Regime forfettario a rischio col Governo Draghi? L’abolizione della mini flat tax si fa più concreta

Rosaria Imparato

09/02/2021

25/10/2022 - 12:14

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Regime forfettario a rischio abolizione? Il nuovo Governo Draghi potrebbe cancellare la mini flat tax al 15% per ricavi e compensi fino a 65.000 euro: vediamo quali sono le novità per le partite IVA.

Regime forfettario a rischio col Governo Draghi? L’abolizione della mini flat tax si fa più concreta

Regime forfettario, la mini flat tax è a rischio col Governo Draghi? La possibilità di un’abolizione del regime forfettario si fa sempre più concreta, stando a quanto dichiarato dai partiti che in queste ore stanno partecipando alle consultazioni col nuovo Esecutivo.

Per maggiori dettagli sul programma di governo di Draghi bisogna attendere la discussione in Parlamento, quindi non ci sono certezze in tal senso. A esporsi però è stato Bruno Tabacci del Centro democratico: Draghi vorrebbe una riforma organica del Fisco, e non si andrà in direzione della flat tax.

Anche Carlo Cottarelli e il Presidente dell’Ufficio parlamentare di Bilancio appoggiano l’abolizione del regime forfettario, ma per motivi diversi: vediamo quali.

Regime forfettario a rischio col Governo Draghi? Perché si pensa a un’abolizione della mini flat tax

Il regime forfettario potrebbe essere in bilico con la riforma fiscale che Draghi ha in mente. Tra i vari dossier aperti sulla scrivania del nuovo Esecutivo infatti c’è quello della riforma del sistema tributario.

Come anticipato, non ci sono ancora documenti ufficiali, e quindi dobbiamo affidarci a ipotesi e dichiarazioni. In particolare, la dichiarazione di Bruno Tabacci, deputato del Centro democratico, non lascia molto spazio all’immaginazione:

“Non c’è dubbio non si andrà nella direzione della flat tax, ma di una riforma organica.”

Così riporta Askanews in seguito alle consultazioni avvenute tra Tabacci e Draghi.

La riforma fiscale quindi è tra gli obiettivi primari del Governo Draghi, ma a saltare potrebbe essere proprio la tassazione agevolata per le partite IVA con ricavi e compensi fino a 65.000 euro.

Tra l’altro, tutto ciò sta avvenendo in un anno in cui la Legge di Bilancio non ha apportato nessuna modifica ai parametri di accesso al regime forfettario, a differenza della manovra dello scorso anno.

Nel frattempo, in queste ore continuano ad arrivare conferme dalle delegazioni dei partiti che partecipano alle consultazioni con l’ex Presidente della BCE: la riforma fiscale che Draghi ha in mente prevede l’abbandono della flat tax, così come non è nemmeno prevista l’aliquota unica.

Lo scopo è un altro: arrivare a un sistema tributario basato sulla progressività e sulla lotta all’evasione, con una rimodulazione delle aliquote Irpef senza che ciò comporti un aumento della pressione fiscale o l’aggiunta di nuove imposte.

Ma che la mini flat tax fino a 65.000 euro vada abbandonata non è opinione del solo Draghi. Anche per Carlo Cottarelli, che ha guidato il tavolo dei commercialisti e ieri 8 febbraio era in audizione alla Camera, la riforma fiscale dovrebbe viaggiare in direzione di una maggiore omogeneità.

Questa omogeneità va cercata superando le linee di distinzione tra dipendenti, pensionati e autonomi, con una sorta di “prelievo universale” e l’introduzione di un forfait per scontare le spese di produzione del reddito dei dipendenti.

Abolizione regime forfettario anche per l’Ufficio parlamentare di Bilancio: nel mirino l’iniquità della flat tax

Le critiche al regime forfettario arrivano anche dall’Ufficio parlamentare di Bilancio, il cui Presidente Giuseppe Pisauro, nel corso dell’audizione del 2 febbraio 2021, ha evidenziato come la tassazione per le partite IVA al 15% provochi una serie di conseguenze negative per il sistema economico.

Tre le criticità evidenziate sull’iniquità del regime forfettario:

  • frena la crescita dimensionale delle imprese;
  • incentiva la sottofatturazione dei ricavi (oltre i 65.000 euro si fuoriesce dal regime e si rientra nell’imposizione progressiva), e di conseguenza l’evasione fiscale;
  • crea problemi di equità orizzontale.

La proposta del Presidente Pisauro è quella di introdurre un regime di tassazione duale come l’IRI, l’imposta sul reddito d’impresa, tassando con aliquota unica del 24% il reddito da attività d’impresa e con le aliquote Irpef progressive la remunerazione del professionista o dell’imprenditore.

Non resta che attendere prese di posizioni ufficiali da parte dell’Esecutivo. Nel frattempo, le partite IVA attendono di sapere che ne sarà di loro.

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