Perché Covid e vaiolo delle scimmie sono diversi

Giorgia Bonamoneta

22/05/2022

23/05/2022 - 10:03

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Niente allarmismo, il virus del vaiolo delle scimmie è molto diverso da quello del Covid-19. Letalità e contagiosità fanno la differenza tra casi isolati e pandemia. Ecco perché.

Perché Covid e vaiolo delle scimmie sono diversi

Covid e vaiolo delle scimmie sono diversi, molto diversi e non c’è motivo di andare nel panico. Negli ultimi giorni le notizie sul vaiolo delle scimmie hanno creato preoccupazione e alcuni esperti hanno usato parole allarmanti. Davanti a un fenomeno di questo tipo, dopo due anni di pandemia, mezzo miliardo di contagi e oltre 6 milioni di decessi, è normale che in molti siano spaventati. Non bisogna però allarmarsi, perché Covid e vaiolo delle scimmie sono molto diversi, come anche vaiolo delle scimmie e vaiolo umano.

La prima e importante differenza tra Covid e vaiolo delle scimmie è che non è un virus nuovo. Lo conosciamo, sappiamo quali sono i sintomi e soprattutto come si diffonde. Questo ha permesso al sistema sanitario inglese di isolarlo con facilità e, nel corso di alcune settimane, il livello di diffusione dovrebbe calare a zero. Infatti il virus nell’uomo ha un r0 sotto 1. Vuol dire che se il virus è diffuso a poche persone, per esempio una decina, queste possono contagiarne meno di 1 a testa. Per questo non si può parlare né di epidemia né tantomeno di pandemia.

Il caso di contagio più recente e più esplosivo è stato quello negli Stati Uniti nel 2003, dove un roditore del Ghana ha portato il virus del vaiolo delle scimmie nel Paese contagiando circa 70 persone in totale. Dopo alcune settimane i contagi erano a zero e il virus era stato eradicato.

Il vaiolo delle scimmie si diffonde meno del Sars-CoV-2 (Covid)

Il virus chiamato Monkeypox, appartenente al gruppo degli orthopoxvirus - lo stesso di vaiolo, vaccina e cowpox virus - è un virus che somiglia geneticamente al vaiolo, ma con caratteristiche molto differenti. Sul sito dell’OMS, nella pagina dedicata al virus e aggiornata prima dei recenti casi, si legge che il virus Monkeypox è solito fare salto di specie (zoonosi), ma che il contagio uomo-uomo è piuttosto basso. La trasmissione del virus, a differenza dei coronavirus, non avviene per via aerea. È il contatto stretto o sessuale di fluidi corporei, sudore o piccole particelle in caso di prolungata esposizione faccia a faccia a trasmettere il virus.

Tale prerogativa e l’incidenza iniziale in persone omosessuali e bisessuali ha fatto subito scattare la caccia alle persone queer, come successe per l’Hiv. È bene sottolineare che non si tratta di un virus trasmissibile solo a determinate categorie e che un virus simile non esiste. La risposta logica a questa specifica diffusione è che tra individui con gli stessi interessi sociali e sessuali si sia creato un piccolo focolare. Nei precedenti casi di diffusione di vaiolo delle scimmie, uno accaduto appena lo scorso anno sempre nel Regno Unito, non c’è mai stata questa correlazione tra virus e persone queer.

In ogni caso la trasmissibilità del virus è ridotta: l’r0 è inferiore a 1 e tende a diminuire con il tempo. Vuol dire che una persona contagia meno di un’altra persona. Lo scenario di migliaia di casi annunciato da Matteo Bassetti è, al momento e senza ulteriori notizie su possibili mutazioni del virus, piuttosto irrealistico.

Il vaiolo delle scimmie è meno letale del Sars-CoV-2 (Covid)

Altra sostanziale differenza tra il virus del vaiolo delle scimmie e quello del Covid-19 è la letalità. Nel corso degli ultimi due anni e in determinati periodi di tempo il numero dei decessi giornalieri ha toccato cifre davvero spaventose. Non a caso la diffusione e la letalità del Sars-CoV-2, in particolare in persone over 50, ha richiesto un impegno e un sacrificio da parte di governi, personale sanitario e popolazione mai visti prima. Con il vaiolo delle scimmie non ci sarà nessun lockdown e probabilmente nessuna campagna di vaccinazione.

Il vaiolo delle scimmie ha un tempo di incubazione piuttosto lungo (fino a 2 settimane) e presenta sintomi quali febbre, dolori muscolari, generale senso di affaticamento, ingrossamento dei linfonodi e i rash cutanei tipici di questi virus (come il vaiolo umano). Il tasso di letalità si aggira tra lo 0 e l’11%, con una maggiore pericolosità tra i soggetti under 45 rispetto agli over 50. Il motivo è semplice: gli over 50 sono in genere tutti vaccinati contro il vaiolo umano.

I due virus sono molto simili e per questo il vaccino per il vaiolo umano è efficace fino all’80% contro il vaiolo delle scimmie. La popolazione più giovane non è stata più vaccinata contro il vaiolo e per questo è più esposta al rischio di contagio e di sviluppare sintomi più gravi. L’unico trattamento che conosciamo contro il vaiolo delle scimmie è proprio la prevenzione tramite la vaccinazione, anche se al momento non sembra essere necessaria per tutti proprio per via delle bassa trasmissibilità del virus.

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