Reddito di cittadinanza: truffa da €1 miliardo, oltre 100 boss della ’ndragheta denunciati

Mariarosaria Rizzuti

20/05/2020

27/08/2020 - 11:25

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Più di 100 boss della ’ndrangheta percepivano indebitamente il reddito di cittadinanza. Denunciate dalla Guardia di Finanza 116 persone, anche esponenti di spicco delle cosche. Una perdita potenziale per lo Stato di quasi 1 miliardo di euro.

Reddito di cittadinanza: truffa da €1 miliardo, oltre 100 boss della ’ndragheta denunciati

Ben 101 boss e affiliati della ’ndrangheta delle maggiori cosche della provincia percepivano indebitamente il reddito di cittadinanza.

Una truffa che allo Stato è costata 516 mila euro, un esborso che sarebbe arrivato ad un totale di 986 mila euro qualora l’appropriazione indebita non fosse stata scoperta.

A scoprire della percezione indebita del Reddito, a sostegno delle fasce più svantaggiate della popolazione, è stata la Guardia di Finanza con l’operazione Mala Civitas.

Reddito di cittadinanza: denunciati 116 ‘ndranghetisti

I finanzieri hanno individuato gli uomini - consapevoli della necessità che le risorse pubbliche siano destinate a chi realmente ne ha bisogno - che avrebbero comunque provveduto a fare richiesta e ottenuto anche l’assegno da parte dell’INPS.

Tra i denunciati figurano esponenti di spicco delle più note cosche che operano nella piana di Gioia Tauro e nel reggino come le ’ndrine Tegano e Serraino.

Le altre persone appartengono alle cosche della Locride: la ’ndrina Commisso-Rumbo-Figliomeni di Siderno, la cosca Cordì di Locri, la ’ndrina Manno-Maiolo di Caulonia e la ’ndrina D’agostino di Canolo.

Ma non è tutto: gli indebiti percettori del reddito di cittadinanza compaiono anche i nomi dei figli del “Pablo Escobar italiano”, Robero Annunzi, noto alla ’ndrangheta come “Bebè”, uno dei più grandi broker mondiali di cocaina.

Una truffa sul reddito di cittadinanza di quasi 1 miliardo di euro

Le indagini condotte dalle fiamme gialle hanno interessato in principio oltre 500 persone, tutte con reati riferibili ad associazione di stampo mafioso.

Le attività si sono concluse con il deferimento all’Autorità Giudiziaria di Reggio Calabria, Locri, Palmi, Vibo Valentia e Verbania di 101 persone e anche di 15 sottoscrittori delle richieste irregolari.

Le persone denunciate, inoltre, sono già state segnalate all’INPS per la revoca del sussidio e il recupero delle risorse pubbliche già percepite di 516 mila euro.

Se la percezione indebita non fosse stata scoperta, si sarebbe aggiunta anche un’ulteriore perdita di risorse pubbliche di oltre 470 mila euro fino alla scadenza del periodo dell’erogazione della misura.

Una truffa ai danni dello Stato di ben 986 mila euro.

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