Lavoro agricolo rivoluzionato nel 2023, tornano le prestazioni occasionali con limiti e vincoli

Patrizia Del Pidio

18/01/2023

23/01/2023 - 11:25

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Tornano nel biennio 2023/2024 le prestazioni occasionali nel settore agricolo ma con dei limiti e vincoli ben precisi. Vediamo quali.

Lavoro agricolo rivoluzionato nel 2023, tornano le prestazioni occasionali con limiti e vincoli

La Legge di bilancio 2023 ha apportato delle novità nella prestazione di lavoro occasionale riaprendo le porte di questa pratica anche nel settore agricolo in via sperimentale nel biennio 2023 – 2024. Per questo periodo di sperimentazione, i contributi dovranno essere versati, in ogni caso, all’INPS, dal datore di lavoro al termine della prestazione occasione di ogni singolo lavoratore.

Si tratta di una forma ibrida di rapporto di lavoro che si colloca tra la prestazione occasionale con voucher ed il lavoro dipendente vero e proprio visto che gli adempimenti restano a carico del datore di lavoro. Ma cerchiamo di capire come potrà essere utilizzata la prestazione occasionale in agricoltura, con quali limiti e vincoli e cosa cambia realmente con la Legge di bilancio 2023.

Nel frattempo il 19 gennaio l’Inps ha fornito al riguardo di tutte le novità al riguardo dei chiarimenti nella circolare numero 6.

Circolare INPS n. 6 del 19 gennaio 2023
La circolare che fornisce chiarimenti sulle novità in merito alla prestazione occasionale.

Prestazioni occasionali in agricoltura: a chi sono rivolte?

Si tratta di prestazioni agricole di lavoro subordinato a tempo determinato che non possono superare le 45 giornate l’anno per ogni lavoratore. E, con l’esclusione dei pensionati, i lavoratori interessati non possono aver avuto un rapporto di lavoro dipendente in agricoltura nei 3 anni precedenti quelli in cui si instaura la prestazione occasionale.

Possono essere coinvolti in questo tipo di contratto, in ogni caso, solo determinate categorie di lavoratori che sono:

  • disoccupati anche percettori di Naspi o Dis Coll;
  • chi percepisce ammortizzatori sociali o reddito di cittadinanza;
  • pensionati;
  • giovani fino al compimento del 25esimo anno di età a patto di essere iscritti ad un ciclo di studi di qualsiasi ordine o grado o universitari;
  • internati o detenuti che siano ammessi al lavoro esterno;
  • soggetti in semilibertà (sia da detenzione che da internamento).

E’ compito dell’INPS, eventualmente, togliere dalla contribuzione figurativa per ammortizzatori sociali i contributi accreditati per le prestazioni occasionali in agricoltura. Contributi che, come detto, dovrà versare il datore di lavoro al termine di ogni singola prestazione occasionale per ogni lavoratore.

Obblighi per lavoratore e datore di lavoro

Prima dell’inizio del rapporto di lavoro ci sono degli obblighi che vanno assolti sia da parte del lavoratore agricolo che da parte del datore di lavoro. Il lavoratore deve fornire al datore di lavoro una autocertificazione in cui dichiari la sua condizione soggettiva, ovvero di non aver avuto rapporti di lavoro dipendente nei 3 anni precedenti.
Per quanto riguarda il datore di lavoro, invece, ha l’obbligo di dare comunicazione al Centro per l’impiego dell’inizio del rapporto instaurato.

Compenso esentasse ma in base al CCNL

Il compenso che spetta al prestatore occasionale è erogato direttamente dal datore di lavoro con metodi di pagamento tracciabile. Gli importi spettanti al lavoratore, quindi, non possono mai essere corrisposti in contanti. Il compenso deve essere basato sulla retribuzione prevista dal Contratto collettivo nazionale e provinciale del lavoro (CCNL). Ricorre a questo tipo di contratto, infatti, non è consentito ai datori di lavoro che non rispettano i CCNL stipulati dalle organizzazioni nazionali più rappresentative.
Ma la cosa interessante va ravvisata nella natura dei compensi che sono:

  • esenti da imposizione fiscale;
  • entro il limite delle 45 giornate l’anno non incidono sullo stato di disoccupato;
  • sono pienamente cumulabili con qualsiasi trattamento previdenziale.

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