Pensioni: i sindacati verso quota 102? La richiesta al nuovo governo

Teresa Maddonni

08/02/2021

25/10/2022 - 12:08

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Pensioni: i sindacati potrebbero puntare su Quota 102 per superare Quota 100 e la richiesta potrebbe finire sul tavolo del prossimo governo. Mercoledì previsto l’incontro tra Mario Draghi e parti sociali.

Pensioni: i sindacati verso quota 102? La richiesta al nuovo governo

Pensioni: i sindacati potrebbero essere orientati verso Quota 102?

Potrebbe essere questa una delle richieste al prossimo governo sebbene si tratti solo di prime indiscrezioni in vista dell’incontro previsto mercoledì con il premier incaricato Mario Draghi.

Il nodo sarebbe rappresentato dalle pensioni con Quota 100 e la scadenza della misura al termine del 2021.

Tra le prime ipotesi avanzate qualche settimana fa, ma ancora in tempi di crisi di governo con i vecchi ministri in carica, vi era quella di una mini proroga.

Il governo draghi tuttavia potrebbe decidere di far scadere per le pensioni Quota 100 e pertanto si creerebbe lo scalone di 5 anni fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia a 67 anni che i sindacati vogliono evitare.

Pensioni: per i sindacati possibile Quota 102

In tema di pensioni forse il prossimo governo Draghi non andrà a rinnovare Quota 100 il che fa scattare un timore nei sindacati che potrebbero chiedere Quota 102. Ma di cosa si tratta?

Da tempo si parla di tanto in tanto di Quota 102 come possibile alternativa a Quota 100.

Si tratterebbe della pensione, anche questa anticipata, a 64 anni con 38 anni di contributi; a oggi con Quota 100 si può andare in pensione con 62 anni e 38 anni di contributi.

A riportare in auge un intervento sulle pensioni con una possibile Quota 102 prospettata dai sindacati è La Stampa. Quota 100 termina il triennio di sperimentazione nel 2021 e pertanto i sindacati vorrebbero ridurre lo scalone che si verrebbe a creare fino ai requisiti per la pensione di vecchiaia con Quota 102.

Ciò che potrebbero auspicare è una maggiore flessibilità in uscita.

Il prossimo governo Draghi dovrebbe intervenire anche sulle pensioni e l’ipotesi di un rinnovo di Quota 100 si allontana sempre di più. Il governo potrebbe optare per pensioni flessibili lasciando misure come Opzione donna e Ape sociale per le categorie maggiormente a rischio.

D’altronde Quota 100 da sempre non piace all’Europa e il governo dovrebbe intervenire primariamente su questo elemento in termini di riforma delle pensioni.

Con buona probabilità i sindacati verranno convocati dal premier, incaricato a formare il nuovo governo, nella mattinata di mercoledì e quella sarà l’occasione per affrontare il tema delle pensioni, oltre al più scottante del blocco dei licenziamenti e della riforma degli ammortizzatori sociali.

Non solo pensioni: priorità a riforma ammortizzatori sociali

Non solo pensioni, perché per i sindacati la priorità ce l’ha anche la riforma degli ammortizzatori sociali che inevitabilmente si lega al blocco dei licenziamenti per il quale si chiede la proroga generalizzata.

Maurizio Landini, segretario della CGIL, ospite ieri nella trasmissione di RAI3 di Lucia Annuziata Mezz’ora in più, ha parlato proprio del blocco dei licenziamenti definito come “bomba sociale” destinata a scoppiare se non si interviene.

I sindacati, oltre alle pensioni, chiederanno al premier incaricato anche la proroga del blocco dei licenziamenti, come è stato d’altronde chiesto alla ministra del Lavoro uscente Nunzia Catalfo:

“Noi non vogliamo semplicemente una proroga del blocco dei licenziamenti per tutti ma vogliamo una riforma del sistema degli ammortizzatori sociali, che sia sistema valido per tutti e che colga le differenze tra le varie attività.”

E ha aggiunto:

“Prima di vedere come va a finire, la giocherei la partita della proroga del blocco dei licenziamenti. Siamo ancora in piena pandemia e ci sono state tante differenze nei vari settori produttivi, ci sono settori come i servizi e il turismo che sono in ginocchio. Diciamo che serve un mese per fare una riforma degli ammortizzatori sociali. E lì che c’è bisogno di avere una visione e bisogna proteggere quei lavoratori e quelle imprese se non si vuole una bomba sociale. Siamo d’accordo con Draghi su una cosa: basta con la politica degli incentivi, servono politiche attive per il lavoro. Il messaggio da dare è proteggere i lavoratori. ”

La riforma degli ammortizzatori sociali, come quella delle pensioni annunciata dal governo uscente, al momento si è arenata.

Quello che si chiede è di intervenire al più presto per salvare migliaia di posti di lavoro a rischio con la fine del blocco dei licenziamenti. Le prossime ore forse, anche in tema di pensioni, ci daranno qualche indizio in più sulla posizione del prossimo governo in merito.

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