La patrimoniale in Italia non deve far paura perché già la paghiamo

Patrizia Del Pidio

10 Aprile 2023 - 12:47

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In Italia la patrimoniale non dovrebbe spaventare i contribuenti perché di tasse sul patrimonio ne paghiamo già fin troppe.

La patrimoniale in Italia non deve far paura perché già la paghiamo

Patrimoniale in Italia? Perché i contribuenti dovrebbero esserne spaventati quando è una realtà già tanto amara con cui facciamo i conti tutti i giorni?

Di tasse sul patrimonio, infatti, ne sono in vigore molte e portano nelle casse dello Stato oltre 37miliardi l’anno. E proprio per questo quando si presenta uno spauracchio sulla patrimoniale non ci si dovrebbe spaventare: c’è, la paghiamo e ci conviviamo ormai da anni.

Ma cos’è una tassa patrimoniale e perché spaventa? Solitamente quando si pensa alla cosiddetta “patrimoniale” ci si riferisce ad una imposta pensata per risanare i conti dello Stato che ha lo scopo di tassare il patrimonio personale delle persone fisiche.

In Italia, però, ancora pesa una notte tristemente famosa di oltre 30 anni fa quando il Governo Amato, prese una decisione senza precedenti: applicare un prelievo forzoso sui conti correnti degli italiani del 6 per mille. E la cosa che sconvolse talmente tanto la popolazione che ancora si teme che la cosa possa ripetersi ancora.

Patrimoniale in Italia: le tasse che già ci sono

Ma quando si parla di tassa patrimoniale non si deve pensare solo ad eventuali prelievi forzosi, che sono un’eccezione. Le tasse sul patrimonio in Italia già si pagano e sono molte. Purtroppo, però, il tema della patrimoniale torna ciclicamente al centro dibattito pubblico, ancor di più in periodi di “ristrettezze” economiche.

Si è tentato di introdurre una tassa sui grandi patrimoni con la Legge di Bilancio 2021, e c’è chi ha erroneamente accostato il rischio di nuove tasse all’entrata in scena del Premier Mario Draghi. Ma così non è stato.

In tutti i casi, il rischio di una tassa sui patrimoni preoccupa gli italiani, per la maggior parte ostili a tale tipologia di tassazione. Ma parlare di patrimoniale in Italia non dovrebbe essere un tabù, perché nell’intricato sistema fiscale del Bel Paese se ne contano già moltissime, tra quelle che pesano sul possesso o che impattano sul trasferimento di patrimoni.

Si tratta di tasse, imposte e tributi che colpiscono la ricchezza e i possedimenti dei cittadini. Ma solo per il fatto che non vengono classificate come tasse patrimoniali spaventano meno. Ma lo sono, perché colpiscono, appunto, il patrimonio.

Le tasse patrimoniali sul possesso che già ci sono

Anche senza saperlo, quindi, paghiamo tasse patrimoniali ogni anno. Bollo auto, superbollo e canone Rai altro non sono che tasse sul possesso di beni. Anche se il bollo auto e il superbollo vengono mascherate come tasse di circolazione, infatti, sono dovute anche se il veicolo è chiuso in garage e non circola. Basta essere proprietari per dover pagare il balzello annuale.

Stesso discorso per il canone Rai, dapprima spacciato come abbonamento ai canali Rai, si è trasformata poi, in una vera e propria tassa per chiunque possieda apparecchi atti a ricevere le trasmissioni televisive. Una tassa di possesso, dunque.
Il rappresentante di Confindustria, audito dalle Commissioni Finanze di Camera e Senato nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla riforma fiscale, fornisce alcuni esempi di tasse sul patrimonio attualmente in vigore.

Per non parlare dell’Imu, la tanto odiata imposta sulla casa da cui, fortunatamente, sono esentate le prime abitazioni non di lusso. Ma pagare l’Imu sulle seconde abitazioni o su quelle di lusso non è altro che una patrimoniale sugli immobili. Ovvero sul loro possesso.

Quelle appena menzionate sono imposte patrimoniali reali, perché colpiscono una componente specifica della ricchezza (l’auto, l’apparecchio televisivo o la casa). Ma ne esistono anche altre forme.

Imposte sui patrimoni in Italia

Quante imposte paghiamo sui patrimoni mobiliari posseduti senza neanche rendercene conto? Vediamo le più comuni:

  • l’Ivie e l’Ivafe, ad esempio , che colpiscono immobili e attività finanziarie detenute all’estero;
  • l’imposta di bollo su conti titoli che è pari allo 0,20% del valore di mercato dei prodotti finanziari che si hanno nel portafoglio;
  • l’imposta di bollo sui depositi (conti correnti e libretti di risparmio) che ammonta a 34,20 euro l’anno per depositi superiori a 5.000 euro;
  • l’imposta di successione che pagano gli eredi;
  • l’imposta di donazione;
  • imposta ipotecaria;
  • imposta catastale che si paga alla voltura per passaggio di proprietà di un immobile;
  • imposta di registro che deve pagare chi trasferisce una proprietà e che si paga sul valore catastale in base ad un’aliquota;

Molto probabilmente non è molto sensato parlare di patrimoniale in Italia, ma sarebbe il caso di riorganizzare le tasse patrimoniali che già gravano sulla ricchezza.

Insomma, non solo questioni di gettito: serve una riforma fiscale che sia in grado di accompagnare il Paese verso la ripartenza e una riorganizzazione della miriade di imposte che gravano sulla spalle degli italiani. Considerando anche che non sempre si tratta di imposte che, per forza, vanno a pesare su chi ha patrimoni ingenti.

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