Pensione di reversibilità: come si calcola l’importo spettante ai superstiti

Simone Micocci

18/05/2021

27/12/2022 - 14:46

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Per il calcolo dell’importo della pensione di reversibilità bisogna tenere a mente determinate percentuali: ecco quali.

Pensione di reversibilità: come si calcola l’importo spettante ai superstiti

Capire come si calcola la pensione di reversibilità è desiderio di quei familiari superstiti che alla morte del dante causa ne vanno ad “ereditare” l’assegno di pensione da questo maturato.

È bene sottolineare che la pensione di reversibilità non è un trattamento assistenziale, bensì di tipo previdenziale. Questo, infatti, viene erogato in base alla contribuzione versata dal de cuius: non spetta, però, in misura intera ai superstiti, eccetto in alcune situazioni, anche perché è parametrato in base al reddito percepito da coloro ai quali viene riconosciuta la reversibilità.

Esistono delle percentuali di cui tener conto per il calcolo della pensione di reversibilità, sia per quanto riguarda la quota riconosciuta ai vari superstiti che per il taglio previsto in presenza di altri redditi. Dobbiamo partire da queste, quindi, per capire quanto spetta di pensione di reversibilità a seconda dei casi.

Pensione di reversibilità: come si calcola

Per il calcolo della pensione di reversibilità ovviamente si parte dall’assegno di pensione maturato dal dante causa al momento del decesso. L’importo viene definito applicando le attuali regole per il calcolo della pensione: quindi per la parte di contributi accreditati prima del 1° gennaio 1996 si applicano le regole del retributivo, mentre per quelli che fanno riferimento al periodo successivo si applica il contributivo.

A questo punto, partendo dall’importo della pensione maturata dal dante causa, possiamo capire quanto spetta ai beneficiari che hanno diritto alla reversibilità. Nel dettaglio, le percentuali da applicare variano a seconda della tipologia dei superstiti che percepiscono la pensione, ossia:

  • al coniuge solo spetta il 60% dell’importo della pensione del dante causa;
  • al coniuge con un figlio a carico spetta l’80%;
  • al coniuge con due o più figli a carico spetta il 100%.

In assenza del coniuge la pensione di reversibilità spetta ai figli, nella misura di:

  • un solo figlio: 70%;
  • due figli: 80%;
  • tre o più figli: 100%.

Ci sono dei casi, in cui la pensione di reversibilità spetta anche ai genitori (in assenza di coniuge o figli). In tal caso la quota spettante è pari al:

  • 15%, nel caso di un genitore solo;
  • 30%, nel caso di due genitori.

E ancora, l’importo della pensione di reversibilità potrebbe anche spettare a fratelli e sorelle del dante causa, nella misura del:

  • un solo fratello/sorella: 15%;
  • due fratelli/sorelle: 30%;
  • tre fratelli/sorelle: 45%;
  • quattro fratelli/sorelle: 60%;
  • cinque fratelli/sorelle: 75%;
  • sei fratelli/sorelle: 90%;
  • sette o più fratelli/sorelle: 100%.

Esempio pratico

Pensiamo, quindi, all’esempio in cui il dante causa lasci una pensione da 2.000 euro lordi. La moglie sola, senza figli a carico (si ricorda che la reversibilità per i figli è riconosciuta fino al compimento dei 26 anni se studenti universitari, sino a 21 anni se studenti, o comunque fino alla maggiore età, mentre non ci sono limiti di età per i figli inabili al lavoro) avrà diritto al 60% dell’assegno, ossia a 1.200,00€ mensili (a patto che non abbia altri redditi, come vedremo meglio di seguito).

Nel caso in cui ci fosse stato ancora un figlio a carico, invece, questa avrebbe percepito l’80% della reversibilità, quindi 1.600,00€ mensili.

In assenza del coniuge, invece, la pensione di reversibilità spetta ai figli. Pensiamo al caso di Tizio e Caio, rispettivamente di 20 (ma studente universitario) e 17 anni. A questi spetta l’80% della pensione di reversibilità, quindi 1.600,00€, ovviamente divise in due quote da 800,00€ ciascuno.

Calcolo pensione di reversibilità: percentuali di taglio dell’importo

Non basta attenersi alle suddette percentuali per effettuare il calcolo della pensione di reversibilità. La normativa, infatti, prevede dei tagli per coloro che possiedono altri redditi.

Nel dettaglio, non sono previsti tagli per chi ha redditi che non superano di tre volte l’importo annuo del trattamento minimo di pensione. Quindi, per il 2021 il limite da non superare per beneficiare dell’intera quota della pensione di reversibilità è pari a 20.107,62€. Sopra di questa soglia scattano dei tagli, pari a:

  • reddito compreso tra le tre e le quattro volte il trattamento minimo, quindi tra 20.107,62€ e 26.810,16€: taglio del 25%;
  • reddito compreso tra le quattro e le cinque volte il trattamento minimo, quindi tra 26.810,16€ e 33.512,70€: taglio del 40%;
  • reddito superiore alle cinque volte il trattamento minimo, quindi a 33.512,70€: taglio del 50%.

Ma attenzione: le suddette riduzioni non si applicano quando nel nucleo familiare ci sono figli minorenni, studenti o inabili.

Esempio pratico

Riprendiamo gli esempi fatti in precedenza per capire come il taglio influisce sul calcolo della pensione di reversibilità. Ad esempio, pensiamo alla moglie sola che ha un reddito di 30.000,00€: questa non avrà più diritto ai 1.200,00€ di pensione suddetti, in quanto bisogna applicare una decurtazione del 40% dell’importo. Ciò significa, dunque, che la pensione di reversibilità avrà un importo pari a 720,00€.

Non si applicano tagli, quindi la reversibilità spetta per intero secondo la quota prevista, per il coniuge con figli minorenni o studenti.

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