Il potere d’acquisto degli italiani è sceso dell’8,7%: peggio di noi solo Cipro e Grecia

C. G.

13 Maggio 2019 - 12:30

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Il potere d’acquisto degli italiani (reddito disponibile reale) è crollato dell’8,7% dal 2008 al 2017. La classifica di chi sta meglio e peggio di noi

Il potere d’acquisto degli italiani è sceso dell’8,7%: peggio di noi solo Cipro e Grecia

Il potere d’acquisto degli italiani è diminuito notevolmente dalla crisi finanziaria globale ad oggi.

Più nello specifico, ha rilevato un’indagine del Centro studi ImpresaLavoro, il nostro reddito disponibile reale è crollato dell’8,7% dal 2008 al 2017.

La flessione del dato ha imposto all’Italia di scivolare nelle ultime posizioni della classifica dei Paesi che hanno recuperato maggior potere d’acquisto nell’Unione europea. Peggio di noi hanno fatto soltanto Cipro e la Grecia, il cui reddito disponibile ha messo a segno flessioni a doppia cifra percentuale nell’arco di tempo considerato.

Chi ha recuperato più potere d’acquisto nell’Ue?

La classifica seguente è stata stilata - tramite l’elaborazione dei dati Eurostat - considerando la variazione percentuale intercorsa tra il 2008, anno in cui la crisi finanziaria è esplosa travolgendo l’intera economia globale, e il 2017.

Ma che cos’è il potere d’acquisto? Con il termine facciamo riferimento alla quantità dei beni e dei servizi che una persona può acquistare con il proprio reddito in un determinato momento, neutralizzando gli effetti dell’inflazione.

Il dato più significativo dell’indagine? 22 Paesi su 28 hanno già recuperato e addirittura superato i livelli del 2008. Soltanto in sei economie, tra cui l’Italia, la situazione è invece peggiorata e il reddito disponibile dei cittadini è diminuito in maniera più o meno evidente.

  1. Bulgaria: +30%
  2. Romania: +28%
  3. Polonia: +24,8%
  4. Lituania: +18,5%
  5. Svezia: +16,6%
  6. Ungheria: +14,4%
  7. Estonia: +13,7%
  8. Danimarca: +13%
  9. Malta: +11,5%
  10. Slovacchia: +11,4%
  11. Repubblica Ceca: +9,9%
  12. Germania: +8,5%
  13. Lettonia: +7%
  14. Lussemburgo: +5,6%
  15. Finlandia: +4,2%
  16. Ue 28: +3,4%
  17. Francia: +3,4%
  18. Regno Unito: +2,7%
  19. Paesi Bassi: +2%
  20. Slovenia: +1,8%
  21. Portogallo: -0,8%
  22. Irlanda: -1,1%
  23. Belgio: -2,1%
  24. Austria: -3,9%
  25. Croazia: -4,4%
  26. Spagna: -5,8%
  27. Italia: -8,7%
  28. Cipro: -15,4%
  29. Grecia: -30,8%

La situazione in Italia

L’Italia, come evidenziato, si è posizionata terzultima in classifica. D’altronde, dalla crisi le famiglie italiane hanno perso 70 miliardi di euro di reddito disponibile e hanno di conseguenza ridotto sia i risparmi che i consumi. Ad oggi, questi ultimi sono ancora di 15 miliardi più bassi rispetto al 2008.

Ma cosa ha spinto il Belpaese a fare così male? Secondo Massimo Blasoni, il Presidente del Centro Studi, il calo degli investimenti oltre che l’oppressione fiscale e legislativa hanno giocato un ruolo di rilievo nel deprimere gli sforzi delle aziende e nel frenare l’economia.

Chi è stato colpito da questa situazione?

“A farne le spese non sono soltanto quanti, soprattutto giovani, non riescono a entrare nel mondo del lavoro ma pure gli stessi occupati, molto spesso precari. Trovare il nostro Paese agli ultimi posti anche di questa classifica preoccupa, soprattutto perché fotografa l’avvenuto impoverimento degli italiani e spiega la difficile ripresa dei nostri consumi interni.”

Per dirla con le stesse parole di Blasoni, a questi ritmi gli italiani recupereranno il potere d’acquisto che avevano prima della crisi soltanto nel 2026.

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