Mutui: di quanto aumentano con il nuovo rialzo dei tassi BCE al 3,75%?

Violetta Silvestri - Claudia Cervi

16/03/2023

04/05/2023 - 15:22

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Quali conseguenze sui mutui dopo la decisione della Banca centrale europea di alzare i tassi al 3,75%? Il rischio è di un aumento delle rate. Ecco cosa fare se hai un mutuo o ne stai cercando uno.

Mutui: di quanto aumentano con il nuovo rialzo dei tassi BCE al 3,75%?

Di quanto aumentano i mutui con l’aumento dei tassi Bce al 3,75? La decisione della Bce ha un impatto su chi ha stipulato contratti a tassi variabili e si trova ora a fronteggiare rate sempre più pesanti.

L’inasprimento di politica monetaria senza precedenti della Banca centrale europea, il sesto consecutivo da luglio 2022, è confermato nonostante le recenti turbolenze sui mercati finanziari motivata dall’elevata inflazione, che rischia di rimanere troppo elevata per un periodo di tempo troppo prolungato.

Ora tutti e tre i tassi di riferimento, sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale salgono rispettivamente al 3,75%, al 4% e al 3,25%, con effetto dal 10 maggio 2023.

Cosa significa un nuovo rialzo dei tassi Bce di 25 punti base per i mutui fissi e variabili? Alcuni esempi e considerazioni.

Mutui e rialzo tassi Bce: cosa succede ora

La Bce ha aumentato i tassi di interesse di un altro 0,25% nella riunione di giovedì 4 maggio, portando il tasso a un totale 3,75%, ovvero un livello molto elevato e cresciuto in tempi rapidissimi. Inoltre, non sono stati esclusi ulteriori interventi sul costo del denaro nei prossimi meeting: la Bce si affiderà alla politica dei dati per le sue future decisioni sui tassi di riferimento.

Cosa succede ora ai mutui? La previsione è di rate più pesanti per chi ha stipulato, o si accinge a farlo, un mutuo, specialmente se a tasso variabile.

Bisogna innanzitutto ricordare che gli indici europei sui quali viene calcolato il tasso di interesse sono due: l’Eurirs o IRS, parametro di riferimento per fissare la quota di interessi che si paga con un mutuo a tasso fisso (stabilita, quindi, alla stipulazione del contratto). E poi l’Euribor, indice impiegato per i mutui a tasso variabile, che è il tasso medio delle transazioni finanziarie in euro tra le principali banche europee.

Mutuo a tasso variabile

L’Euribor, dal quale si calcola il tasso di interesse di un mutuo variabile, è collegato alla politica monetaria Bce, nel senso che aumenta con un rialzo dei tassi della banca centrale. Questo perchè la rata viene ridefinita periodicamente.

Il ragionamento alla base è il seguente:

  1. la Banca centrale interviene incrementando il suo tasso di riferimento
  2. le banche europee pagano di più per prendere denaro in prestito dalla Bce
  3. le banche aumentano il costo di prestiti e mutui per cittadini e imprese

Quello che può succedere dopo le decisioni di Lagarde e dei suoi funzionari, quindi, è che le rate dei mutui a tasso variabile continuino a crescere, prospettando anche altri aumenti dei tassi Bce in futuro.

Mutuo a tasso fisso

Chi ha, invece, optato per un mutuo a tasso fisso e lo ha già stipulato, non vedrà cambiamenti nei pagamenti delle rate: l’IRS (Interest Rate Swap), il tasso d’interesse di riferimento per i mutui a tasso fisso, è stato fissato al momento della stipula del contratto e non cambierà mai.

Più attenzione, invece, dovrà prestare chi vuole accedere a un mutuo, poiché lo storico degli indici Euribor e Euris è già triplicato da inizio 2022.

Rialzo tassi Bce al 3,75%: quanto aumenta la rata del mutuo? I calcoli

Con l’avvenuto aumento dei tassi Bce dello 0,25%, al 3,75%, è interessante calcolare, tramite degli esempi, l’importo aggiuntivo che ne può scaturire per un mutuo a tasso variabile.

