Reddito di cittadinanza, in arrivo il regalo del Governo: più soldi per chi lavora

Simone Micocci

13 Giugno 2022 - 12:15

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Reddito di cittadinanza più alto per chi accetta un lavoro stagionale: così il Governo vuole salvare la stagione estiva. Ma è davvero la migliore soluzione?

Reddito di cittadinanza, in arrivo il regalo del Governo: più soldi per chi lavora

Oggi lo stipendio percepito riduce l’importo del reddito di cittadinanza, in quanto la nuova entrata pesa per l’80% sul reddito familiare.

Tale meccanismo potrebbe essere alla base del problema della mancanza dei lavoratori stagionali: c’è chi ritiene, infatti, che la difficoltà nel trovare camerieri, bagnini e baristi da assumere per la stagione estiva sia dovuta al fatto che coloro che prendono il reddito di cittadinanza preferiscono mantenere il diritto al beneficio piuttosto che lavorare per pochi mesi, senza prospettive per il futuro.

Ne abbiamo già parlato, spiegando che questo è solamente uno dei problemi che rendono difficile trovare personale per la stagione estiva.

Tuttavia, sembra che il Governo abbia in mente un intervento d’emergenza per risolvere questa situazione e far sì che la stagione turistica in Italia, la prima senza restrizioni dopo anni, proceda senza intoppi. Secondo le indiscrezioni la misura pensata non risolve assolutamente la situazione: come vedremo di seguito, infatti, si tratterebbe di un regalo tanto per chi prende il reddito di cittadinanza che per i titolari d’impresa.

Reddito di cittadinanza più stipendio: il piano del Governo

Come anticipato, oggi lo stipendio percepito pesa per l’80% sul reddito familiare.

Prendiamo come esempio Tizio, unico componente di un nucleo familiare con reddito pari a zero, percettore di un reddito di cittadinanza di 500 euro mensili (importo massimo).

Questo riceve una proposta di lavoro come cameriere, per un periodo di tre mesi, con part-time pagato 400 euro al mese. Qualora dovesse accettare ne dovrebbe dare tempestiva comunicazione all’Inps, indicando il reddito che andrebbe a percepire da tale attività (quindi 1.200 euro totali).

Di questi 1.200 euro l’Inps ne considera solamente l’80%, quindi 960 euro, i quali si vanno ad aggiungere al reddito familiare e di conseguenza riducono l’importo del reddito di cittadinanza.

Ragion per cui Tizio, anziché accettare l’offerta di lavoro decide di continuare a prendere il reddito di cittadinanza senza decurtazioni, godendosi l’estate diversamente oppure accettando un lavoro in nero (con tutte le conseguenze del caso).

Ebbene, secondo indiscrezioni la soluzione su cui starebbero riflettendo il ministro del Lavoro Andrea Orlando, il ministro del Turismo Massimo Garavaglia e il ministro dell’Economia Daniele Franco, prevede la riduzione della suddetta percentuale. Nel dettaglio, il reddito percepito dall’attività di lavoro stagionale avrebbe un peso più basso rispetto al suddetto 80%, limitando così la riduzione del Rdc.

Non sappiamo a quanto ammonterebbe tale percentuale, ma si tratterebbe comunque di una novità importante in quanto renderebbe il reddito di cittadinanza maggiormente cumulabile con lo stipendio rispetto a quanto già avviene oggi.

Perché la soluzione pensata è un regalo per tutti

Riprendiamo l’esempio di sopra, in cui possiamo notare ben due comportamenti sbagliati: da una parte Tizio che preferisce prendere il reddito di cittadinanza piuttosto che lavorare e dall’altra parte l’azienda che per un lavoro part-time come cameriere offre uno stipendio di appena 400 euro.

Anziché pensare a misure estemporanee, quindi, sarebbe più opportuno focalizzarsi sul far funzionare quanto già previsto dalla legge, punendo sia Tizio che l’impresa.

Con la soluzione pensata dal Governo, invece, si farebbe un regalo sia all’uno - che lavorando potrebbe comunque continuare a percepire il reddito di cittadinanza (non si capisce bene per quale motivo) - che all’altro, in quanto le aziende potrebbero continuare a offrire stipendi fuori mercato potendo contare sull’appoggio del reddito di cittadinanza.

Quale soluzione al problema degli stagionali?

La soluzione sarebbe più semplice di quanto si crede in quanto è la legge a prevederlo. Intanto bisognerebbe accertarsi del fatto che l’offerta di lavoro rispetti i parametri indicati dai contratti nazionali, con uno stipendio congruo alla mansione che verrà ricoperta.

In questo modo l’offerta di lavoro verrebbe definita come congrua e come noto per chi prende il reddito di cittadinanza c’è un meccanismo che penalizza i beneficiari in caso di rifiuto. Meccanismo che si applica per tutte le offerte che hanno una durata di almeno tre mesi, come stabilito dall’ultima legge di Bilancio, e sia per i rapporti di lavoro full-time che per quelli part-time (quando l’orario di lavoro non è inferiore al 60% dell’orario a tempo pieno previsto dai contratti collettivi).

L’altro problema è che oggi le Regioni non sanno chi punire perché i rifiuti delle offerte di lavoro non vengono tracciati. Niente sanzioni quindi, le quali - ricordiamo - vanno da una decurtazione di 5 euro ogni mese alla decadenza della prestazione.

Basterebbe intervenire su questi due fronti - ossia controllo degli stipendi offerti e tracciamento delle opportunità di lavoro presentate ai beneficiari del reddito di cittadinanza - per risolvere il problema della mancanza di personale per la stagione estiva. Ma a quanto pare è meglio pensare a misure eccezionali, senza intervenire alla base del problema.

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