Pace fiscale a rischio per i morosi: nuovo meccanismo di rateizzazione allo studio

Rosaria Imparato

29 Luglio 2021 - 16:24

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Cartelle e debiti con un nuovo meccanismo di rateizzazione: il MEF studia un modo per mettere alle strette chi non paga. Ecco perché la pace fiscale è a rischio per i morosi.

Pace fiscale a rischio per i morosi: nuovo meccanismo di rateizzazione allo studio

Allo studio del Ministero dell’Economia ci sono importanti cambiamenti riguardo cartelle e debiti.

Nel dossier sulla riforma della Riscossione consegnata al Parlamento spunta un nuovo meccanismo di rateizzazione dei pagamenti: l’obiettivo è quello di razionalizzarlo, così da essere più severi nei confronti dei contribuenti morosi.

Vediamo in che consiste il nuovo meccanismo e perché sarà più facile perdere i benefici della pace fiscale.

Pace fiscale a rischio per i morosi: nuovo meccanismo di rateizzazione allo studio

Ad oggi la norma prevede che la definizione agevolata salti si interrompa se il contribuente non paga 5 rate anche non consecutive del suo piano di dilazione.

C’è, però, una scappatoia: basta che, in un secondo momento, il debitore versi in un’unica soluzione le rate mancate, così da poter essere di nuovo ammesso ai benefici della pace fiscale. Questo espediente però fa bloccare il meccanismo di recupero della Riscossione, già ingolfata da quasi mille miliardi tra tasse e multe in arretrato.

Il nuovo meccanismo allo studio del MEF prevede quindi una stretta ai morosi: una volta saltato il pagamento di 10 rate, non si può più essere riammessi alla rateizzazione per quegli stessi debiti.

Rate pace fiscale e riforma della Riscossione: il MEF studia una stretta ai morosi

Il nuovo meccanismo allo studio del MEF raddoppierebbe le rate (da 5 a 10) che è possibile saltare prima di vedere cancellato il proprio piano di dilazione.

Dall’altro lato, però, una volta saltate le 10 rate, il contribuente non ha più la scappatoia finora disponibile: non può rientrare nella rateizzazione nemmeno se paga in un’unica soluzione le rate mancanti.

Questa modifica delle regole varrebbe, come fa notare il Messaggero, sia per:

  • la rateazione ordinaria: dura sei anni, per un massimo di 72 rate mensili non superiori a 100 euro, per debiti fino a 60.000 euro;
  • la rateazione straordinaria: 120 rate nell’arco di 10 anni per debiti oltre i 60.000 euro, ma in tal caso va certificata la propria situazione di difficoltà economica.

Questo tipo di cambiamento andrebbe inserito in un contesto più ampio, quello della fusione tra Agenzia delle Entrate e Riscossione: i contribuenti in questo modo avrebbero un solo interlocutore, oltre alla velocizzazione delle procedure e a una maggiore integrazione delle informazioni presenti nelle banche dati.

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