L’ingiuria da superiore: il reato contro la disciplina delle Forze Armate

Vittorio Proietti

19 Maggio 2017 - 17:16

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Il reato di ingiuria da superiore è lesivo dell’immagine delle Forze Armate: la Sentenza di Cassazione rinnova il rispetto della disciplina per i militari.

L’ingiuria da superiore: il reato contro la disciplina delle Forze Armate

Il reato di ingiuria da parte di un superiore verso un dipendente delle Forze Armate di grado inferiore è punito dal Codice Penale Militare. La Corte di Cassazione lo associa al più comune reato di ingiuria, con l’aggravante di essere contro la disciplina militare.

La cattiva condotta di un militare verso un altro deve ovviamente versificarsi durante il servizio, quindi nell’effettivo lavoro di Forza di Polizia oppure nella mansione affidata come dipendente delle Forze Armate.

Tuttavia, esso va contro il prestigio e l’immagine del corpo delle Forze Armate che si rappresenta, proprio perché commesso verso un collega. Per questo motivo la Legge punisce con durezza simili comportamenti tra militari, siano essi di grado inferiore o superiore.

Vediamo in cosa consiste il reato di ingiuria e cosa prevede il codice militare sulla cattiva condotta e l’offesa tra colleghi delle Forze Armate.

Il reato di ingiuria tra aggravanti e pena

Il reato di ingiuria rivolto da un militare di grado superiore ad un dipendente delle Forze Armate di grado inferiore assume gravità già di per sé. Non si tratta infatti di punire rimproveri o ordini indigesti, quanto di punire un delitto con caratteristiche dolose.

Il reato di ingiuria è infatti considerato dall’Art. 594 del Codice Penale come lesivo del prestigio e dell’onore di un individuo, senza che vi sia precisa volontà di offendere e umiliare. Esso è punito con un massimo di 6 mesi di reclusione e un massimo di 516 euro di multa.

La pena per il reato di ingiuria può avvenire anche a mezzo stampa, come nel caso della diffamazione, oppure con scritte e disegni diretti alla vittima. Le aggravanti di reato sono relative al numero di persone coinvolte, ma soprattutto se con l’ingiuria si attribuisce un fatto determinato.

Secondo la Corte di Cassazione il reato di ingiuria commesso da un dipendente delle Forze Armate superiore di grado si basa sull’impianto normativo per i civili, con le dovute differenze riguardo al valore della disciplina nell’ordinamento militare.

Il reato di ingiuria all’interno delle Forze Armate

Il reato di ingiuria all’interno delle Forze Armate assume un valore aggiunto rispetto al più generale per la situazione e il contesto in cui si realizza. Un militare superiore di grado ha infatti l’obbligo di tutelare il morale dei militari di grado inferiore, oltre che di tutelare la disciplina stessa, considerato un vero e proprio patrimonio indisponibile dai giudici della Cassazione (Sentenza 17830/2017).

La Sentenza della Corte di Cassazione ricorda come la Costituzione stessa all’Art. 52 consideri l’ordinamento militare soggetto ai principi e allo spirito democratico della Repubblica. I diritti inviolabili della persona e del lavoratore nel proprio contesto devono essere rispettati anche se in un contesto militare.

Il reato di ingiuria da militare superiore è perciò fortemente punito, tanto che all’Art. 226 del Codice Penale Militare è assegnata la reclusione fino a 4 mesi per il dipendente delle Forze Armate che offende l’onore o il decoro di un altro militare presente. Inoltre, se nell’ingiuria è attribuito al militare offeso un fatto determinato non commesso, il carcere punitivo è esteso a 6 mesi.

L’ordinamento militare è molto severo, tuttavia la disciplina non è una caratteristica unidirezionale e anche un superiore che commette ingiuria verso un subordinato deve essere punito.

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