Movida e feste private sono vietate: i gestori dei locali rischiano la licenza

Isabella Policarpio

21 Maggio 2020 - 13:55

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Party in casa e movida per le vie della città dovranno aspettare: il Premier Conte ribadisce il divieto agli assembramenti. Stretta alle sanzioni per i locali che non rispettano le regole.

Movida e feste private sono vietate: i gestori dei locali rischiano la licenza

Il lockdown è finito e molti locali, bar e ristoranti hanno alzato le saracinesche dopo mesi di stop. La voglia di uscire e tornare alla normalità è tanta - soprattutto tra i giovani - tuttavia il monito del premier Conte non lascia spazio ad interpretazioni: non è tempo per la movida e sono vietate le feste private.

In altre parole l’apertura delle attività commerciali e di ristorazione non deve tradursi nel via libera agli assembramenti. A rischiare non sono solamente i cittadini ma anche i gestori dei locali, che oltre alle multe salate - fino a 3000 euro - possono vedersi sospesa la licenza.

A tal fine il Governo assicura controlli serrati e più severi nelle strade della movida, con ronde concentrate soprattutto dalle 18.00 in poi.

Sono vietate, almeno per il momento, le feste private in casa: l’autorizzazione a fare visita ad amici e congiunti non può trasformarsi all’espediente per organizzare party privati, dove sarebbe impossibile rispettare il distanziamento sociale.

Un punto che meriterebbe un chiarimento da parte delle Autorità poiché nell’ultimo decreto manca il divieto espresso agli assembramenti nei luoghi privati.

Movida e feste private vietate: rischi per cittadini e gestori dei locali

Il distanziamento sociale è stato “ammorbidito” e non eliminato; per questo l’apertura di bar, ristoranti e locali che somministrano alcolici non deve essere l’occasione per tornare alla movida come se nulla fosse.

Il pericolo di nuovi focolai è dietro l’angolo, cosa che giustifica il pugno di ferro del Governo contro i trasgressori.

I cittadini che non rispettano la distanza di sicurezza interpersonale (che non vale tra conventi) e non indossano i presidi di protezione possono essere dapprima ammoniti dalle Forze dell’ordine e poi sanzionati: la multa va da 400 a 3000 euro e può aumentare fino alla metà in caso di recidiva.

Ma la novità è che a rischiare le sanzioni amministrative sono anche i gestori dei locali dove si concentra la movida. Oltre alla multa può scattare la sospensione temporanea della licenza.

Proprietari e dipendenti di bar, ristoranti e di ogni altra attività tornata in funzione devono vigilare sul rispetto delle norme e impedire la formazione degli assembramenti.

Stretta ai controlli

Per vigilare sul rispetto dei divieti, Polizia, Carabinieri e Forze dell’ordine locali vigilano con particolare intensità le zone dove si concentra la movida, soprattutto dalle 18.00 in poi (orario tipico dell’aperitivo).

Ci saranno delle vere e proprie ronde nei centri storici e in corrispondenza di locali, bar, pub e ristoranti. L’obiettivo è impedire gli assembramenti di persone e ammonire chi non rispetta la distanza di sicurezza e non indossa la mascherina.

Possibile la chiusura delle aree a rischio affollamento

L’ultimo decreto legge prevede anche la possibilità in capo ai sindaci di chiudere in via temporanea le zone (anche piazze e singole strade) dove è più difficile contenere gli assembramenti di persone. Queste aree possono essere completamente interdette all’uso dei cittadini oppure le Forze dell’ordine possono monitorare e contingentare gli ingressi, a discrezione delle autorità locali.

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