti di modifica in vista della riforma fiscale.

Tasse, cartelle e multe, quasi mille miliardi in arretrato: la Corte dei Conti sulla riforma della Riscossione

La riforma di tutto il sistema della Riscossione diventa sempre più urgente: questo appare dalla situazione attuale evidenziata più volte dal direttore dell’Agenzia delle Entrate Ruffini e messo nero su bianco dalla Corte dei Conti.

Lo scorso 28 maggio la Corte dei Conti ha pubblicato il Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica: nelle oltre 500 pagine del dossier si affrontano vari argomenti, anche nell’ambito degli strumenti per il contrasto all’evasione fiscale (dal cashback alla lotteria degli scontrini).

Capitolo a parte per la Riscossione, i cui dati lasciano spiazzati: negli ultimi 21 anni sono stati recuperati solo il 13% dei crediti, per un totale di 930 miliardi di euro lasciati in sospeso: quasi mille miliardi in arretrato.

Tasse e multe arretrate per quasi mille miliardi

Negli ultimi 20 anni (dal 2000 al 2020) l’Agenzia delle Entrate-Riscossione (prima Equitalia) ha “perso per strada” o meglio ancora scordato nel proprio magazzino quasi mille miliardi tra tasse, multe e cartelle arretrate.

Si tratta per la precisione di 930 miliardi di euro, una cifra enorme che basterebbe a coprire le Leggi di Bilancio dei prossimi anni. Va considerato che l’attività Riscossione è bloccata da marzo 2020 come conseguenza della crisi scaturita dalla pandemia, ma si tratta solo dell’ultimo anno, una piccola goccia in un mare di leggi, cartelle inesigibili e magazzino ingolfato.

Di seguito la tabella relativa al carico affidato e riscosso al 2020 elaborata dalla Corte dei Conti sui dati dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione:

Anno affidamento del carico Carico netto (affidato al netto di sgravi e sospensioni) Totale riscosso dal 2000 al 2020 % riscosso su carico netto
2000 32.340,1 9.043,9 28,0%
2001 18.957,6 5.025,0 26,5%
2002 17.720,0 4.042,3 22,8%
2003 19.187,0 4.829,4 25,2%
2004 24.500,4 5.169,0 21,1%
2005 34.927,9 5.864,5 16,8%
2006 47.513,7 9.923,2 20,9%
2007 45.750,5 7.982,7 17,4%
2008 44.349,2 8.555,4 19,3%
2009 54.517,6 8.401,6 15,4%
2010 61.540,9 9.265,6 15,1%
2011 68.342,5 8.317,5 12,2%
2012 71.350,1 7.866,3 11,0%
2013 69.467,2 7.688,3 11,1%
2014 72.718,2 8.929,6 12,3%
2015 70.584,8 8.248,7 11,7%
2016 63.236,6 6.871,0 10,9%
2017 63.960,2 5.715,1 8,9%
2018 69.925,6 4.637,5 6,6%
2019 68.888,9 2.983,0 4,3%
2020 49.023,8 177,4 0,4%
Totale 1.068.802,8 139.537,1 13,1%

Un aiuto è arrivato con la pace fiscale: le definizioni agevolate del saldo e stralcio e della rottamazione delle cartelle hanno portato a circa 10,9 miliardi di euro nel periodo successivo alla nascita di agenzia delle Entrate–Riscossione (2017-2019).

La maggior parte dei crediti rimane inesigibile, perché sono verso soggetti falliti, intestati a persone decedute o ad attività cessate oppure sono riferiti a persone nullatenenti. Ricordiamo che l’attività della Riscossione ripartirà dal 1° luglio, con l’invio di notifiche e cartelle e anche con la ripresa dei pignoramenti.

Questa la situazione fotografata dalla Corte dei Conti: vediamo quali sono le possibili soluzioni.

Riforma della Riscossione: cosa deve cambiare secondo la Corte dei Conti

Nel report pubblicato il 28 maggio la Corte dei Conti segnala una serie di modifiche strutturali e normative che andrebbero apportate per un migliore funzionamento della Riscossione.

Innanzitutto andrebbe superata l’“interminabile serie di notificazioni che dilatano i tempi della riscossione”, visto che viene inviata una notifica a distanza di un anno dal primo avviso della cartella,
l’intimazione di pagamento, la cui efficacia a sua volta viene meno nel termine di 6 mesi; oppure, per i crediti inferiori a 1.000 euro, alla notificazione del ‘preavviso’ prima di 120 giorni dall’inizio del pignoramento.

Modifiche vanno apportata anche all’accertamento esecutivo, strumento introdotto con l’obiettivo di velocizzare le procedure di riscossione, ma a distanza di 10 anni dall’entrata in vigore ancora non ha raggiunto il suo scopo. Per la Corte dei Conti

“Ciò, probabilmente, deriva dal fatto che i reiterati interventi dilatori accordati dal legislatore nel corso degli anni, non lo fanno percepire come l’atto che dà concretamente inizio e anticipa l’esecuzione forzata, sostitutivo della notifica della cartella di pagamento.”

Per quanto riguarda il pignoramento immobiliare, la Corte dei Conti propone le seguenti modifiche:

  • consentire il pignoramento anche sull’abitazione principale;
  • prevedere che la vendita coattiva immobiliare possa avvenire anche se il valore dei beni risulti inferiore a 120.000 euro purché la stessa sia economica, cioè tale da comportare il realizzo di somme superiori alle spese di procedura;
  • eliminando l’obbligatorietà, ai fini della vendita immobiliare, della preventiva iscrizione ipotecaria con periodo di almeno 6 mesi;
  • introduzione di una presunzione di legge “rafforzata” sulla proprietà dei beni mobili che si trovano presso l’abitazione di residenza del debitore.

Relativamente al pignoramento presso terzi, le forme speciali previste dall’art. 72-bis del d.P.R. 602/73 vanno estese ai crediti pensionistici e andrebbe introdotto anche nell’art. 72-bis citato un obbligo di dichiarazione da parte del terzo la cui mancanza dovrebbe essere equiparata a dichiarazione positiva, con conseguente assegnazione del credito (cosa che avviene nel pignoramento ordinario ex art. 543 c.p.c.), si legge nel report.

Infine, per quanto riguarda l’uso dei dati contenuti nell’anagrafe dei rapporti finanziari, al fine di aumentare la tempestività dell’azione di recupero, per la Corte dei Conti sarebbe opportuno prevedere, “con le necessarie cautele procedimentali”, che la struttura procedente possa conoscere non solo dell’esistenza del rapporto, ma anche la sua consistenza attuale (ovvero, il pieno accesso ai dati del conto corrente).

Rapporto 2021 sul coordinamento della finanza pubblica
Clicca qui per scaricare il file.

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