Riforma della giustizia: il piano dei partiti politici candidati alle elezioni

Antonella Ciaccia

29 Agosto 2022 - 16:08

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Giustizia, cosa prevedono i programmi dei partiti politici in vista delle elezioni? Facciamo il punto su un tema controverso e poco dibattuto ma di grande rilevanza nel contesto del Pnrr.

Riforma della giustizia: il piano dei partiti politici candidati alle elezioni

Uno degli argomenti meno dibattuto in questa campagna elettorale è quello della giustizia, un tema importante che si inserisce a buon diritto tra le emergenze del Paese non foss’altro che per gli impegni assunti con il Pnrr.

La riforma della giustizia messa in atto dal governo Draghi è stata una delle richieste precise di Bruxelles ed è legata alla concessione dei fondi europei nel contesto del Piano nazionale di resistenza resilienza; all’Italia è stato chiesto un profondo cambiamento sia dei codici penale e civile che delle stesse strutture giudiziarie.

Ogni partito è stato chiamato dunque ad assumere impegni programmatici con i cittadini elettori. Il tema della riforma della giustizia, ed in particolare della giustizia penale, dovrebbe essere una questione centrale sulla quale il dibattito elettorale avrebbe l’obbligo di misurarsi e confrontarsi..

Eppure questa campagna elettorale al momento non mette in primo piano un confronto aperto e chiaro su questo tema. Nei programmi presentati dai partiti ci sono delle direzioni che andremo qui ad analizzare: mentre il Partito Democratico vuole mantenere ed attuare le riforme del processo civile, penale e del Csm della Ministra Cartabia, il centrodestra punta a una totale revisione dell’impianto delle leggi della riforma appena approvate. Calenda e Renzi si allineano in buona parte alle proposte dell’Unione con le camere penali italiane mentre nel programma M5s spicca il superamento dell’improcedibilità nel processo penale con l’impegno a cambiare la legge Cartabia.

Approfondiamo di seguito cosa prevedono i programmi dei principali partiti in materia di giustizia.

Riforma della Giustizia, a che punto siamo?

Prima di scandagliare i principali temi sulla giustizia affrontati nei programmi dei partiti in lizza a queste elezioni politiche, è importante fare il punto della situazione.

Dopo la riforma nel settore civile , il Cdm ha approvato a inizio agosto, oltre al decreto Aiuti, anche gli schemi dei decreti legislativi attuativi della legge delega della riforma Cartabia relativi all’informatizzazione del procedimento penale, alla modifica della parte del codice di procedura regolante la fase delle indagini, al regime sanzionatorio e alla introduzione della mediazione sotto forma di “giustizia riparativa” che costituisce la novità principale.

Per l’effettiva promulgazione dei decreti attuativi ci sono però da percorrere ulteriori passaggi, come l’approvazione delle commissioni giustizia di Camera e Senato che hanno tempo due mesi; è possibile pertanto che si slitti alla nuova legislatura con le incognite del caso.

Le incertezze sono ovviamente legate alle posizioni di alcuni partiti politici, come Lega, Fdi e Cinquestelle che sono in ampio disaccordo sulle parti della riforma che attengono alla modifica delle sanzioni e dell’esecuzione della pena.

Partito Democratico: continuità ed attuazione della Riforma Cartabia

Il programma del Pd punta a dare piena attuazione alle riforme Cartabia già approvate, premendo soprattutto su riduzione di tempi dei processi e interventi sui costi della giustizia, investendo di più sugli incentivi fiscali, specie per l’accesso ai metodi alternativi di risoluzione delle controversie.

Nel penale il programma prevede di «intervenire sulla depenalizzazione dove necessario», puntando anche sulla giustizia ripartiva.

L’obiettivo prefissato è quello di completare la digitalizzazione del servizio giustizia e adeguare l’intero comparto attraverso l’organizzazione digitale degli uffici oltre la creazione di banche dati.

