Pensione di vecchiaia con solo 5 anni di contributi, come funziona e requisiti

Simone Micocci

28 Febbraio 2024 - 10:17

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Pensione con 5 anni di contributi, ma al compimento dei 71 anni: ecco per chi rischia di essere l’unica opportunità per il collocamento in quiescenza.

Pensione di vecchiaia con solo 5 anni di contributi, come funziona e requisiti

Ci sono lavoratori che possono accedere alla pensione di vecchiaia con soli 5 anni di contributi (anziché i 20 anni solitamente richiesti). Tuttavia, a una riduzione sensibile del requisito contributivo è collegato un aumento dell’età per andare in pensione: non più 67, ma 71 anni.

Va sottolineato che si tratta di 5 anni di contribuzione effettiva (obbligatoria, volontaria, da riscatto), con l’esclusione quindi di quella figurativa accreditata a qualsiasi titolo

A prevederlo è l’opzione contributiva della pensione di vecchiaia, misura che come si può facilmente intuire dal nome è riservata a coloro che rientrano interamente nel regime contributivo per il calcolo dell’assegno.

Vale quindi per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1 gennaio 1996 e non ha contributi accreditati nei periodi precedenti, i quali per andare in pensione a 67 anni di età devono avere oltre a 20 anni di contributi anche un assegno almeno pari all’importo annuo dell’Assegno sociale, quindi 534,41 euro nel 2024.

Chi non soddisfa questa condizione, o comunque non ha raggiunto i 20 anni necessari per l’accesso alla pensione (ricordiamo infatti che lo sconto a 15 anni riconosciuto dalla legge Amato non si applica ai contributivi puri) può quindi attendere e andarci a 71 anni.

Un’opzione che di fatto evita che i contributi maturati da chi ha avuto una breve carriera lavorativa vadano persi, opportunità che invece non viene riconosciuta a coloro che hanno almeno un contributo maturato entro il 31 dicembre 1995 e non raggiungono il minimo richiesto dalla pensione di vecchiaia.

Vediamo dunque come funziona la pensione di vecchiaia contributiva e in quali casi, per quanto il pensionamento arrivi solo a 71 anni, va vista comunque come un’opportunità per il lavoratore.

Pensione di vecchiaia con meno di 20 anni di contributi

Se si arriva al compimento dei 67 anni senza aver maturato i 20 anni di contributi minimi necessari per accedere alla pensione di vecchiaia, l’unica soluzione per smettere di lavorare è attendere il compimento dei 71 anni così da rientrare nella pensione di vecchiaia contributiva.

Come anticipato, però, non tutti i lavoratori riescono a centrare l’uscita a 71 anni che richiede un minimo di 5 anni di contributi. Si tratta, infatti, di una possibilità offerta soltanto ai contributivi puri e che esclude tutti coloro che hanno contributi versati prima del 1996.

In alternativa, chi ha contributi versati in precedenza e non è riuscito a raggiungere i 20 anni richiesti dalla pensione di vecchiaia (e non può neppure ricorrere alle tre deroghe della legge Amato) può valutare se soddisfa i requisiti per il computo della Gestione Separata.

In tal caso, infatti, la pensione sarà calcolata interamente con il sistema contributivo e di conseguenza sarà possibile accedere anche all’opzione contributiva per la pensione di vecchiaia. Ma in tal caso non bastano 5 anni di contributi, poiché per il computo ne servono almeno 15.

Pensione di vecchiaia ritardata per chi ha guadagnato poco

State pensando al futuro dopo il lavoro e credete che per voi la pensione arriverà a 67 anni visto che siete certi di raggiungere i 20 anni di contribuzione suddetti.

Probabile, ma non scontato. Facciamo chiarezza: è vero che oggi l’età pensionabile è fissata a 67 anni, e con 20 anni di contributi, ma va anche detto che questa non è una possibilità per tutti.

Al netto di quelli che saranno gli adeguamenti con le aspettative di vita (che entro i prossimi 10 anni potrebbero portare il requisito anagrafico sotto la soglia dei 68 anni), infatti, l’accesso alla pensione di vecchiaia è limitato, nel solo caso dei contributivi puri, a coloro che possono vantare un assegno d’importo soddisfacente.

Non tutti, quindi, possono accedere alla pensione di vecchiaia a 67 anni; per alcuni potrebbe essere l’opzione contributiva della stessa l’unica soluzione, per la quale il pensionamento scatta al compimento dei 71 anni (che con i vari adeguamenti con le speranze di vita potrebbero anche salire a 72).

Ma facciamo chiarezza. Oggi per la pensione di vecchiaia è sufficiente aver compiuto 67 anni di età e aver maturato 20 anni di contributi. Queste condizioni, tuttavia, non bastano per coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996. Per i cosiddetti “contributivi puri”, infatti, è prevista un’ulteriore condizione, di tipo economico, ossia aver maturato un assegno pari o superiore a all’importo dell’Assegno sociale.

Questo requisito è stato modificato dalla legge di Bilancio 2024, poiché in precedenza bisognava aver raggiunto un importo almeno pari a 1,5 volte il valore dell’Assegno sociale.

Oggi, quindi, la soglia da raggiungere per la pensione di vecchiaia è di 534,41 euro al mese, 6.947,33 euro l’anno. Tuttavia, dal momento che questo valore è oggetto ogni anno a rivalutazione in base all’andamento dell’inflazione, non possiamo dire con certezza quale sarà nei prossimi anni l’importo minimo da raggiungere per smettere di lavorare a 67 anni.

Quanto bisogna guadagnare per raggiungere una pensione vicina ai 7.000 euro?

Un tale importo può sembrare semplice da ottenere, ma se guardiamo al funzionamento del sistema di calcolo contributivo significa che in 20 anni di lavoro - e 67 anni di età, con un coefficiente di trasformazione del 5,723% - bisogna aver maturato un montante contributivo di 122 mila euro circa.

Il che significa che in media bisogna aver percepito uno stipendio di 18.500 euro l’anno, 1.425 euro lordi al mese, per 20 anni di lavoro. Non molto, ma non tutti riescono ad arrivare a una tale cifra. Basti pensare a chi lavora per una vita con contratto part-time, o comunque a chi per anni ha dovuto accontentarsi di stipendi molto bassi.

Ecco il motivo per cui fin da subito bisogna riflettere sulla propria pensione futura, pensando a qualche soluzione per aumentarne l’importo.

Chi non raggiunge il suddetto requisito economico dovrà aspettare qualche anno per andare in pensione. Le soluzioni sono due:

  • sperare che con il passare degli anni, e approfittando di un coefficiente di trasformazione più vantaggioso, riesca a raggiungere il requisito economico richiesto potendo così accedere alla pensione di vecchiaia comunque prima dei 71 anni;
  • aspettare il compimento dei 71 anni (al netto di quello che potrebbe cambiare con i prossimi adeguamenti con le aspettative di vita) e accedere alla pensione di vecchiaia contributiva.

Queste le uniche due opzioni: è per questo motivo che chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996 e in questi anni ha vissuto sulla propria pelle le conseguenze della crisi del mercato del lavoro, rischia di andare in pensione più tardi rispetto ai 67 anni.

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