Secondo i dati della Federazione Autonoma Bancari Italiani (Fabi) dall’inizio del 2022 le rate dei mutui a tasso variabile sono aumentate del 52%. In altre parole, chi fino a ieri pagava 770 euro al mese (già aumentato da 500 euro dello scorso anno) ora paga 974 euro al mese.

Per fare qualche esempio, il tasso Euribor a 3 mesi (per i mutui a tasso variabile) è passato da un valore negativo di gennaio 2022 allo 0,04% di luglio 2022 (prima del primo rialzo Bce) spingendosi fino al 2,82% a marzo 2023. Secondo gli esperti raggiungerà il suo picco a settembre 2023 attorno al 3,76%.

Naturalmente l’effetto sulla rata dipende dalla fase del piano di ammortamento in cui ci si trova. Un mutuo variabile può essere vantaggioso all’inizio ma diventare svantaggioso in caso di aumento dei tassi.

Secondo le stime di Codacons, il rialzo dei tassi di interesse di 25 punti base comporterà un aumento medio di 20 euro a rata per le famiglie italiane che hanno un mutuo a tasso variabile. L’indice di riferimento dei mutui a tasso variabile, Euribor, ha raggiunto negli ultimi giorni il 3,088% per il quello a 1 mese e il 3,27% per quello a 3 mesi. Se l’aumento deciso dalla Bce venisse applicato interamente, l’Euribor aumenterebbe a quota 3,34% (a 1 mese) e 3,52% (a 3 mesi).

Considerando gli incrementi imposti dalla Bce a partire dallo scorso anno, il Codacons aspetta che le rate mensili dei mutui subiscano incrementi tra i 225 e i 295 euro. Questo si tradurrebbe in un aumento dei costi annuali per le famiglie compreso tra +2.700 e +3.540 euro. Nel corso dell’ultimo anno, ben 2,4 milioni di famiglie con un mutuo a tasso variabile hanno dichiarato difficoltà nel pagamento delle rate, il che non sorprende considerando queste cifre.

Come limitare i costi dei mutui: opportunità di surroga e rinegoziazione

L’aumento dei tassi di interesse Bce rischia di mettere in difficoltà molte famiglie che non possono versare la rata mensile per il mutuo della casa.

In un periodo in cui limitare le spese è essenziale, valutare la possibilità di surrogare o rinegoziare il proprio mutuo può essere un’opportunità per limitare i costi futuri.

Chi ha sottoscritto un mutuo a tasso variabile può considerare la surroga per passare a un tasso fisso o misto e bloccare il valore della rata nei prossimi mesi. Questa operazione è vantaggiosa per chi ha sottoscritto da pochi anni il mutuo a tasso variabile, mentre per chi ha poco capitale residuo potrebbe non essere conveniente.

In alternativa, è possibile rinegoziare il mutuo con la propria banca, anche grazie alla Legge di bilancio 2023 (legge 197/22), che consente di rinegoziare il tasso del mutuo variabile per farlo diventare fisso senza l’ok della banca.

Ricorda che entrambe le operazioni non comportano spese extra e le spese del notaio rimangono a carico della nuova banca.

Facciamo un esempio. Se hai un mutuo a tasso variabile e vuoi limitare il rischio di spese maggiori in futuro, puoi considerare la possibilità di fare una surroga del mutuo e passare a un tasso fisso o misto. Ci sono alcune offerte vantaggiose sul mercato, come Intesa San Paolo Mutuo Domus Fisso tasso 4,27%, Banca Popolare Pugliese tasso 4,58%, o BNL Mutuo Spensierato tasso 4,23%. Ad esempio, se il tuo mutuo attuale ha un tasso variabile di 4,60% con una rata di 1.155 euro, scegliendo una surroga con uno dei tassi fissi sopra indicati, la rata potrebbe scendere a 1.113 euro e rimanere costante nel tempo. Se i tassi fissi sono troppo alti per il tuo reddito, puoi considerare un tasso misto, che ti consente di fissare la rata ad un certo valore massimo e limitare i rischi di fluttuazione del tasso variabile.

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