Pensione militari arruolati dopo gli anni ’80: come chiedere il ricalcolo dell’assegno all’Inps

Simone Micocci

14/03/2019

14/03/2019 - 16:31

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Pensione Forze Armate e di Polizia: guida su come fare ricorso contro l’Inps per chiedere il ricalcolo della pensione secondo quanto stabilito dall’articolo 54.

Pensione militari arruolati dopo gli anni ’80: come chiedere il ricalcolo dell’assegno all’Inps

Pensione Forze Armate e di Polizia: per gli arruolati dopo gli anni ‘80 è possibile fare ricorso contro l’Inps, chiedendo il ricalcolo dell’assegno con parametri più favorevoli rispetto a quelli attuali.

Tema centrale della questione è ancora una volta quell’articolo 54 del D.P.R. 1092 del 29 dicembre 1973 e dell’interpretazione che l’Inps dà della norma in oggetto.

Prima di fare chiarezza su come chiedere un ricalcolo della pensione e cosa fare in caso di rifiuto dell’Inps, facciamo un passo indietro per spiegare di cosa tratta questo articolo. Qui viene stabilito che per le forze armate e di polizia ad ordinamento militare che alla data del 31 dicembre 1995 hanno maturato almeno 15 anni di contributi e non più di 20 spetta il 44% della base pensionabile.

L’interpretazione che l’Inps dà di questa norma è la più restrittiva possibile: secondo l’Istituto, infatti, non è possibile applicare la suddetta aliquota di rendimento nei confronti di quei militari che alla data suddetta hanno maturato meno di 15 anni di contributi. Nei confronti di questi dovrebbe quindi applicarsi quanto previsto dall’articolo 44 dello stesso decreto, nel quale viene stabilita un’aliquota di rendimento per il personale civile pari a 2,33% per ogni anno di contribuzione.

Diverse sentenze della Corte dei Conti, però, hanno discordato con questa interpretazione, stabilendo che per i militari si applica sempre l’articolo 54, anche se arruolati dopo gli anni ‘80 e quindi con meno di 15 anni di contributi alla data del 31 dicembre 1995. Per questi si dovrebbe utilizzare un’aliquota del 2,93%, che moltiplicata per 15 anni di contributi darebbe quindi diritto al 44% della base pensionabile.

Da parte del Governo c’è il pieno sostegno all’interpretazione data dall’Inps, ma in questi anni diversi militari hanno avuto il coraggio di affrontare le Istituzioni facendo ricorso alla Corte dei Conti, la quale ha riconosciuto il loro diritto ad un trattamento di maggior favore obbligando l’Inps ad effettuare il ricalcolo della pensione.

Ma cosa devono fare gli appartenenti alle Forze Armate e di Polizia per chiedere che l’Inps calcoli la pensione (nella parte soggetta al sistema retributivo) con una percentuale del 2,93% rispetto a quella del 2,33% applicata attualmente? Scopriamolo.

Pensioni militari: chi può chiedere il ricalcolo all’Inps

Prima di vedere come fare, facciamo chiarezza su quali sono i soggetti interessati. Ebbene, la questione riguarda tutti quei militari e appartenenti alle forze di polizia ad ordinamento militare che alla data del 31 dicembre 1995 hanno maturato meno di 15 anni di contributi.

Stiamo parlando, quindi, degli arruolati dopo gli anni ‘80 nei corpi dell’Esercito, dell’Aeronautica o della Marina, ma anche nell’Arma dei Carabinieri o nella Guardia di Finanza.

Discorso a parte per le Forze di Polizia: nel caso della Polizia di Stato, infatti, possono agire in giudizio rivendicando un calcolo più favorevole per la pensione solamente gli arruolati prima del 25 giugno 1982, dal momento che subito dopo questa è divenuta corpo di polizia ad ordinamento civile.

Per quanto riguarda la Polizia Penitenziaria, invece, si può fare ricorso solo se arruolati prima del 15 dicembre 1990, data in cui questa è stata trasformata in corpo di polizia ad ordinamento civile.

In ogni caso è sempre necessario - indipendentemente dal corpo di appartenenza - che questo abbia una pensione calcolata con sistema misto, ossia con una parte di retributivo e con l’altra di contributivo.

Ricalcolo della pensione, articolo 54: cosa fare?

Come prima cosa è necessario procurarsi la documentazione necessaria così da valutare se esistono i presupposto per chiedere la rideterminazione della pensione all’Inps. Nel dettaglio è importante procurarsi il modello 5007 con il quale viene disposta la liquidazione della pensione, nonché il modello Obis/M con cui ogni anno l’Inps comunica ai pensionati tutte le informazioni riguardanti la pensione da essi percepita.

Qualora - possibilmente con l’aiuto di un esperto della materia - ci si renda conto che esistono i presupposti per fare richiesta dall’Inps per il ricalcolo dell’assegno previdenziale si può procedere inviando un’istanza di riliquidazione all’ufficio Inps competente sul territorio.

Nel caso in cui questa mossa non produca gli effetti sperati, ovvero in caso di respingimento dell’istanza, potete fare ricorso contro l’Inps dinanzi alla Corte dei Conti. Ovviamente per fare ricorso dovrete farvi assistere da un legale, sostenendo le spese per l’udienza e con il rischio che il giudice non vi dia ragione. Il ricorso, in ogni caso, dovrà essere presentato entro tre anni dal rigetto dell’istanza da parte dell’Inps.

Come anticipato, però, negli ultimi anni diversi giudici si sono schierati dalla parte dei militari, accogliendo il ricorso e obbligando l’Inps al ricalcolo della pensione. A tal proposito ricordiamo le sentenze 12, 13, 44 e 46 del 2018 pronunciate dalla Corte dei Conti Sezione Giurisdizionale per la Regione Calabria, o anche le sentenze 446-468 del 2018 per la Regione Puglia, la 9/2019 della Regione Liguria e la 228/2018 della Regione Toscana.

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