Parlamentari, la pensione è salva anche se si torna subito al voto: ecco perché

Luna Luciano

17/07/2022

20/07/2022 - 15:12

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Anche se il governo dovesse cadere e si tornasse subito al voto, la pensione sarebbe salva per deputati e senatori al primo mandato. Ecco perché.

Parlamentari, la pensione è salva anche se si torna subito al voto: ecco perché

La pensione è salva anche per i deputati e senatori al primo mandato. Se la crisi del governo Draghi si dovesse risolvere con lo scioglimento anticipato delle Camere e le elezioni in autunno - benché poco probabile - i parlamentari e i senatori potrebbero tirare un sospiro di sollievo: le loro pensioni non corrono grandi pericoli.

Stando all’attuale normativa sul vitalizio, per avere diritto alla pensione al compimento dei 65 anni, i senatori e i deputati al primo mandato devono aver svolto attività parlamentare per 4 anni, 6 mesi e un giorno. Per evitare equivoci è stata quindi fissata una deadline: solo il 24 settembre 2022 scatterà la pensione da onorevoli per chi è al primo mandato.

Eppure, il voto anticipato se “troppo anticipato” potrebbe mettere a rischio le pensioni, e i deputati perderebbero tutti i contributi versati fino a oggi - pari a circa 50mila euro. È opportuno fare chiarezza per evitare confusioni su questa delicata tematica, cercando di capire cosa potrebbe accadere alla pensione dei parlamentari e perché, anche nei casi peggiori dei casi, gli sarebbe comunque garantita.

Parlamentari, cosa prevede la legge su vitalizi e pensioni

Stando alla riforma del 2012, i parlamentari, terminato il loro mandato, riceveranno una pensione calcolata con il sistema contributivo. Per avere diritto alla pensione, al compimento dei 65 anni, senatori e deputati devono avere maturato contributi per almeno 4 anni, 6 mesi e un giorno.

Attualmente 427 deputati, 234 senatori sono al loro primo mandato ed è importante per loro raggiungere la deadline del 24 settembre 2022 per potersi assicurare la pensione.

Parlamentari, pensione salva anche con voto anticipato: ecco perché

Anche se il governo Draghi dovesse cadere in questi giorni, due mesi prima rispetto alla deadline per il vitalizio, la pensione per i deputati e senatori al primo mandato sarebbe comunque salva. Il motivo è determinato dalle tempistiche istituzionali.

Secondo la legge, i parlamentari restano in carica fino alla prima seduta del nuovo Parlamento. Per poter salvare la propria pensione, ai politici al primo mandato basterà che l’insediamento di un nuovo Governo avvenga dopo il 24 settembre 2022. A questo punto è opportuno fare alcune considerazioni, a partire da quanti giorni sono necessari per formare un nuovo governo:

  • dal giorno dello scioglimento delle Camere, il Presidente della Repubblica ha 60 giorni per indire le nuove elezioni;
  • dopo le elezioni c’è tempo fino a 20 giorni per la prima riunione.

In tutto sono necessari 80 giorni per un nuovo insediamento dal giorno dello scioglimento delle Camere; perciò, anche se lo scioglimento dovesse avvenire in questi giorni, si giungerebbe comunque ai primi di ottobre. Tutti i parlamentari, perciò, otterrebbero la pensione.

Eppure, in un solo caso i deputati e i senatori potrebbero perdere la pensione. Bisogna considerare infatti che le elezioni devono essere indette entro 60 giorni (non dopo 60 giorni) dallo scioglimento, perciò se il Presidente Mattarella decidesse di convocare il voto anticipato in piena estate, l’insediamento del nuovo Governo potrebbe avvenire prima del famoso 24 settembre.

Ovviamente è opportuno ricordare che, se lo scioglimento anticipato delle Camere e le elezioni sembrano essere un’ipotesi improbabile, quella di indire delle elezioni anticipate sembra quasi impossibile: i parlamentari possono dormire sonni tranquilli.

Parlamentari, pensione salva anche se legislatura cade prima: la scappatoia

Nella peggiore delle ipotesi, se i parlamentari non dovessero aver maturato contributi per 4 anni, 6 mesi e un giorno, i contributi fino a oggi versati, pari circa a 50mila euro, non andrebbero comunque persi: esiste una scappatoia per salvare la pensione.

Come spiegato da Il Fatto Quotidiano ai deputati e senatori basterà versare circa 3 mila euro al mese per riscattare quelli mancanti per raggiungere il limite previsto. La pensione in ogni caso è salva.

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