Segue anche una riorganizzazione dell’amministrazione della giustizia che richiede un forte investimento nelle risorse umane, stabilizzando il personale ancora precario per la messa a regime dell’Ufficio del Processo e proseguendo con il reclutamento e assunzione di personale nelle cancellerie e di nuovi magistrati e magistrate nei tribunali.

Sul fronte del Csm, il Pd propone di istituire con legge di revisione costituzionale un’Alta Corte competente per giudicare i procedimenti disciplinari e le nomine contestate e il completamento della riforma della magistratura onoraria. Si prevede un sistema aperto, con modelli formazione comune tra avvocati, magistrati inquirenti e giudicanti, che favorisca la circolarità delle esperienze e che renda concretamente attuabile l’accesso in magistratura agli avvocati che sono già cassazionisti.

Viene poi rilanciato il piano nazionale contro le mafie che permetta di colpire i patrimoni mafiosi, riprendendo il lavoro degli Stati generali della lotta alle mafie del 2017.

Sì alla legalizzazione dell’autoproduzione di cannabis per uso personale, garantendola anche per uso terapeutico. Tra gli argomenti trattati anche l’approvazione della legge sul fine vita, una legge sulla omolesbotransfobia e il matrimonio egualitario.

Contemplata una modifica della legge Severino per gli amministratori locali e, in merito al carcere, prevista la riforma complessiva dell’ordinamento, con potenziamento delle misure alternative e l’aumento del lavoro penitenziario come percorso formativo per il reinserimento nella società.

Il Centrodestra punta a ribaltare le attuali riforme della giustizia

La coalizione di centrodestra punta invece a riscrivere le tre riforme Cartabia e a separare le carriere dei magistrati. Si impegna per una riforma costituzionale che preveda «l’elezione diretta del Presidente della Repubblica», che ricordiamo è il cavallo di battaglia di Giorgia Meloni, alla quale però si abbina anche il completamento della riforma della giustizia, punto preteso da Forza Italia con separazione delle carriere e riforma del Csm.

Nel programma si parla di «giusto processo e ragionevole durate, efficientamento delle procedure, stop ai processi mediatici e diritto alla buona fama» e di «razionalizzazione delle pene e garanzia dell’effettività».

L’accordo di centrodestra prevede quindi la riduzione dei tempi dei processi e la semplificazione delle procedure. Sul processo penale annunciata l’effettività del giusto processo, razionalizzazione dei riti alternativi e della prescrizione, stop ai processi mediatici. Infine prevista la semplificazione del codice degli appalti e la riforma del diritto penale dell’economia.

Ogni partito della coalizione avrebbe potuto prevedere un programma individuale ma va evidenziato che solo la Lega lo ha messo per iscritto in un suo programma più dettagliato di cui di seguito riporteremo alcuni punti.

Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno invece depositato come programma elettorale l’accordo quadro del centrodestra. Ricordiamo poi, nelle sue pillole video, Silvio Berlusconi che ha proposto di introdurre il divieto di impugnazione delle sentenze di assoluzione in primo e secondo grado.

Lega: dalla separazione delle carriere al diritto alla buona fama

Per ciò che riguarda la magistratura anche la Lega, come Forza Italia, suggerisce di porre limiti all’appello dell’"Accusa” e attuare la separazione delle carriere. Viene ritenuto fondamentale riformare complessivamente il Csm e la magistratura onoraria.

Tra i punti cardine elencati nel piano di riforma della giustizia previsti dalla Lega troviamo:

  • rendere effettiva la ragionevole durata dei processi;
  • rafforzare la tutela delle vittime del reato” attraverso “l’introduzione di adeguati strumenti di supporto;
  • attuare effettivamente il principio di presunzione di innocenza attraverso il «diritto alla buona fama” per riconoscere anche a livello mediatico, il principio della presunzione di innocenza dell’indagato;
  • potenziamento degli organi di sicurezza e polizia;
  • tracciamento dei flussi finanziari per “impedire di subappaltare la gestione dei rifiuti o la fornitura di materiale edile a imprese mafiose, o il lavoro in nero:

La Lega infine suggerisce di superare la norma che prevede lo scioglimento di un Comune quando la collusione mafiosa sia accertata anche solo per un consigliere. “Proponiamo invece che la decadenza riguardi solo la singola persona collusa», recita il programma.

