Reddito di cittadinanza, carcere per chi non dichiara l’eredità

Ilena D’Errico

25 Gennaio 2023 - 22:08

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Condannata a 8 mesi di carcere la donna che percepiva il reddito di cittadinanza e non ha dichiarato l’eredità. Ecco a cosa è dovuta questa sentenza.

Reddito di cittadinanza, carcere per chi non dichiara l’eredità

La percezione del reddito di cittadinanza è subordinata a una serie di requisiti patrimoniali (e non), ma non basta essere onesti al momento di invio della domanda. Qualsiasi variazione deve essere comunicata tempestivamente, così da permettere all’Inps di procedere al ricalcolo dell’assegno mensile, o eventualmente alla sospensione del beneficio. La decadenza del sussidio è solo una delle conseguenze, perché la responsabilità cade sul penale. Proprio nella giornata di ieri, una donna è stata condannata a 8 mesi di carcere per l’omessa dichiarazione dell’eredità ricevuta.

Reddito di cittadinanza: 8 mesi di carcere per aver nascosto l’eredità

Nella vicenda giudiziaria in questione, la donna condannata, percettrice del reddito di cittadinanza, non ha comunicato l’eredità imminente. In particolare, secondo la Procura, sono state percepite indebitamente ben 7 mensilità. L’avvocato della difesa ha spiegato che tutta la documentazione necessaria sarebbe stata fornita alla chiusura della pratica di successione, prima della quale la donna non poteva conoscere con precisione l’importo del lascito ereditario.

Il tribunale di Pordenone ha tuttavia giudicato irrilevante questa spiegazione, in quanto la variazione di patrimonio deve essere comunicata immediatamente, anche se futura. Si tratta, infatti, di informazioni dovute e rilevanti ai fini della revoca o della riduzione del beneficio. Una negligenza che ha portato alla condanna di 8 mesi di reclusione. Dato che non esistono numerosi precedenti, questa sentenza si pone senza dubbio come punto di riferimento: l’eredità, al pari di qualsiasi altra variazione del reddito deve essere resa nota, altrimenti si rischia il carcere, e non solo la decadenza del sussidio.

Cosa rischia chi non dichiara i redditi o un’eredità e percepisce il reddito di cittadinanza

La sentenza del tribunale di Pordenone appare quindi come fondamentale dal punto di vista della giurisprudenza, che ancora non ha affrontato le questioni legate al reddito di cittadinanza in modo approfondito. In ogni caso, tuttavia, si tratta di un’applicazione delle stesse sanzioni previste dalla legge che ha istituito il reddito di cittadinanza. Si tratta nel dettaglio del Decreto legge 28 gennaio 2019 n. 4, poi convertito in legge dalla Legge 28 marzo 2019 n. 26.

L’articolo 7, in particolare, si occupa proprio delle sanzioni previste per punire i comportamenti scorretti legati alla percezione del sussidio. Tra le sanzioni previste, c’è naturalmente anche la decadenza del beneficio, oltre all’impossibilità di chiederlo nuovamente fino al passare di 10 anni dalla condanna per alcuni reati. Esistono, allo stesso tempo, delle conseguenze molto più pesanti, dalla restituzione delle mensilità percepite indebitamente al carcere, come è stato esplicitato dalla sentenza del tribunale di Pordenone.

Nello specifico, l’articolo 7 fa riferimento ad alcuni reati specifici:

  • L’attestazione di dichiarazioni o documenti falsi e l’omissione di informazioni dovute sono punibili con la reclusione da 2 anni a 6 anni.
  • L’omessa comunicazione delle variazioni reddituali, a prescindere dalla loro provenienza, entro i termini previsti è punibile, invece, con la reclusione da 1 anno a 3 anni.

Evidentemente, quindi, il giudizio del tribunale di Pordenone non è stato neanche severo quanto potrebbe apparire, perché per il reato commesso sono previste pene massime ben più alte. La condanna a 8 mesi è inoltre dovuta al fatto che l’imputata ha beneficiato del giudizio con rito abbreviato. Per non rischiare conseguenze, è dunque fondamentale effettuare le dichiarazioni con onestà e trasparenza, anche per quanto riguarda i redditi pervenuti successivamente all’accettazione del beneficio.

Le conseguenze per il nucleo familiare

Dato che il reddito di cittadinanza è una misura erogata complessivamente al nucleo familiare, sono opportune alcune precisazioni. La responsabilità penale è in ogni caso personale, pertanto può essere perseguito penalmente soltanto il soggetto che ha fornito personalmente la dichiarazione falsa, o l’ha omessa, purché il resto dei componenti del nucleo familiare non sia stato complice in modo consapevole del reato.

Allo stesso tempo, il beneficio viene interrotto per tutti i membri del nucleo familiare, a prescindere dalla motivazione. Le persone non colpevoli, però, non devono rispondere delle sanzioni correlate e possono richiedere nuovamente il beneficio, se rispondono ai requisiti, una volta formato un diverso nucleo familiare.

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