Perché il bonus 200 euro non serve a niente

Stefano Rizzuti

24/05/2022

25/05/2022 - 10:46

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Per fronteggiare l’inflazione e il caro energia il governo ha introdotto il bonus 200 euro: una cifra che sembra decisamente insufficiente per mitigare gli aumenti di bollette e prodotti alimentari.

Perché il bonus 200 euro non serve a niente

Le bollette raddoppiano, il costo della benzina lievita, fare la spesa è diventato più caro che mai e gli effetti dell’inflazione colpiscono in prima persona tutti gli italiani. E cosa si fa per contrastare il caro energia? Un bonus da 200 euro. E non per tutti. Meglio di niente, si dirà. Ma i (possibili) risultati dell’ennesimo bonus sembrano piuttosto limitati.

Mentre l’inflazione su base annua è stimata al 6% (fortunatamente ad aprile il dato è in leggero calo rispetto a marzo), le famiglie ricevono qualche aiuto dallo Stato. Poca cosa, però, se si confronta a quanto dovranno spendere in più quest’anno tra bollette, carburante, beni alimentari e persino servizi.

Il bonus 200 euro che arriverà a luglio per lavoratori, disoccupati e pensionati si affiancherà alla riduzione (parziale) delle bollette e al taglio delle accise sui carburanti, oltre che al bonus trasporti, ma sembra poco più che un placebo. Una misura più simbolica che reale e che, dati alla mano, servirà solamente per coprire una minima parte delle spese aggiuntive che aspettano i cittadini nel 2022.

Il bonus 200 euro per lavoratori e pensionati

Il bonus 200 euro è un sostegno una tantum che non verrà erogato a tutti. Andrà a lavoratori dipendenti, co.co.co, stagionali, autonomi, professionisti, pensionati e disoccupati: in totale una platea da 31,5 milioni di italiani, escludendo chi ha un reddito superiore ai 35mila euro. Lo Stato prevede una spesa da 6,3 miliardi di euro, a cui aggiungere 500 milioni previsti per gli autonomi. Il bonus arriverà a luglio.

Quanto spenderanno in più gli italiani nel 2022

Il bonus servirà a mitigare gli aumenti previsti per il 2022 a causa del caro energia e, in generale, dell’inflazione. Ma 200 euro sono davvero sufficienti? Proviamo a capirlo partendo da qualche dato, per quanto solo preliminare. Al momento si stima un aumento per i beni energetici superiore al 40%, con un impatto ridotto solo grazie al bonus energia che potrebbe anche non essere rinnovato nei mesi successivi.

Ma gli aumenti per le bollette restano altissimi: secondo le ultime stime di Arera, per l’elettricità le famiglie spenderanno l’83% in più dello scorso anno (poco meno di mille euro) e per il gas il 71% in più (oltre 1.600 euro). E non è di certo finita qui: il carrello della spesa cresce del 5,7% con un netto incremento dei costi dei beni alimentari, in alcuni casi superiore al 10%.

Per capire cosa questo voglia dire per le tasche degli italiani prendiamo in considerazione una serie di stime. La prima è quella dell’Unione nazionale consumatori, secondo cui nel 2022 una coppia con due figli spenderà 2.303 euro in più dello scorso anno. Di cui 434 solamente per gli aumenti dei prodotti alimentari e delle bevande.

Per il Codacons gli aumenti arriveranno fino a 2.594 euro a famiglia in un solo anno. Un’altra stima dell’Unione nazionale consumatori e di Altroconsumo prevede che una coppia con due figli spenderà, solamente di cibo e bevande, 502 euro in più dello scorso anno. Per una coppia con un figlio l’aumento, solamente al supermercato, sarà di 451 euro.

Perché il bonus 200 euro è inutile contro caro energia e inflazione

E allora si torna al punto di partenza: 200 euro sono meglio di niente. Ma sono effettivamente poca cosa se confrontati alle maggiori spese che tutti gli italiani stanno affrontando in questi mesi. Per molte famiglie il bonus non basterà neanche a coprire l’aumento delle bollette già evidente con le fatture dei primi mesi dell’anno.

Proviamo anche a fare una stima: se una coppia di lavoratori riceverà 400 euro di bonus (200 a testa), resta comunque il fatto che gli aumenti stimati nel 2022 per una coppia, magari con un figlio, sono superiori ai 2mila euro. E il bonus servirà a ripagare solo una parte minima di queste maggiori spese. A questo punto sembra evidente che la soluzione non può essere il bonus, ma che forse servirebbe qualcosa in più per aiutare davvero i cittadini: che siano stipendi più alti o reali tagli ai costi di energia e prodotti alimentari.

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