Stop al petrolio, ma non al gas russo: la timida risposta dell’Ue che non rinuncia alle forniture di Mosca

Stefano Rizzuti

05/04/2022

05/04/2022 - 11:07

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L’Ue prepara nuove sanzioni contro la Russia dopo le immagini dello sterminio di Bucha. Possibile lo stop al petrolio e al carbone di Mosca, quasi impossibile quello alle forniture di gas.

Stop al petrolio, ma non al gas russo: la timida risposta dell’Ue che non rinuncia alle forniture di Mosca

Petrolio e carbone sì, gas no. L’Ue sta definendo le nuove sanzioni da infliggere alla Russia. Serve una linea più dura che in passato, è l’unica certezza. Ma ancora a Bruxelles sembra mancare il coraggio per infliggere quella che sarebbe, probabilmente, la ritorsione più dura: bloccare l’export del gas russo.

Per il momento sembra più probabile lo stop al petrolio russo, anche se bisogna capire quando scatterà. Non è detto che il blocco sia immediato. L’Ue sembra comunque pronta a bloccare l’arrivo del petrolio di Mosca.

Una scelta che sembra il minimo sindacale dopo le immagini di Bucha. Che cambiano la guerra. E portano, inevitabilmente, a una diversa reazione dell’Ue. Se, finora, i 27 stati membri sembravano voler prendere tempo, ora le sanzioni più dure sembrano improrogabili e una decisione deve essere presa in fretta.

Le sanzioni Ue alla Russia: cosa succede per petrolio, carbone e gas

Gli uffici della Commissione europea hanno segnalato a tutti gli stati membri quelli che saranno i settori che, se sanzionati, potranno andare a colpire maggiormente gli interessi dell’Unione: parliamo di carbone, petrolio e gas.

Insieme valgono circa 800 milioni di euro al giorno per l’Ue. Il suggerimento, al momento, è quello di procedere per gradi con le sanzioni energetiche, partendo da carbone e petrolio (comunque i meno impattanti tra i tre). Per il gas, invece, sembra ancora troppo presto.

Da Ue niente blocco del gas russo

Sembra escluso il blocco del gas russo. Già prima della riunione dell’Eurogruppo sono stati espressi chiari pareri negativi. Prima quello dell’Austria, poi quella della Germania. I due Paesi dicono che non si possono fermare gli acquisti del gas russo.

Il ministro delle Finanze tedesche ritiene, semplicemente, che “non è possibile tagliare il gas”. Il rischio, a loro avviso, è che una sanzione del genere crei più problemi all’Europa che alla Russia. E dubbi vengono espressi anche dall’Ungheria, dove Orban ha appena rivinto le elezioni.

L’Italia al momento non si espone più di tanto. Sul fronte interno c’è chi, come il segretario del Pd Enrico Letta, chiede di bloccare il gas russo. Sostenuto anche dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. Ma il governo si muove con cautela: non direbbe di no a un blocco delle forniture del gas russo, ma non sembra essere tra i primi promotori di questa soluzione in Ue. Contrariamente a quanto vorrebbe, per esempio, il presidente francese Emmanuel Macron.

Petrolio e carbone, le nuove sanzioni Ue

Sul petrolio ci sono più aperture. L’Ue non esclude sanzioni che blocchino l’importazione del petrolio russo, come spiega il commissario agli Affari economici Paolo Gentiloni. Ma bisognerà capire i tempi dell’intervento, così come sul carbone.

Oggi si riuniscono l’Ecofin e la Commissione. Domani ci sarà un altro incontro sulle sanzioni tra gli ambasciatori Ue, coloro i quali finora hanno gestito la parte relativa alle sanzioni da infliggere a Mosca e al presidente Vladimir Putin. Saranno questi i giorni decisivi. A Bruxelles si terrà anche il vertice Nato dei ministri degli Esteri e probabilmente gli Stati Uniti spingeranno per nuove e più pesanti sanzioni. Nel giro di poche ore si deciderà la risposta europea e scopriremo se Bruxelles sarà davvero intransigente di fronte ai morti di Bucha.

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