Maturità 2023, cos’è il documento del 15 maggio e perché bisogna prestarvi attenzione

Giorgia Bonamoneta

6 Maggio 2023 - 00:10

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Il documento del 15 maggio è una tappa fondamentale prima della Maturità 2023. Ecco perché è importante.

Maturità 2023, cos’è il documento del 15 maggio e perché bisogna prestarvi attenzione

Alla Maturità 2023 manca poco. Per gli studenti delle classi quinte il mese di maggio rappresenta l’ultimo periodo di prove e studio prima degli esami scritti e la prova orale. Nel mese in corso è da segnare in rosso sul calendario la data del 15 maggio, data entro la quale gli studenti potranno conoscere gli argomenti che saranno presenti all’esame conclusivo per il diploma. Il nome del documento che contiene le informazioni utili per sapere cosa studiare e cosa tralasciare si chiama appunto documento del 15 maggio.

Gli esami finali del percorso superiore tornano a indossare le vesti pre-pandemia. Dalle dichiarazioni del ministro del Merito e dell’Istruzione si definisce una Maturità 2023 composta da due prove scritte e un orale. Il documento del 15 maggio distingue quali sono gli argomenti sul quale concentrarsi, ovvero quelli inseriti nel programma, approvati e condivisi dal consiglio di classe.

La scelta delle prove dipenderà dalla commissione composta dai docenti interni e dal presidente esterno, mentre gli argomenti saranno scelti dal ministero del Merito e dell’Istruzione.

Maturità 2023: a cosa serve il documento del 15 maggio

Con maggio si avvicina il periodo della Maturità. È un periodo saturo di informazioni, che inizia ufficialmente il 15 maggio con la pubblicazione del fantomatico “documento del 15 maggio” nel quale vengono segnalati tutti gli argomenti che la classe ha affrontato nel corso dell’anno e sui quali potrà essere interrogata all’esame. Nello stesso documento devono essere inseriti anche i risultati di apprendimento oggetto di valutazione specifica per l’insegnamento trasversale di Educazione civica. 

In questi giorni è stata pubblicata l’ordinanza ministeriale che mette nero su bianco la tipologia dell’esame finale di Maturità del 2022. Leggiamo che:

Entro il 15 maggio 2023 il consiglio di classe elabora, ai sensi dell’art. 17, comma 1, del d. lgs. 62/2017, un documento che esplicita i contenuti, i metodi, i mezzi, gli spazi e i tempi del percorso formativo, i criteri, gli strumenti di valutazione adottati e gli obiettivi raggiunti, nonché ogni altro elemento che lo stesso consiglio di classe ritenga utile e significativo ai fini dello svolgimento dell’esame.

Per le discipline coinvolte sono altresì evidenziati gli obiettivi specifici di apprendimento ovvero i risultati di apprendimento oggetto di valutazione specifica per l’insegnamento trasversale di Educazione civica.

Il documento indica inoltre, per i corsi di studio che lo prevedano, le modalità con le quali l’insegnamento di una disciplina non linguistica (DNL) in lingua straniera è stato attivato con metodologia CLIL.

Il documento del 15 maggio contiene gli argomenti affrontati in classe durante l’anno, tutti gli obiettivi raggiunti e tutto ciò che il consiglio di classe ritiene opportuno segnalare e che può essere utile allo svolgimento dell’esame finale. A questo documento sono aggiunte le certificazioni e le simulazioni svolte durante l’anno, oltre che gli atti delle attività PCTO (alternanza scuola lavoro).

Maturità 2023: decise due prove scritte e un orale

La Maturità 2023 si conferma con due prove scritte e una prova orale. Gli argomenti tornano a essere scelti dal ministero, anche la seconda prova è ministeriale, ma verterà su competenze e nuclei tematici fondamentali di indirizzo, non sulle discipline.

La Maturità 2023 si divide quindi in tre fasi:

  • una prova scritta di italiano (prima prova)
  • una prova scritta su competenze di indirizzo (seconda prova)
  • una prova orale di analisi di un argomento scelto dalla commissione, Educazione civica, lavoro multimediale ed esperienza PCTO.

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