Addio a Maurizio Costanzo, qual è il suo patrimonio ed eredità

Giorgia Bonamoneta - Giacomo Andreoli

24/02/2023

24/02/2023 - 15:01

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Si è spento Maurizio Costanzo, giornalista di lunga fama. Ecco quanto guadagnava, qual era il suo patrimonio e perché fu condannato in primo grado per diffamazione contro il giudice Vinicio Cantarini.

Addio a Maurizio Costanzo, qual è il suo patrimonio ed eredità

Maurizio Costanzo, il noto giornalista italiano (nonché conduttore tv, autore, sceneggiatore), si è spento oggi, all’età di 84 anni. L’uomo, da anni è protagonista della televisione italiana, ha accumulato un patrimonio notevole, che ora finirà in eredità ai suoi cari.

Su i guadagni di Maurizio Costanzo si sa effettivamente poco, ma certo è che prendeva una pensione da giornalista e che, anche vista l’unione con Maria De Filippi, volto di punta di Mediaset, questo ammonti una cifra piuttosto considerevole.

Vediamo chi è stato Maurizio Costanzo, perché è stato condannato in primo grado per diffamazione e i suoi guadagni di una vita come conduttore televisivo, soprattutto come giornalista.

Chi è Maurizio Costanzo: la sua carriera e i guadagni

Maurizio Costanzo è nato a Roma il 28 agosto 1938 e ha condotto una vita da giornalista, conduttore televisivo e radiofonico, oltre che da sceneggiatore e molto altro. È da sempre sulla televisione italiana, infatti ha cominciato giovanissimo la sua carriera da giornalista. All’età di 17 anni stava già scrivendo notizie, ma lo slancio della sua carriera è avvenuto negli anni 70, quando è stato l’ideatore e conduttore di numerosi show televisivi storici per il nostro paese. Tra questi Grand’Italia e l’intramontabile Maurizio Costanzo Show.

Maurizio Costanzo possedeva anche una società di produzione, la Fortuna Audiovisivi, messa in piedi insieme ad altri personaggi noti nel mondo della televisione e non solo. Infine ha prodotto diverse opere televisive, radiofoniche, musicali e molto altro. C’è stata anche una parentesi come professore a contratto nella facoltà di Scienze della comunicazione dell’Università La Sapienza di Roma. Tra il 1995 e il 2009 ha infatti insegnato Teoria e tecnica di linguaggio radio-visivo e dal 2011 al 2012 è stato docente di Sociologia della comunicazione in radio e tv all’Università degli studi Nicolò Cusano.

Stabilire con certezza a quanto ammonta il patrimonio di Costanzo è impossibile, perché si parla di un’ampia varietà di prodotti e programmi che non solo hanno un guadagno nell’immediato, ma anche nel tempo grazie ai diritti. Il possesso poi di diverse aziende e società sono un fattore di incremento o di perdita di somme elevate. Sappiamo per certo che, essendo stato giornalista per molti anni, Costanzo prendeva una pensione piuttosto elevata.

Maurizio Costanzo e la condanna per diffamazione: cosa è successo

Costanzo è stato anche condannato per diffamazione aggravata lo scorso 2 dicembre. La giudice Maria Elena Cola del tribunale di Ancona ha stabilito la condanna in un anno di reclusione e, con la sospensione della pena carceraria, al pagamento di 40.000 euro come risarcimento danni alla parte offesa. La diffamazione aggravata che avrebbe compiuto Maurizio Costanzo ai danni del giudice Vinicio Cantarini risalirebbe a una puntata del Maurizio Costanzo Show trasmessa il 20 aprile del 2017.

In quell’occasione Costanzo aveva espresso diverse opinioni in merito a una misura cautelare emessa dal giudice nei confronti dell’ex fidanzata di Gessica Notaro, donna vittima di stalking e violenza con acido. La frase “incriminata” è:

Mi voglio complimentare col gip. Dico al Csm, al Consiglio Superiore della Magistratura: fate i complimenti da parte mia a questo gip che ha deciso questo.

Sempre in quell’occasione Costanzo aveva fatto richiesta pubblica all’ex ministro della Giustizia, Andrea Orlando, di intervenire con un’inchiesta sul gip perché sembrava impossibile che avesse emesso come sentenza gli arresti domiciliari in un caso così grave. La difesa del giornalista si è basata sulla non volontà di diffamazione e prima della notizia della scomparsa dell’uomo si attendeva il ricorso in appello.

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