Reddito di cittadinanza, al via il taglio dell’importo: la conferma di Orlando. Ecco chi rischia

Giorgia Bonamoneta

29/05/2022

30/05/2022 - 10:47

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Il Reddito di cittadinanza potrebbe diminuire per alcune categorie. La proposta di Orlando prevede l’abbassamento dell’importo a seconda dell’attenzione all’istruzione.

Reddito di cittadinanza, al via il taglio dell’importo: la conferma di Orlando. Ecco chi rischia

Reddito di cittadinanza a rischio per centinaia di persone. Il possibile taglio è stato paventato dal ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Andrea Orlando, durante l’incontro del comitato provinciale per l’ordine pubblico il 18 maggio scorso. La conferma, per ora pervenuta solo per via orale, fa riferimento a un taglio dell’importo per una categoria specifica di fruitori del Reddito di cittadinanza. Si tratta di tutti coloro che non adempiono al regolare ruolo famigliare, per esempio non garantendo la formazione obbligatoria fino a 18 anni dei propri figli.

Nell’incessante dibattito contro o pro Reddito di cittadinanza, Orlando è il primo a confermare che lo strumento svolge il ruolo di sussidio alla povertà e non di aiuto nella ricerca del lavoro, non per questo deve essere eliminato. La colpa, dice ancora, non deve essere data alla povertà e ai poveri. Sul taglio dell’importo è però netto: «Stiamo discutendo con il ministero dell’Istruzione per lavorare anche sull’istruzione degli adulti». La proposta non è nuova, risale alla fine del 2021, quando la discussione sul rinnovo dello strumento del Reddito di cittadinanza si è spostata da “lavoro” a “sostegno” e si parlò proprio di favorire l’istruzione dei percettori del Rdc, il cui livello scolastico per il 7-8% non supera le elementari.

Così come il taglio del Rdc per le famiglie che non mandano i figli a scuola, che mette sul tavolo una sorta di “minaccia bianca” per scoraggiare e abbassare i numeri della dispersione scolastica. Prossimamente ci saranno degli incontri con l’Inps per discutere del taglio su questi criteri e sulla possibilità di allargare la procedura a tutti coloro che sono responsabili di illeciti.

Per la regione Campania, dove la proposta è stata formulata, l’esempio più concreto è quello dei parcheggiatori abusivi, citato dal prefetto di Napoli Claudio Palomba.

Meno soldi a chi non manda i figli a scuola: la proposta di Orlando per cambiare il Reddito di cittadinanza

Il Reddito di cittadinanza è ancora sotto attacco da parte della destra e Matteo Renzi, che è da tempo indirizzato contro il sostegno alla povertà. A lungo si è discusso e si continua a discutere su cosa significa dare dei soldi ai disoccupati. C’è chi parla di sostegno alla povertà e quindi non puntare il dito su chi è povero e chi invece descrive il Rdc come “metadone di Stato”. I dati dell’Inps protendono verso la prima dichiarazione, con moltissime famiglie sotto il livello di povertà che usufruiscono di un sostegno spesso anche troppo basso per garantire una vita dignitosa.

Le prove portate contro il Rdc sono le truffe e i furbetti che intascano i soldi del sostegno continuando a lavorare in nero. Un sistema che pesa anche sulle dichiarazioni degli imprenditori che lamentano di non trovare lavoratori, ma che evidentemente non passano attraverso gli uffici dei patronati e delle agenzie che devono fare da ponte tra aziende e percettori. Forse proprio per mancanza di trasparenza sul contratto, chissà.

In questa diatriba infinita, dove i giovani sono vessati per stare sul divano a percepire un reddito che non gli spetta - poco importa che di giovani fruitori del Rdc ce ne siano pochissimi rispetto al resto della platea - il ministro Orlando parla di incentivare gli strumenti di controllo. Parte di essi potrebbe passare attraverso l’istruzione dei figli dei percettori e la formazione degli adulti poco scolarizzati. Da una parte una minaccia bianca che ha lo scopo di prevenire la crescente dispersione scolastica, dall’altra un’apertura a tutti coloro che hanno bisogno di aggiornarsi o di diplomarsi per avere un più facile accesso al mondo del lavoro e sottrarsi così dal sistema passivo del sostegno alla povertà.

Gli imprenditori contro il Rdc: cosa ha detto Orlando

Il discorso del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali continua affrontando le critiche degli imprenditori al Rdc. Come ogni estate da quando è stato inaugurato il sussidio alla povertà, gli imprenditori stanno lamentando la carenza di giovani e meno giovani disposti a lavorare. In primis sembra che il problema sia nato con il Rdc, ma guardando indietro nel tempo si scorge che il dramma del lavoro stagionale ha origini non nel sussidio, quanto nel sistema stesso del lavoro stagionale.

«Vedo una sopravvalutazione dell’impatto che può avere il reddito di cittadinanza», dice Orlando, «penso anche che si sottovaluti molto l’andamento della curva demografica, il fatto che molti giovani vanno in altri paesi e il livello dei salari». Per il ministro del Lavoro diventa così essenziale alzare il livello di controllo per impedire ai furbetti di ottenere illecitamente il Rdc, ma allo stesso tempo riconosce al sussidio alla povertà un valore importante e un vero segnale che le istituzioni non lasciano sole le famiglie in difficoltà.

La proposta di osservare con attenzione la scolarizzazione di giovani e adulti sembra andare verso la direzione giusta. Con un maggior livello di istruzione, la possibilità di ottenere un lavoro competitivo e ben retribuito aumenta e così i lavoratori non dovranno più scegliere tra sfruttamento di un sistema lavorativo spesso pensato per gli imprenditori, come nel caso Vacchi e un sussidio che non invoglia e non permette di uscire dalle mura domestiche.

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