Perché la Russia non accusa la Cina per il coronavirus?

Violetta Silvestri

24/04/2020

26/06/2020 - 09:59

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La Russia resta neutrale nello scontro aperto tra Cina e USA durante l’epidemia. Come mai Putin non sta accusando Pechino di aver causato il coronavirus? C’è una precisa strategia, che parla di potere e interessi economici.

Perché la Russia non accusa la Cina per il coronavirus?

La Russia vuole restare neutrale nella battaglia sempre più aspra tra Stati Uniti e Cina sull’origine del coronavirus.

Le due potenze sono tornate a livelli di scontro molto elevati da quando è esplosa la pandemia, quasi azzerando i progressi fatti nella guerra commerciale e resuscitando una rivalità economica e politica mai sopita.

Come si colloca Mosca in questo conflitto? Per ora mantiene un atteggiamento piuttosto cauto e distaccato. Dmitry Peskov, portavoce del presidente russo, ha negato un interesse della Russia a indagare sulla vera origine della COVID-19. Nello specifico, sull’incidente in laboratorio in Cina che avrebbe generato la diffusione del pericoloso virus.

La tesi supportata dagli USA, quindi, non trova appoggio in Putin. Che, invece, pare stia lavorando per mantenere rapporti amichevoli e vantaggiosi proprio con il nemico numero uno di Trump, il presidente cinese Xi Jinping.

Ci sarebbero, quindi, motivi specifici sul perché la Russia non accusa la Cina per il coronavirus.

La Russia cerca la Cina: il motivo è economico

La Russia pensa al dopo epidemia e a come mantenere posizioni di potere strategico ed economico nelle coordinate geopolitiche del post-virus. In questo quadro, la Cina è un partner indispensabile.

Putin sa che la situazione economica della nazione non è delle migliori, minacciata da un indebolimento generale della domanda. Trovare supporto nel grande mercato asiatico, quindi, sarà vitale per gli scambi commerciali dello Stato russo.

Pechino avrà una ripresa economica più rapida di Europa o Stati Uniti e questo è un punto positivo per gli esportatori di materie prime in Russia e in Asia centrale.

Inoltre, mentre le spedizioni di petrolio russo in Europa continuano a diminuire, i volumi pompati verso la Cina sono rimasti stabili finora, grazie al desiderio di Pechino di riempire la sua riserva strategica a livelli di prezzo favorevoli.

Il Cremlino e le élite russe ripongono le loro speranze sul fatto che la Cina realizzerà enormi misure per sostenere la sua economia in rovina e impedire che la crescente disoccupazione causi disordini sociali.

L’attuale posizione della Cina come partner commerciale dominante per la Russia - specialmente per il greggio - e l’Asia centrale sarà rafforzata. I dati del primo trimestre pubblicati dalla dogana cinese supportano questa tendenza.

Putin e la tecnologia cinese per il controllo sociale

Per il Cremlino, la pandemia è stata la migliore occasione possibile per giustificare il rapido abbraccio di sistemi di monitoraggio in stile cinese, come le telecamere di sorveglianza dotate di tecnologia di riconoscimento facciale che stanno iniziando ad apparire nelle strade della città.

Ora è sempre più probabile che la Russia si rivolgerà senza dubbio alla Cina per assistenza tecnica in questo settore.

Le società cinesi tra cui Hikvision e Huawei hanno spinto in modo aggressivo i loro prodotti ai leader autoritari nella regione molto prima della pandemia. Il Governo di Mosca, per esempio, è stato uno dei primi ad affidarsi a venditori cinesi come Hikvision.

Grazie alle pressioni sul bilancio statale russo, i venditori cinesi, che possono fornire una tecnologia all’avanguardia a prezzi inferiori rispetto alle aziende europee, avranno un chiaro vantaggio.

La strategia di Putin, quindi, è piuttosto chiara: niente interferenze in Cina sulle colpe per il coronavirus. Piuttosto, maggiore sostegno a Pechino per tessere trame di potere nel dopo-virus.

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