Mercati pronti a grandi movimenti? L’analisi Intermarket (Parte 1)

David Pascucci

24 Giugno 2022 - 13:30

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Questo format vede l’analisi intermarket con approfondimenti macro circa l’andamento globale dei mercati.

Mercati pronti a grandi movimenti? L’analisi Intermarket (Parte 1)

Inflazione sui massimi di sempre in tutte le aree economiche più importanti a livello globale. Il Dollaro americano è sui massimi da 20 anni mentre lo Yen è sui minimi da oltre 20 anni. Il mercato azionario è sceso in media di oltre il 20% in 7 mesi con punte di oltre il 30% per indici come il Nasdaq. Il mercato obbligazionario si trova anche esso in crollo con rendimenti in rialzo nel lungo periodo.

Inflazione attuale e futura

L’inflazione è l’attuale market mover a livello globale. Per tutte le banche centrali più importanti a livello globale (Fed, Bce, BoJ, BoE) ci saranno delle sfide importanti circa il futuro contenimento di un’inflazione che è di molto al di sopra dei target previsti dagli statuti delle singole banche centrali.

I tassi di interesse sono in rialzo solamente per la Fed e per la BoE, mentre la Bce ancora non ha effettivamente fatto delle mosse per contenere l’inflazione, così come la BoJ che vede comunque un inflazione sopra i target ma nettamente minore rispetto alle altre economie. Queste politiche per contenere l’inflazione prevedono un aumento dei tassi di interesse, un aumento del costo del denaro che per forza di cose ha delle ripercussioni molto importanti a livello economico e sociale.

Visti i numeri attuali, ossia inflazione sopra l’8% in Europa, Uk e Usa, molto probabilmente potremmo vedere una contrazione di questi numeri nel prossimo futuro ma in modo molto graduale. Difficilmente, a livello statistico, potremmo vedere l’inflazione salire di un altro 50%, ossia passare dall’8% al 12%. Questo comporta uno scenario iperinflattivo molto dannoso per tutto il sistema finanziario, pertanto ritengo questo scenario di difficile realizzazione. In quest’ottica possiamo considerare questi numeri come i massimi di inflazione per i prossimi mesi.

La forza estrema del dollaro, un problema per gli Usa

Gli Usa rappresentano l’economia occidentale più forte a livello globale ed è effettivamente l’unico competitor economico diretto della Cina, la più grande economia al mondo a livello demografico e la più potente economia in Asia. In questo momento, osservando l’andamento dell’economia a livello globale, gli Usa hanno un dollaro estremamente forte, fin troppo forte rispetto ai livelli di incremento del debito pubblico negli ultimi anni.

Con un rapporto debito/Pil al il 137,2%, gli Usa non possono permettersi un dollaro troppo forte, soprattutto nei confronti di valute importanti sul valutario come Euro, Sterlina e lo Yen, quest’ultimo un caso a parte che vedremo nella seconda parte. In estrema sintesi, il mercato valutario dovrà riequilibrare la situazione visto che a livello di finanza pubblica gli Usa hanno una situazione peggiore rispetto a Uk e Ue, questo dovrà portare il mercato ad apprezzare euro e sterline nei confronti di dollaro. In questo contesto ricordiamo che le materie prime, per il momento al rialzo, sono quotate per la maggior parte in dollari e questo influisce sull’aumento dell’inflazione. In sostanza, il Forex giocherà un ruolo fondamentale nel contenere l’inflazione nel lungo periodo.

La situazione tecnica sul dollaro

Come detto nelle precedenti analisi su EurUsd che trovate qui, oppure come quella su Sterlina, ci possiamo attendere un deprezzamento di dollaro su scala globale. Questa situazione dovrà essere accompagnata da un forte movimento sullo Yen che vede un deprezzamento incredibile proprio nei confronti del dollaro, parliamo di un rafforzamento di oltre il 30% del dollaro nei confronti dello yen in poco più di 15 mesi. Queste performance sono più vicine a quelle di un mercato azionario e non di un mercato a bassa volatilità come il Forex, quindi possiamo legittimamente aspettarci un aggiustamento di queste quotazioni.

La chiusura del mese di giugno sarà fondamentale per capire se ci potrà essere una spinta al rialzo nel mese di luglio per i cambi contro dollaro. Inoltre, il Dollar Index è sui massimi dal 2002 anche se su base mensile non abbiamo alcun segnale evidente di una possibile inversione al ribasso. Questa era una prima parte di un’analisi intermarket nelle prossime si affronterà l’analisi anche del mercato azionario e del mercato obbligazionario.

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