Limite pagamento in contanti, cosa è cambiato negli ultimi 20 anni?

Patrizia Del Pidio

11/04/2023

11/04/2023 - 13:59

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Cosa è cambiato nel limite dei pagamenti in contanti nell’ultimo ventennio? Dal 2003 al 2023 vediamo come è cambiata la soglia massima utilizzabile.

Limite pagamento in contanti, cosa è cambiato negli ultimi 20 anni?

Limite pagamento in contanti: com’è cambiato durante gli ultimi 20 anni di storia italiana?

Le novità fiscali entrate in vigore dal 1° gennaio 2023 sono molte ma in questo articolo di soffermeremo solo su quella che riguarda l’innalzamento del limite massimo di utilizzo dei contanti.

La Legge di Bilancio 2023, infatti, ha portato tale soglia a 5.000 euro quando era previsto, invece, che dovesse scendere ulteriormente da 2.000 a 1.000 euro.

Negli ultimi anni, però la soglia massima di pagamento cash ha subìto grandi variazioni, passando dai 12.500 euro di un paio di Governi Berlusconi (per la precisione il terzo e il quarto) ai rigidi 1.000 euro del Governo Monti: ecco com’è cambiato il limite contante in Italia negli ultimi 20 anni.

Limite pagamento in contanti: com’è cambiato negli ultimi 20 anni?

Dal 1° luglio 2020 è cambiata nuovamente il limite per il pagamento in contanti, passando così dai 3.000 euro alla nuova soglia massima di 2.000 euro.

Il nuovo limite per il pagamento cash è stato introdotto dal decreto Fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2020, con il duplice obiettivo di ridurre le transazioni in contanti e incentivare l’uso di mezzi tracciabili, come carta e bancomat.

Il tutto naturalmente si inserisce nel piano contro l’evasione fiscale, pallino del secondo Governo Conte: d’altronde, l’economia sommersa in Italia ammonta a 110 miliardi di euro.

Quindi, fino al 30 giugno 2020 si è potuto pagare in contanti fino a 3.000 euro. Dal 1° luglio è scattata la nuova soglia, fissata a 2.000 euro, e un’ulteriore stretta è stata prevista per il 1° gennaio 2022, quando il limite di utilizzo dei contanti è sceso ulteriormente a 1.000 euro. Ma da marzo 2022 il limite è stato riportato di nuovo a 2.000 euro e infine aumentato a 5.000 euro dal 1 gennaio 2023 dalla Legge di Bilancio.

Ma facciamo un salto indietro nel tempo, per capire meglio com’è cambiata la soglia massima per l’uso contante nel corso degli anni.

Nel 1991, durante il Governo Andreotti, il limite massimo per l’uso contante era 20 milioni di lire. Quando è entrata in vigore la moneta unica europea, nel 2002, la cifra in lire è stata convertita in 10.329 euro. Tale cifra è stata “riaggiustata” e leggermente alzata.

Da questo momento in poi si sono susseguiti aggiustamenti, rialzi e ribassi della soglia massima.

Limite pagamento in contanti dal 1° luglio 2020

Tra le tante novità fiscali in vigore dal 1° luglio c’è quindi il limite all’uso dei contanti, pari a 2.000 euro, salvo per il money transfer, per i quali la soglia massima resta fissata a 1.000 euro.

Tale limite comporta che:

  • fino a 1.999 euro è possibile dare soldi in contanti ad un’altra persona/azienda;
  • da 2.000 euro in su è necessario l’utilizzo di strumenti tracciabili (bonifico bancario, carta di credito, ecc.) per poter trasferire risorse da un soggetto ad un altro.

Lo scopo degli incentivi all’uso dei pagamenti tracciabili è di far emergere l’economia sommersa in ottica di lotta all’evasione, anche in funzione di stimolo alla modernizzazione della società.

Cosa cambia nel 2022

Dal 1° gennaio 2022 la soglia limite di pagamenti in contante scende a 1.000 euro.Con la Legge di conversione del Decreto Milleproroghe 228 del 2021, però, si riporta il limite per i pagamenti in contati a 2.000 euro per tutto il 2022 rimandando la riduzione a 1.000 euro solo al 1° gennaio 2023.

Cosa cambia nel 2023?

Un’ulteriore novità, però, arriva con la manovra 2023 quando si aggiunge alla lunga lista dei limiti di pagamento in contanti, il decimo in 32 anni. Il tetto dall’attuale Legge di Bilancio viene alzato a 5.000 euro e, quindi, si potrà pagare in contanti fino a 4.999,99 euro.

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