Patent Box 2022: come funziona e novità

Caterina Gastaldi

4 Maggio 2022 - 16:21

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L’Agenzia dell’Entrate ha comunicato le nuove regole riguardanti il Patent Box 2022: ecco come funziona e quali sono le novità.

Patent Box 2022: come funziona e novità

Con il decreto attuativo del 15 febbraio 2022 l’Agenzia delle Entrate ha comunicato le nuove informazioni riguardanti il Patent Box 2022.

Dal suo ingresso nell’ordinamento italiano nel 2015, questa misura ha subito profonde modifiche. Con la Legge di Bilancio 2022, passa dall’essere una detassazione parziale dei redditi derivanti dai beni immateriali, a una deduzione 110% dei costi di ricerca e sviluppo dei progetti.

Cos’è il Patent Box

Per beni immateriali si intendono, in generale, quei beni che pur non costituendo un valore diretto per l’azienda, come quello monetario, hanno comunque un valore importante. Ne sono un esempio i software con copyright.

Il nuovo regime di Patent Box ha portato diversi cambiamenti rispetto a quello precedente, ma l’intenzione alla base è sempre la stessa, ovvero rendere il mercato italiano più attraente per investimenti a lungo termine.

La versione passata del Patent Box si presentava come un regime di tassazione agevolata; il Patent Box 2022 diventa una deduzione fino al 110% dei costi di ricerca e sviluppo per alcune tipologie di beni immateriali, valida sia ai fini Ires che Irap. Si applica su opzione e ha una durata di cinque periodi di imposta; è irrevocabile e rinnovabile.

Come funziona il nuovo Patent Box

A poter beneficiare del nuovo Patent Box 2022 riguardante i costi di ricerca e sviluppo sostenuti sono tutti i soggetti che siano titolari di reddito d’impresa, compresi gli enti non residenti in Italia e le società.

Nel primo caso è necessario che i titolari siano residenti in Paesi in cui è in vigore un accordo per evitare la doppia imposizione e che lo scambio di informazioni sia effettivo.

Per coloro che scelgono di aderire, l’opzione consente una maggiorazione pari al 110% delle spese sostenute per la ricerca e sviluppo dei seguenti beni immateriali:

  • Software protetti da copyright;
  • Disegni e modelli tutelati giuridicamente;
  • Brevetti industriali (come quelli per invenzioni biotecniche e certificati di protezione, brevetti per invenzioni, brevetti per modelli di utilità);
  • Due o più dei beni citati, collegati tra loro in modo complementare.

La condizione necessaria per poter usufruire dell’opzione è che i beni siano utilizzati in modo diretto o indiretto nello svolgimento della propria attività di impresa.

Inoltre a non poter esercitare l’opzione sono anche quelle imprese con reddito imponibile su base catastale o in modo forfettario. Vengono escluse le realtà in stato di liquidazione volontaria, fallimento, liquidazione coatta amministrativa, concordato preventivo senza continuità aziendale, o con in corso un procedimento per la dichiarazione di queste situazioni.

Come si calcola: le spese ammesse

L’agevolazione è valida per quelle che vengono considerate “attività rilevanti”, ovvero quelle attività considerate ricerca industriale e sviluppo sperimentale, innovazione tecnologica, tutela legale dei diritti sui beni immateriali e le attività classificabili come design e ideazione estetica.

Sono anche valide le spese fatte dall’investitore attraverso contratti di ricerca, se stipulati con università ed enti di ricerca od organismi equiparati, a patto che siano finalizzati alla creazione e allo sviluppo dei beni immateriali indicati in precedenza, o con società diverse da quelle che, direttamente o indirettamente, controllano l’impresa.

Tra le spese ammesse su cui si può applicare la maggiorazione del 110% troviamo:

  • Personale titolare di rapporto di lavoro subordinato, autonomo, o di altro tipo, che sia impiegato direttamente nello svolgimento di attività rilevanti;
  • Servizi di consulenza ed equivalenti, solo se inerenti alle attività rilevanti;
  • Spese per materiali, servizi, e forniture, se impiegati nelle attività rilevanti;
  • Quote di ammortamento, quota capitale dei canoni di locazione finanziaria, canoni di locazione operativa e altre spese relative ai beni immobili o immateriali strumentali alle attività rilevanti;
  • Spese connesse al mantenimento dei diritti sui beni materiali agevolati, rinnovo di scadenza, protezione, prevenzione di contraffazione, gestione dei contenziosi.

I vantaggi

L’introduzione del nuovo Patent Box 2022 vuole semplificare l’accesso alle agevolazioni a più realtà, che possono beneficiare della deducibilità dei costi a fini fiscali attraverso la compilazione dei moduli appositi, inserendo le informazioni necessarie.

L’agevolazione in sé permette alle diverse attività di poter accedere a sostegni, senza che venga tenuto conto di fattori come dimensioni o settore produttivo specifico. Diventa quindi particolarmente interessante per le attività di tipo medio-piccolo, ma anche grandi che lavorano in attività di ricerca, progetti sperimentali, o startup.

Novità

Oltre alle novità già presentate riguardanti il Patent Box, è importante ricordare che le aziende che avevano già esercitato l’opzione della precedente versione del Patent Box possono rinnovarla senza dover passare al modello del 2022.

Questa possibilità è anche stata ampliata anche ai soggetti che abbiano presentato istanza di accesso alla procedura, senza aver ancora siglato l’accordo. In pratica, per coloro che usufruiscono del regime precedente, non c’è l’obbligo di passare a quello presentato quest’anno.

Agenzia delle Entrate - Provvedimento n. 48243 del 15 febbraio 2022
Articolo 6 del decreto-legge 21 ottobre 2021, n. 146, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2021, n. 215, così come successivamente modificato dalla legge 30 dicembre 2021, n. 234. Disposizioni di attuazione. Definizione degli elementi informativi che devono essere contenuti nella documentazione idonea. Definizione delle modalità di esercizio delle opzioni.

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