Lockdown voluto da Conte, CTS chiedeva chiusure differenziate: i documenti desecretati

Martino Grassi

06/08/2020

07/08/2020 - 13:22

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Secondo gli atti resi pubblici, il lockdown sarebbe stato voluto dal premier Giuseppe Conte, mentre il Comitato Tecnico Scientifico aveva proposto delle chiusure diversificate su base territoriale.

Il lockdown è stato voluto dal premier Conte, mentre il Comitato Tecnico Scientifico aveva suggerito delle chiusure diversificate in base alle zone. Le informazioni sono state raccolte dai documenti del CTS resi pubblici dalla Fondazione Einaudi, dopo che il Governo ha deciso di togliere il segreto sugli atti posti alla base dei vari DPCM emanati per fronteggiare l’emergenza coronavirus.

Secondo quanto emerso il Comitato Tecnico Scientifico avrebbe proposto due misure diversificate di contenimento in base alla diffusione del virus nei vari territori lo scorso 7 marzo mediante un documento riservato inviato al ministro Speranza. La proposta del CTS tuttavia sarebbe stata completamente ignorata dal premier Conte, il quale ha emanato un lockdown su tutto il territorio nazionale a partire dal 9 marzo senza alcuna distinzione, ma soprattutto senza citare alcun atto da parte del CTS che ne giustificasse la motivazione.

Lockdown voluto da Conte, per CTS provvedimenti differenziati

Secondo il Comitato Tecnico Scientifico si sarebbero dovute adottare delle misure diversificate e più rigide per i territori maggiormente colpiti dall’epidemia, quali la Lombardia e le province di Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini e Modena, Pesaro Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Alessandria e Asti. Per le altre zone del Paese invece le misure sarebbero dovute essere più blande e permissive. Questi verbali tuttavia non sono stati presi in considerazione da Giuseppe Conte che ha deciso di estendere le norme di contenimento su tutto il territorio nazionale.

In un passaggio di questi verbali si legge inoltre che “il CTS esprime la raccomandazione generale che la popolazione, per tutta la durata dell’emergenza, debba evitare, nei rapporti interpersonali, strette di mano e abbracci ”.

Ancora assenti alcuni documenti

Da una prima rassegna degli atti sembrano essere ancora assenti alcune discussioni riguardanti la mancata classificazione come zona rossa della Val Seriana. Per il momento sono stati desecretati solamente 5 verbali datati 28 febbraio, 1 marzo, 7 marzo, 30 marzo e 9 aprile 2020. Risultano quindi ancora assenti le documentazioni relative alle riunioni dei primi giorni di marzo, ossia quelle della mancata zona rossa ad Alzano e Nembro, in Val Seriana.

I documenti sono stati resi pubblici solamente dopo mesi di richieste, appelli e ricorsi giudiziari. Secondo il Governo i documenti sarebbero dovuti rimanere segreti dal momento che sono atti amministrativi, con lo scopo di tutelare la sicurezza pubblica e l’ordine pubblico. Con la possibilità di consultare questi documenti adesso si potrà forse fare chiarezza su alcune decisione del Governo nella gestione dell’emergenza.

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