Isopensione: la pensione anticipata pagata dall’azienda. Requisiti e domanda

Redazione Lavoro

22/01/2021

21/05/2021 - 11:20

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L’isopensione anche per il 2021 è quello scivolo per la pensione anticipata fino a 7 anni pagata dall’azienda che dovrà presentare a INPS una fideiussione bancaria a garanzia. Vediamo quali sono requisiti, importo, come funziona nel dettaglio e come fare domanda fino al 2023.

Isopensione: la pensione anticipata pagata dall’azienda. Requisiti e domanda

L’isopensione è confermata nel 2021: si tratta di una forma di pensione anticipata pagata dall’azienda grazie a una fideiussione bancaria. Ma quali sono i requisiti e come fare domanda per utilizzare questo strumento?

L’isopensione permette, fino al 2023 grazie alla proroga nella Legge di Bilancio 2021, di creare uno scivolo di 7 anni fino alla pensione (di vecchiaia o anticipata) del lavoratore dipendente.

Lo scivolo era inizialmente di 4 anni, poi la Legge di Bilancio 2018 lo ha portato a 7. Con un recente messaggio, il n° 227 del 20 gennaio, INPS ha comunicato che l’ultima decorrenza ammessa è quella del 1° dicembre 2023 con risoluzione del rapporto di lavoro il 30 novembre 2023.

L’isopensione permetterà ancora per tre anni, ai lavoratori che vogliano andare in pensione anticipata, di farlo aiutando così le aziende in difficoltà a causa della crisi. Non a caso la Legge di Bilancio ha anche confermato e rinnovato il contratto di espansione che con l’isopensione rientra tra le opzioni per andare in pensione nel 2021.

Vediamo allora cos’è l’isopensione nel dettaglio, quali sono i requisiti per accedervi, come funziona e come fare domanda.

Isopensione 2021: requisiti

Per richiedere l’isopensione nel 2021 ci sono delle condizioni da soddisfare sia per l’azienda che per il dipendente.

Nel dettaglio, l’azienda deve avere almeno 15 dipendenti mentre il lavoratore devono maturare i requisiti minimi contributivi e anagrafici per il diritto alla pensione di vecchiaia entro 7 anni (o anche a quella anticipata).

Quest’ultimo, quindi, deve avere almeno 13 anni di contributi (per la pensione di vecchiaia ne sono necessari 20) e un’età anagrafica pari o superiore a 60 anni considerando che l’età per la pensione di vecchiaia è ferma a 67 anni.

Bisogna sottolineare che l’isopensione non è un’esclusiva per i dipendenti: infatti, sono ammessi alla prestazione anche i dirigenti in esubero dopo un processo di riduzione di personale conclusosi con un accordo sindacale.

Come funziona l’isopensione

Prima di richiedere l’isopensione per i dipendenti in esubero, le aziende devono stipulare un accordo con le organizzazioni sindacali dei lavoratori (deve scegliere tra quelle maggiormente rappresentative a livello aziendale); accordo che a sua volta dovrà essere sottoscritto anche dal lavoratore interessato.

Una volta sottoscritto l’accordo questo viene depositato all’INPS che valuta i requisiti pensionistici dei dipendenti. Se tutti i requisiti vengono soddisfatti, allora l’INPS invierà una PEC all’azienda allegando un prospetto con l’onere complessivo del programma di esodo.

È infatti l’azienda a farsi carico interamente dell’indennità che l’INPS riconoscerà al lavoratore nel periodo del prepensionamento, versando inoltre i contributi figurativi previsti nei casi di sospensione o interruzione dell’attività lavorativa.

I costi possono essere elevati ed è per questo che a garanzia della solvibilità per i sette anni di incentivo l’azienda deve presentare una fideiussione bancaria.

Se infatti il datore di lavoro interrompe il pagamento dell’incentivo all’esodo allora INPS provvede a richiedere le rate al garante. Se tuttavia il datore di lavoro non procede a elargire quanto dovuto per l’isopensione per oltre 180 giorno INPS fa valere l’intera fideiussione. Ovviamente se anche il contributo del garante dovesse venire meno INPS interrompe il pagamento dell’isopensione come anche il versamento dei contributi figurativi.

Isopensione: importo

A questo punto resta da capire qual è l’importo che il lavoratore andrà a percepire nei 7 anni (o anche meno) che mancano alla pensione con l’isopensione.

Come anticipato l’assegno mensile viene corrisposto dall’INPS ma finanziato dal datore di lavoro: questo ha un importo pari alla pensione che spetterebbe in base alle regole vigenti. Per l’importo si fa riferimento alla pensione maturata al momento della cessazione del rapporto di lavoro; non comprende, infatti, i contributi figurativi, i quali saranno versati dal datore di lavoro ma corrisposti solo una volta che il dipendente raggiungerà l’età pensionabile.

Per questo motivo l’indennità percepita solitamente è più bassa sia dell’ultima retribuzione che della pensione.

L’assegno è corrisposto per 13 mensilità ed è soggetto a tassazione ordinaria; non comprende però gli assegni al nucleo familiare.

Come fare domanda per l’isopensione

Vediamo in conclusione come fare domanda per l’isopensione. Le aziende che vogliono accedere allo scivolo per i propri dipendenti devono prima di tutto presentare domanda alla sede dell’INPS competente.

Solo una volta che INPS avrà accettato la fideiussione allora l’azienda potrà presentare le domande dei singoli lavoratori per l’isopensione.

L’azienda per la domanda di isopensione deve utilizzare il modulo SC77 che deve includere:

  • il programma annuale di esodo;
  • l’elenco dei lavoratori interessati;
  • il relativo accordo aziendale.

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