Terzo polo: separazione delle carriere e riduzione degli appelli in caso di assoluzione

Un approccio garantista caratterizza le proposte in tema di giustizia del Terzo polo. Nel programma di Azione e Italia Viva, il capitolo sulla giustizia integra buona parte delle proposte dell’Unione camere penali italiane su alcuni punti quali:

  • la separazione delle carriere come chiesto appunto dalla legge delle Camere penali.
  • le valutazioni dei magistrati con la presenza di avvocatura e professori nei consigli giudiziari;
  • il superamento del sistema delle correnti con ritocchi alla riforma Cartabia.

Come interventi trasversali, si prevede il potenziamento della pianta organica dei magistrati e la riduzione di fuori ruolo, il rafforzamento del processo telematico con una sola piattaforma per tutti i riti e i requisiti di formazione manageriale per chi svolge incarichi direttivi e una informatizzazione degli uffici.

Sul penale si prevede:

  • una riforma della custodia cautelare per impedirne gli abusi;
  • il ripristino della prescrizione sostanziale come era prima di Bonafede (il ddl Orlando, 36 mesi tra Appello e Cassazione per finire il processo);
  • l’introduzione di norme finalizzate a ridurre i casi di appello da parte del pubblico ministero in ipotesi di assoluzione e la separazione delle carriere dei magistrati;
  • limiti all’appello del Pm in caso di assoluzione.

Sul fronte del sistema penitenziario il Terzo polo vuole una riforma complessiva che incentivi le misure alternative e contempla una legge per le detenute madri. Pervista inoltre una riforma del processo civile di primo grado al fine di snellirlo, unificando i riti di cognizione. A questo si aggiungono:

  • valorizzazione della mediazione;
  • introduzione di misure correttive all’arbitrato;
  • innalzamento della soglia per accedere al gratuito patrocinio.

Movimento 5 stelle: stop alla prescrizione come nella riforma Bonafede

Il programma dei pentastellati prevede principi di legalità e diritti. Annunciato il contrasto alle mafie, con un potenziamento degli strumenti esistenti, e completamento della riforma in tema di ergastolo ostativo; tutela del 41bis e delle misure di prevenzione.

Nel programma del Movimento 5 Stelle c’è anche la promessa di abolire la “nuova prescrizione” introdotta dalla prima delle riforme targate Marta Cartabia, che interrompe d’ufficio i procedimenti penali se durano più di due anni in Appello o un anno in Cassazione.

Per avere processi più brevi, il Movimento prevede di cancellare il divieto della «reformatio in pejus» ed eliminare pertanto la contestata regola della improcedibilità di Cartabia per tornare allo stop della prescrizione dopo il primo grado di Bonafede.

Nel programma del Movimento 5 Stelle si elencano interventi per:

  • la lotta alla corruzione, con trasparenza nell’utilizzo dei fondi del Pnrr e tutele per i whistleblowers e i testimoni di giustizia;
  • il contrasto alle agromafie ed ecomafie con tutela del diritto alla salute;
  • la riapertura di alcune sedi di tribunale con criteri obiettivi e riconoscimento al ruolo degli avvocati.

Sul fronte della legalità il Movimento 5 Stelle punta, tra le altre cose, sulla regolamentazione della coltivazione della cannabis per uso personale e in tema di diritti si annoverano poi «matrimonio egalitario» e legge contro l’omotransfobia, educazione sessuale e affettiva nelle scuole oltre che lo «ius scholae».

I pentastellati si pongono contro la gerarchizzazione delle procure e la riduzione dei passaggi da giudice a pm a uno solo ripristinando la formula dei quattro passaggi.

Infine è previsto l’inserimento dell’Antimafia nella Carta con una legge costituzionale per non dare benefici penitenziari ai boss mafiosi detenuti che non collaborano con la giustizia.

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