Perché il mondo rischia di restare senza cibo (e quando)

Luna Luciano

25 Aprile 2022 - 11:45

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Il mondo rischia di rimanere senza cibo in meno di 30 anni. L’allarme degli esperti: la popolazione sarà troppo grande per essere nutrita, bisognerebbe abolire la carne ma non è detto che basti.

Perché il mondo rischia di restare senza cibo (e quando)

Non sarà sufficiente il cibo per sfamare tutta la popolazione: sarà una crisi alimentare globale. È questo l’allarme lanciato dagli esperti. Con una crisi ambientale che avanza e le politiche mondiali ancora incapaci di prendere sufficienti provvedimenti per adottare uno stile sostenibile e green, il mondo rischia di ritrovarsi in meno di 30 anni senza la quantità necessaria di cibo per sfamare tutta la popolazione.

Se in questi anni molto si è tentato di fare per sensibilizzare il singolo consumatore per adottare una dieta vegetariana e uno stile di vita ecosostenibile, questo potrebbe non bastare per evitare una crisi alimentare. Senza contare che per contrastare la crisi climatica e ambiatale in maniera concreta è necessario che siano i grandi produttori e le politiche economiche delle singole Nazioni ad adottare provvedimenti efficaci.

Davanti a tale situazione gli esperti sono stati chiari: anche se la popolazione mondiale diventasse vegetariana, i terreni agricoli potrebbero non sostenere l’intero fabbisogno della popolazione. Una popolazione destinata ad aumentare. Prova della crisi è il dato oggettivo che solo in Africa quest’anno 20milioni di persone rischiano di morire di fame. Davanti a una simile notizia è necessario approfondire l’argomento per comprendere la realtà dei fatti. Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Quando il mondo rischia di restare senza cibo?

Stando ai calcoli degli esperti il mondo rischia di rimanere senza cibo in meno di 30 anni. Per l’esattezza mancano 27 anni e 250 giorni (a partire da domenica 25 aprile 2022) al giorno in cui il mondo rischia di rimanere senza più cibo. Il monito degli scienziati risuona cupamente quanto realisticamente: per poter soddisfare l’attuale fabbisogno “sarebbe necessario avere due pianeti Terra”.

Perché il mondo rischia di restare senza cibo?

Il rischio di una crisi alimentare globale è sempre più concreto. Le cause sono molteplici, a partire da una crisi ambientale, all’aumento della popolazione e le limitate risorse della Terra oltre al costante spreco alimentare. Il monito degli esperti non è puro allarmismo, anzi è supportato da specifici dati statistici che mostrano il perché in poco più di 27 anni il mondo rischia di non avere sufficienti provviste alimentari per sfamare l’intera popolazione.

Stando alle statistiche riportate sembra che nei prossimi 40 anni sarà necessario produrre più cibo di quanto sia stato prodotto negli ultimi 8.000 anni. Come sostenuto in passato dal sociobiologo Edward Wilson, il limite del numero di persone che la Terra può nutrire è fissato a 10 miliardi al massimo assoluto, in quanto i vincoli della biosfera “sono fissi, non c’è margine di manovra”. E sono proprio 10 miliardi, il numero che dovrebbe raggiungere la popolazione entro i prossimi 30 anni.

Eppure, secondo gli ultimi studi - come riportato dal Messaggero - gli esperti, avendo confrontando la crescita della popolazione e delle nascite di anno in anno con l’attuale tasso di consumo eccessivo di cibo, hanno riscontrato che il limite effettivo è più basso. Basta guardare quello che sta accadendo oggi in Africa, dove 20 milioni di persone sono a rischio di morire di fame. Le ritardate piogge hanno peggiorato la siccità in Kenya, Somalia ed Etiopia, che ha lasciato il Corno d’Africa sull’orlo di una catastrofe umanitaria.

Il mondo rischia di rimanere senza cibo: cosa si può fare?

Gli esperti non hanno potuto fornire una soluzione definitiva per poter risolvere lo stringente problema di una crisi alimentare. Sicuramente potrebbe aiutare adottare una dieta vegetariana:

Il mondo potrebbe nutrire una popolazione molto più grande se non mangiassimo carne, perché la produzione di carne richiede più energia di qualsiasi altro cibo. Per esempio, ci vuole 75 volte più energia per produrre carne che mais.

È questa la risposta di uno degli esperti - come riportato sul Messaggero. Una soluzione che non guarda solo alla crisi alimentare ma anche alla crisi ambientale ed energetica: tutti aspetti dello stesso problema. Ad aggravare la situazione però è anche l’eccessivo spreco alimentare, oltre a una dieta vegetariana, quindi, bisognerebbe effettuare una reale spesa consapevole, adottando alcuni accorgimenti per evitare qualsiasi spreco alimentare.

Detto ciò che può fare il singolo consumatore, urge fare un’ulteriore considerazione a livello internazionale. Infatti, ogni volta che si riporta al centro dell’attenzione una tematica inerente alla cooperazione allo sviluppo – che questa sia l’estrema povertà, l’emergenza alimentare o l’assistenza sanitaria - la comunità internazionale si mobilita, cercando soluzioni e fondi. Però, queste risoluzioni sono temporanee, non sradicando il fenomeno alla radice. Effettivamente sono anni che si discute sull’emergenza alimentare; eppure, sono anni che questa non ha fatto altro che crescere. Urge forse un ripensamento non solo della vita del singolo ma globale.

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