Nuovo decreto luglio con scostamento di bilancio e proroga Cig: le misure in arrivo

Isabella Policarpio

25/06/2020

25/06/2020 - 11:41

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Lo ha annunciato Gualtieri: a breve un nuovo decreto legge con misure, ammortizzatori sociali e proroghe fiscali da attuare nei prossimi mesi. Tutti i punti del decreto luglio.

Nuovo decreto luglio con scostamento di bilancio e proroga Cig: le misure in arrivo

In arrivo un nuovo provvedimento del Governo - il decreto luglio - dove confermare e prorogare alcune misure già intraprese nel Cura Italia e nel Dl Rilancio e prevederne di nuove da attuare a settembre, durante la Fase 3.

Così si evince dalle parole di Roberto Gualtieri, Ministro dell’Economia, il quale non nasconde la necessità di votare un nuovo scostamento di bilancio, per un ammontare complessivo di circa 15 miliardi di euro, importo ancora da confermare.

L’aumento del deficit servirà a garantire la copertura economica per la proroga di cassa integrazione, delle scadenze fiscali, lo stop ai licenziamenti e per i fondi destinati a Comuni e Regioni, che sono i punti del nuovo decreto luglio.

La decisione in merito è prevista intorno alla metà del mese prossimo. Intanto ecco le anticipazioni trapelate dalle dichiarazioni degli ultimi giorni.

Scostamento di bilancio

Il Paese si avvicina alla fine dell’emergenza sanitaria, e anche in questa fase servirà una copertura economica tale da assicurare proroghe fiscali, ammortizzatori e finanziamenti agli enti locali. La posizione del Ministro Gualtieri sembra chiara al riguardo: occorre un nuovo scostamento di bilancio.

Per finanziare le misure in arrivo nel nuovo decreto luglio serve un ulteriore aumento del deficit - il terzo da quando l’emergenza coronavirus ha avuto inizio - dopo i 20 miliardi del Cura Italia e i 55 miliardi del Dl Rilancio.

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Sostegno agli enti locali

Nel decreto luglio non mancheranno aiuti e risorse da destinare a Comuni e Regioni: gli enti locali infatti durante questi mesi sono stati gravemente danneggiati a causa delle sospensioni fiscali e molte casse sono vuote (o quasi).

Si pensa ad un rinvio delle scadenze di bilancio fino al 15 settembre 2020.

Proroga scadenze fiscali

Sembra che da parte di Gualtieri e dell’intera squadra di Governo ci sia la volontà di prorogare ulteriormente le scadenze fiscali, o quanto meno di rimodulare gli appuntamenti con il Fisco.

“Riteniamo appropriato modificare lo schema di proroga...intendiamo intervenire per diluire maggiormente i pagamenti di imposte rinviate in modo da alleggerire il carico fiscale per le imprese che hanno subito maggiormente l’impatto del coronavirus e della crisi economica”.

La pressione fiscale è uno dei primi punti sui quali il Governo deve agire con decisione e compattezza, ma va da sé che se si supera il 2020 dovranno esserci ulteriori autorizzazioni di spesa.

Misure a sostegno del reddito

Lo scostamento di bilancio servirà anche a prolungare ammortizzatori sociali e misure a sostegno del reddito, in primis la cassa integrazione e la riduzione della pressione fiscale per le imprese in difficoltà.

Per quanto riguarda la Cig, è allo studio la proroga fino a dicembre, ma non per tutti.

Blocco ai licenziamenti

Tra le misure che potrebbero essere confermate spunta anche il blocco ai licenziamenti per i dipendenti impiegati nei settori in crisi. Il decreto luglio potrebbe quindi prevedere la proroga di quanto stabilito nel Cura Italia e successivamente nel Dl Rilancio: al momento sono vietati i licenziamenti per giustificato motivo oggettivo (ad esempio crisi o ridimensionamento d’azienda) per i prossimi 5 mesi a decorrere dal 17 marzo 2020.

Abbassamento dell’IVA?

La partita più importante del Governo si giocherà proprio sull’IVA. Tuttavia, almeno per il momento, pare che non sia tra le misure in discussione per il nuovo decreto.

Come confermano gli Stati generali dell’Economia che si sono appena conclusi, il Premier Conte sarebbe favorevole “per innescare il circuito dei consumi” ma la maggioranza è divisa: il taglio dell’IVA piace al M5S ma non al PD. Favorevoli anche i partiti di Destra, che chiedono misure più incisive sul modello della Germania.

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