Quanto pagheremo di gas questo inverno e perché potremo anche restare senza

Giorgia Bonamoneta

25/08/2022

26/08/2022 - 10:42

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Il prezzo del gas ha toccato quota 318€ al megawattora. Quanto pagheremo le bollette del gas in inverno? Ecco perché esiste la possibilità di razionamento.

Quanto pagheremo di gas questo inverno e perché potremo anche restare senza

Continua ad aumentare il prezzo del gas, con picchi di 318€/megawattora. Il tetto massimo toccato al mercato di Amsterdam fa domandare quanto pagheremo di gas questo inverno. Alcuni esperti pensano che il prezzo toccato nella giornata di giovedì 25 agosto 2022 sia l’apice; per altri il prezzo potrebbe continuare a crescere in vista dell’inverno.

Sul prezzo del gas si ripete il fenomeno dell’infodemia, cioè della produzione massiccia di contenuti, spesso discordanti. Per alcuni, fino a due giorni fa, l’Italia aveva i serbatoi pieni, quasi all’80%, cifra vicino al fatidico 100%. Nessun tipo di razionamento, un inverno normale e tutto per merito delle missioni all’estero e alla capacità di Mario Draghi di contrattare sul gas.

Per altri invece è allarme e c’è bisogno di razionamento immediato, pena la possibilità di case fredde e imprese bloccate per tutto l’inverno. Potremmo davvero rimanere senza gas?

Gas, prezzi alle stelle: quanto costerà in bolletta

Con il prezzo del gas fissato a 318€ al megawattora, secondo Arte, Associazione dei reseller e trader dell’energia, le bollette saliranno inevitabilmente del +500% rispetto al periodo pre Covid. Il portavoce di Arte, Diego Pellegrino, ha spiegato a SkyTg24 Business che una famiglia media di quattro persone arriverà a pagare, tra bolletta della luce e bolletta del gas, quasi 1000€ in più rispetto al periodo pre-pandemico. Tale aumento avrà inevitabilmente conseguenze sulla capacità d’acquisto degli italiani e in particolare nel periodo festivo di Natale.

Prezzi cari anche per le imprese che vedranno aumentate le bollette e di conseguenza dovranno regolare i prezzi dei prodotti. Complessivamente la spesa in energia per i comparti del terziario, si legge da una stima di Confcommercio, sarà di 33 miliardi di euro. Si tratta del triplo rispetto al 2021 e più del doppio rispetto al 2019. Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, è piuttosto chiaro nell’esprimere preoccupazione sul tema dell’energia: «Il costo dell’energia è, ormai, da vera emergenza. Il nuovo governo dovrà dare risposte immediate accelerando soprattutto sul Recovery Fund energetico europeo e la fissazione di un tetto al prezzo del gas».

Gas, prezzi alle stelle: si rischia il razionamento

L’allarme sull’emergenza energetica arriva da diverse fonti. A rischio non ci sono soltanto le famiglie italiane, ma anche le imprese, soprattutto quelle energivore, che dettano poi il prezzo nei supermercati e dei prodotti, aspetto che si riflette in ogni caso sulle tasche degli italiani. Per questo, dice ancora Sangalli, è vitale tagliare drasticamente il costo dell’energia per tutte le imprese, anche quelle non energivore e gasivore. «In caso contrario si rischia di vanificare la ripresa economica di questi ultimi mesi», conclude lapidario.

I partiti che si giocano le elezioni il 25 settembre 2022 al momento non hanno presentato dei piani di uscita immediata dalla crisi. Tutti concordano sul raggiungimento di un tetto del prezzo massimo europeo (price-cap) al limite italiano, ma questo non sopperisce all’immediata carenza fisica di gas. Con lo stop delle forniture del gas in inverno, potrebbe davvero risultare un periodo difficile e l’ipotesi di razionamento potrebbe non essere poi tanto lontana.

Davide Tabarelli, presidente fondatore di Nomisma energia, ha spiegato che il prezzo del gas potrebbe non aumentare ancora, ma neanche diminuire. Le scoperte dei giacimenti, come quello nei pressi di Cipro fatto da Eni, sono una buona notizia dal punto di vista energetico, ma non nell’immediato e sul piano economico. Questo perché nell’immediato ci servono scorte, più che scoperte e al momento, sempre secondo Tabarelli, ne siamo sprovvisti. Per questo, dice ancora, dobbiamo chiedere un taglio dei consumi alle aziende e considerare una minore fornitura di gas ai condomini. Il razionamento non si può del tutto escludere.

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