Mascherine, tamponi e quarantena: la strategia del governo Meloni dopo la nuova ondata di Covid in Cina

Giacomo Andreoli

29/12/2022

29/12/2022 - 16:49

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La presidente Giorgia Meloni ha rassicurato gli italiani sulla nuova ondata di Covid in Cina e spiega le prime mosse del governo per fronteggiarla, ma chiede un coordinamento Ue sulle misure.

Mascherine, tamponi e quarantena: la strategia del governo Meloni dopo la nuova ondata di Covid in Cina

Il governo italiano non è spaventato dalla nuova ondata di Covid-19 in Cina. A dirlo è stata la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, durante la conferenza stampa di fine anno. Secondo la premier per ora la situazione è sotto controllo e i primi casi sequenziati sarebbero quelli di varianti Omicron, il che renderebbe il quadro “rassicurante”.

L’Italia e l’esecutivo, ha aggiunto, si sono mossi “immediatamente in coerenza con quello che abbiamo chiesto in passato”. Pertanto è stato introdotto l’obbligo di tampone per tutte le persone che vengono dalla Cina. La strategia del governo per combattere la nuova possibile recrudescenza del virus, però, non finisce qui.

Covid, il piano di Meloni contro la nuova ondata in Cina

Meloni ha chiesto all’Unione europea un coordinamento sulle decisioni legate alla Cina. In pratica, secondo la presidente del Consiglio, tutti i Paesi del Vecchio Continente dovrebbero disporre il tampone per chi arriva da Pechino e dintorni. Questo anche per limitare davvero gli arrivi di persone contagiate da Pechino, possibile tramite i voli indiretti.

Abbiamo scritto a Bruxelles - ha spiegato la numero uno di Palazzo Chigi - e ci aspettiamo che l’Ue voglia operare in questo senso”. Quindi ha aggiunto che la necessità più impellente è “capire se quello che sta arrivando è coperto dai vaccini o no”.

Dalle informazioni in possesso del governo, però, come detto finora tra gli arrivati dal Paese del Dragone sono state sequenziate solo varianti di Omicron, già note. La paura, in ogni caso, è che la grande circolazione del virus in Cina possa generare nuove forme più pericolose di Covid, come spiegato da Walter Ricciardi, professore di Igiene all’università Cattolica ed ex presidente dell’Istituto superiore di sanità.

Covid, l’Ue risponde a Meloni: non servono i tamponi sui viaggiatori

Su Twitter ha risposto a Meloni la Commissione Ue, dicendo che il “coordinamento delle risposte nazionali alle gravi minacce transfrontaliere per la salute è fondamentale”.

Oggi - prosegue il messaggio- il Comitato per la sicurezza sanitaria si è riunito per discutere della situazione del Covid-19 in Cina con gli Stati membri dell’Ue: dobbiamo agire congiuntamente e continueremo le nostre discussioni”.

Infine secondo l’Agenzia Ue per le malattie (Ecdc) lo screening dei viaggiatori dalla Cina è “ingiustificato” per l’Unione europea.

In arrivo una nuova variante Covid più pericolosa?

Il lavoro da fare ora, secondo Meloni, gira attorno alla parola “responsabilità” e non coercizione. Quindi nessuna “privazione della libertà” con nuovi lockdown, ma un osservatorio sul Covid per un monitoraggio maggiore dei dati a disposizione, senza azioni isolate da parte di singole Regioni.

Secondo il ministro della Salute Orazio Schillaci, intervenuto con un’informativa urgente, “la strategia di contenimento in Cina, dove si sta realizzando una tempesta perfetta, è stata basata quasi esclusivamente sulle misure di restrizione, venendo a mancare una contestuale azione di efficace prevenzione sanitaria come invece è stato fatto nel nostro Paese”.

Il timore, spiega, è che tutto ciò possa “generare la selezione di una nuova variante, molto più immuno-evasiva e trasmissibile, che traghetti l’evoluzione del Covid oltre Omicron, la variante dominante a livello globale ormai dalla fine del 2021”.

Mascherine e tamponi, cosa vuole fare il governo Meloni

Gli strumenti utili per la popolazione italiana, aggiunge Meloni, continuano ad essere “tamponi e mascherine”. Sarebbero quindi entrambi necessari per combattere l’emergenza attuale.

Schillaci ha spiegato che il governo ha definito definito il Piano di preparazione per la gestione della circolazione del Covid nella stagione invernale e ha convocato per domani l’Unità di crisi presso il ministero della Salute.

Inoltre, proprio oggi, ha prorogato fino al 30 aprile 2023 l’obbligo di uso delle mascherine nelle strutture sanitarie, compresi gli ambulatori e gli studi dei medici di medicina generale.

Cosa pensa Giorgia Meloni del vaccino anti-Covid

Quanto al vaccino, invece, Meloni ha spiegato che c’è una campagna pubblicitaria e informativa che il governo sta facendo per invitare alla vaccinazione gli anziani e le categorie fragili della popolazione. Per loro, spiega, “faccio l’invito più deciso” a fare anche la quarta dose. Al momento le autorità sanitarie italiane raccomandano l’ulteriore booster a tutti gli over 60.

Per gli altri, invece, l’invito della presidente del Consiglio è a rivolgersi al proprio medico di base, che conosce la situazione personale del paziente. Secondo lei dovrebbe essere solo questa figura a indirizzare il cittadino con meno di 60 anni e non in condizioni di evidente fragilità dal punto di vista clinico.

Secondo il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, però, il governo deve rilanciare la campagna vaccinale sulla quarta dose. “Siamo in una fase diversa - ha aggiunto - ma non abbassiamo la guardia”.

I tagli alla sanità nella legge di Bilancio 2023

Meloni ha infine risposto alle polemiche sui tagli alla sanità nella legge di Bilancio 2023. Secondo la presidente del Consiglio “il governo ha aumentato la dotazione prevista, ha inserito 2 miliardi di euro per cercare di dare risposte al mondo della sanità”.

Quindi ha detto che “si deve fare attenzione al fatto che i parametri degli anni precedenti sono di una realtà estremamente emergenziale”, motivo per cui l’attuale dotazione non sarebbe insufficiente come detto dalle Regioni.

In questa risposta, però, la presidente non ha considerato l’aumento dei costi nelle strutture sanitarie per l’inflazione e la crisi energetica, ma anche il fatto che gli investimenti sulla sanità durante il Covid non sono bastati a coprire tutte le difficoltà.

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