Pensioni, non ci sono buone notizie: perché l’incontro del 30 maggio rischia di essere una delusione

Simone Micocci

23 Maggio 2023 - 10:20

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Riforma delle pensioni, programmato un nuovo incontro con i sindacati per il 30 maggio (ma si parlerà anche di altro). Il rischio è che possa trattarsi di una nuova delusione.

Pensioni, non ci sono buone notizie: perché l’incontro del 30 maggio rischia di essere una delusione

Dopo mesi di silenzio - l’ultimo incontro c’era stato il 13 febbraio - il governo torna a convocare i sindacati per discutere degli ultimi sviluppi in merito alla riforma delle pensioni. Ma non solo: nel corso del nuovo incontro, programmato per martedì 30 maggio, si discuterà anche di riforma fiscale, inflazione, sicurezza sul lavoro e produttività.

I temi sul tavolo, quindi, sono molti, ragion per cui non dobbiamo aspettarci chissà quali novità dall’incontro. Tutto ciò comunque conferma quanto abbiamo più volte sottolineato: semmai un accordo sulla riforma delle pensioni dovesse arrivare lo farà prima di settembre, quando il governo dovrà valutare le risorse da stanziare con la nota di aggiornamento al Def. Ma con pochi mesi davanti difficilmente ci saranno stravolgimenti sul fronte pensioni, con quella che potrebbe essere l’ennesima beffa per coloro che sperano in un superamento della legge Fornero.

Pensioni, nuovo incontro ma…

L’incontro in programma il 30 maggio non sarà la prosecuzione del confronto sulle pensioni avviato a inizio anno dal governo Meloni. Lì, infatti, la riforma del sistema pensionistico era l’unico tema sul tavolo e nonostante ciò sono emerse subito le difficoltà di arrivare a una riforma in tempi stretti.

Nel primo incontro, ad esempio, la ministra Calderone ha promesso novità per Opzione donna che tuttavia non sono poi arrivate, mentre al secondo la ministra non si è neppure presentata lasciando al sottosegretario Claudio Durigon l’onere di discutere con le parti sociali, senza però saper fornire le risposte adeguate o fissare un calendario per la riforma.

Da allora - il secondo e ultimo incontro andò in scena il 13 febbraio 2023 - sulle pensioni è sceso il silenzio, tant’è che non se ne fa menzione neppure nel Documento di economia e finanza. E ad alimentare lo scetticismo ci ha pensato anche il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, il quale ha dichiarato che “non ci sono riforme possibili per la situazione demografica del Paese”.

Finalmente però sembra intravedersi la luce in fondo al tunnel: i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, infatti, sono stati convocati martedì 30 maggio a Palazzo Chigi per “impostare il lavoro” sulle riforme istituzionali riguardanti fisco, pensioni e lavoro. Al termine dell’incontro, poi, ce ne saranno altri con i ministeri interessati.

Probabile, quindi, che all’incontro prenda parte la stessa Giorgia Meloni e siamo certi che i sindacati la incalzeranno per capire quali sono le sue intenzioni a riguardo. Perché se non ci sono dubbi rispetto al fatto che nel 2024 ci sarà una riforma fiscale - che potrebbe avere ripercussioni anche sulle pensioni - non è chiaro cosa questo governo intende fare sulle pensioni.

L’incontro del 30 maggio rischia di deludere sul fronte pensioni?

I sindacati si aspettano risposte chiare sulle pensioni ma su questo fronte potrebbero restare delusi. Secondo indiscrezioni, infatti, sembra che la riforma previdenziale che il governo avrebbe voluto attuare per il 2024 non sia più una priorità.

Quindi le cose sono due: o la presidente del Consiglio tergiverserà rimandando a incontri futuri specifici sul tema pensioni, oppure ammetterà che almeno per il momento ci sono altri temi caldi a cui il governo dovrà dedicarsi. In entrambi i casi si tratterebbe di una delusione per chi spera che per il prossimo anno possano esserci strade più flessibili per l’accesso alla pensione, i quali rischiano di doversi accontentare della proroga di Quota 103 con la quale verrà preso tempo in vista di una riforma che a questo punto potrebbe essere rinviata al 2025.

Sarà comunque importante calendarizzare un programma che questa volta non preveda interruzioni: non ha senso, infatti, avviare un dibattito e non vedere la partecipazione di un ministro già al secondo incontro, come pure sospensioni di mesi e mesi che impediscono la continuità del confronto. E soprattutto, ma questo i sindacati lo chiedono da tempo, sarebbe giusto far chiarezza fin da subito su quelle che sono le risorse a disposizione per la riforma, informazione essenziale per capire cosa si potrà e non potrà fare.

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