Non c’è chiarezza sulle mosse di Cina e Fed e i mercati affondano

Violetta Silvestri

02/12/2022

02/12/2022 - 08:48

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I mercati ricadono nell’incertezza su cosa accadrà davvero in Cina con le misure anti-Covid e negli Usa con le mosse della Fed. Le azioni vanno in rosso e attendono segnali su tassi e crescita cinese.

Non c’è chiarezza sulle mosse di Cina e Fed e i mercati affondano

Mercati sotto pressione: le azioni asiatiche crollano e i titoli del Tesoro mantengono i guadagni in vista di nuovi dati macro sul lavoro negli Usa, prossimi importanti test per gli investitori alla ricerca di ulteriori segnali di un cambiamento nella politica dei tassi da parte della Federal Reserve.

L’incertezza sembra essere in parte ancora dominante, anche sul fronte asiatico, con i trader in cerca di chiarezza dopo che la Cina aveva segnalato un leggero allentamento delle sue rigorose restrizioni Covid.

Il grande rally di ieri, sostenuto dai commenti del presidente della Fed suonati come meno aggressivi sul prossimo rialzo dei tassi e dalle aperture cinesi a misure meno restrittive nella lotta ai contagi è già svanito.

Oscillano anche il prezzo del petrolio, alla vigilia di una nuova riunione Opec e delle sanzioni Ue sul greggio russo, e le valute. Il dollaro è rimasto al minimo di tre mesi contro le principali valute. L’euro ha raggiunto un nuovo massimo di cinque mesi a $1,0539, mentre lo yen giapponese si è apprezzato sul biglietto verde.

Mercati in rosso: troppa incertezza su Cina e Fed

Alle ore 8.30 l’Asia chiude la seduta in perdita. Le azioni in Giappone hanno guidato le perdite nella regione più ampia, con il Nikkei che ha archiviato gli scambi a -1,65%. Gli indici cinesi Shenzhen e Shanghai hanno perso lo 0,39% e lo 0,29% e anche Hong Kong si appresta a chiudere sotto la parità.

I mercati giapponesi hanno guidato il declino della regione, poiché il rafforzamento dello yen ha esercitato una pressione al ribasso sulle azioni del Paese. Lo yen ha guadagnato fino allo 0,2% per raggiungere un massimo di ¥135,01 per dollaro e sembrava destinato a continuare un rally di cinque giorni innescato dalle crescenti aspettative che la Federal Reserve americana potrebbe presto rallentare il ritmo dei suoi aumenti dei tassi di interesse, riducendo il tasso di interesse differenziale tra le due nazioni.

In Asia, l’altro potente driver delle azioni rimane la Cina con la sua politica zero-Covid. Il dragone dvrebbe annunciare un allentamento dei suoi protocolli di quarantena nei prossimi giorni e una riduzione dei test di massa, un netto cambiamento nella politica dopo che la rabbia per i limiti più duri del mondo ha alimentato proteste diffuse.

Tuttavia, fino a quando non ci saranno fatti concreti resterà l’incertezza sul futuro cinese. Forti sono i dubbi sul ruolo che avrà la Cina nei confronti della crescita globale il prossimo anno, in mezzo a un’incombente recessione mondiale. L’apertura dalle restrizioni darebbe un segnale di spinta economica.

Negli Usa, intanto, si attendono i dati sulle buste paga del settore non agricolo e sul tasso di disoccupazione. Alan Ruskin, macrostrategist presso Deutsche Bank, ha affermato che se i libri paga non agricoli aumentassero di 50.000-150.000 a novembre, ciò sarebbe favorevole per obbligazioni e azioni e manterrebbe il dollaro Usa al ribasso.

I dati saranno cruciali anche per dare ulteriori indicazioni alla direzione della Fed.

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