Reddito di cittadinanza, nuovo importo nel 2023: come cambia e perché

Simone Micocci

3 Gennaio 2023 - 12:29

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Novità per il Reddito di cittadinanza: via al ricalcolo Inps e stop alla componente affitto. Ecco cosa può succedere all’importo percepito.

Reddito di cittadinanza, nuovo importo nel 2023: come cambia e perché

Cambia l’importo del Reddito di cittadinanza: tra conferme, come il ricalcolo che viene effettuato annualmente in base ai dati comunicati con la nuova attestazione Isee, e novità, come il taglio della quota affitto dalla ricarica mensile, dal prossimo febbraio il valore accreditato sulla carta potrebbe essere molto differente dal solito.

A tal proposito, facendo qualche semplice considerazione è possibile farsi un’idea su come cambia l’importo del Rdc e se è lecito aspettarsi un aumento oppure se bisogna temere una riduzione.

Tutto dipende da cosa è successo alla propria situazione economica tra il 2020, periodo preso come riferimento nell’Isee 2022, e il 2021, considerato invece nell’Isee 2023.

Reddito di cittadinanza aumenta o si riduce a febbraio?

Il Reddito di cittadinanza ogni febbraio viene ricalcolato tenendo conto dei dati reddituali aggiornati e comunicati con il nuovo Isee. D’altronde, il Rdc non è altro che un’integrazione del reddito familiare fino al raggiungimento di una certa soglia, variabile a seconda del numero dei componenti.

Quindi, se il reddito percepito aumenta il Reddito di cittadinanza diminuisce e viceversa.

Il ricalcolo viene effettuato a partire dalla ricarica in pagamento a febbraio 2023, quando l’Inps acquisirà i nuovi dati reddituali, e patrimoniali, riferiti al periodo che va dal 1° gennaio al 31 dicembre 2021.

Il primo step sarà valutare se l’Isee è ancora al di sotto della soglia fissata dalla legge, ossia 9.360 euro. A tal proposito, se tra il 2020 e il 2021 c’è stato un netto miglioramento della condizione economica - tanto dei redditi quanto dei patrimoni - tale da comportare il superamento del suddetto limite, allora il Rdc decade e, salvo la possibilità di richiedere un Isee corrente, non sarà più possibile beneficiarne.

Se invece l’Isee resta al di sotto della soglia prevista, allora l’Inps effettuerà un ricalcolo tenendo conto solamente della situazione reddituale.

Nel dettaglio, se non ci sono state variazioni anche il Reddito di cittadinanza rimarrà lo stesso; se invece c’è stato un miglioramento l’importo accreditato sarà più basso, viceversa aumenterà.

Per farsi un’idea a riguardo basta confrontare le ultime due attestazioni Isee, ossia quella del 2022 con quella del 2023, nella parte dove è indicato l’Isr, ossia l’indicatore della situazione reddituale.

Se è più alto nell’Isee 2023 potrebbe scattare una riduzione del Reddito di cittadinanza, o persino la decadenza dello stesso laddove superi la soglia fissata dalla legge (6.000 euro per la persona sola, limite che va moltiplicato per il parametro di scala di equivalenza per i nuclei familiari più numerosi).

Diversamente, se è più basso, allora ci sono buone possibilità che il Reddito di cittadinanza risulti più alto dal prossimo febbraio.

Attenzione però, perché non è detto sia così. Nel quantificare l’importo del Rdc, infatti, l’Inps non tiene conto solamente della situazione reddituale riferita ai due anni prima. Da questa, infatti, vanno tolti i trattamenti assistenziali allora percepiti, e vanno aggiunti quelli in corso di godimento.

Pensiamo ad esempio a eventuali pensioni d’invalidità percepite nel 2021: queste non vengono considerate, mentre lo sono quelle che eventualmente sono in corso di godimento.

E ancora, nel calcolare l’importo del Rdc si tiene conto anche dei redditi non indicati dall’Isee ma attualmente percepiti da uno o più componenti. Ad esempio lo stipendio percepito per un’attività lavorativa appena avviata peserà sul reddito familiare all’80%, contribuendo così a ridurre l’importo del Reddito di cittadinanza.

Reddito di cittadinanza, stop alla componente affitto

Il Reddito di cittadinanza si compone di due voci: da una parte l’integrazione al reddito familiare e dall’altra un eventuale rimborso per le spese di affitto sostenute, fino a un massimo di 280 euro al mese (oppure del mutuo, ma in tal caso fino a 150 euro).

Ebbene, come previsto dalla legge di Bilancio 2023, da quest’anno la componente affitto smetterà di essere erogata all’affittuario, in quanto sarà direttamente il locatore a riceverla sul conto corrente. Di fatto, la ricarica sarà più bassa in quanto tagliata del rimborso solitamente riconosciuto per l’affitto.

Tuttavia, non sono ancora chiare le tempistiche riguardo a quando ciò accadrà, anche perché è probabile che prima l’Inps chiederà ai suddetti locatori di comunicare i dati per ricevere direttamente la componente affitto.

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