L’inflazione ai massimi può distruggere la domanda: cosa significa

Violetta Silvestri

28/03/2022

30/09/2022 - 13:09

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L’inflazione a livelli record, soprattutto nei settori energetico e delle materie prime agricole, sta scuotendo le economie mondiali: c’è il rischio di una distruzione della domanda. Cosa significa?

L’inflazione ai massimi può distruggere la domanda: cosa significa

L’inflazione corre in tutto il mondo, soprattutto per le materie prime cruciali per le economie globali.

Dopo lo slancio dei consumi post-pandemia, con il nodo delle catene di approvvigionamento intasate, la guerra in Ucraina ha intensificato lo shock dell’offerta.

Risultato: i prezzi di alcuni dei prodotti cruciali per il mondo – alimenti, combustibili, plastica, metalli – stanno correndo verso record storici. Ciò sta costringendo i consumatori a ridurre le spese e, se la tendenza cresce, potrebbe far tornare in recessione le economie già colpite dalla pandemia e dalla guerra.

In questo scenario, si parla di un pericolo distruzione della domanda: cosa significa?

L’inflazione da record spinge la distruzione della domanda: cosa significa?

Tra ripresa dei contagi Covid, con la Cina in allarme, e guerra in Ucraina senza sosta, l’inflazione galoppa.

Il fenomeno dei prezzi in corsa sta colpendo tutti i settori e in diverse aree del mondo.

L’aumento del gas naturale in Cina costringe le fabbriche di ceramica che bruciano il carburante a dimezzare le loro operazioni. Le acciaierie europee che utilizzano forni elettrici ad arco ridimensionano la produzione con l’aumento dei costi energetici, rendendo il metallo ancora più costoso.

I prezzi alimentari globali hanno stabilito un record il mese scorso, secondo le Nazioni Unite, poiché l’invasione russa dell’Ucraina ha interrotto le spedizioni dai due Paesi che, insieme, forniscono un quarto del grano mondiale e gran parte del suo olio da cucina.

Il cibo più costoso può essere frustrante per la classe media, ma è devastante per le comunità che cercano di uscire dalla povertà.

La decisione di Pechino di mettere il suo principale polo di produzione di acciaio sotto lockdown potrebbe limitare l’offerta e aumentare i prezzi di articoli di grande valore come elettrodomestici e automobili.

I veicoli elettrici di Tesla, Volkswagen e General Motors, che rappresentano il futuro dei trasporti, devono fare i conti con il litio, essenziale per le batterie, che è quasi il 500% più costoso rispetto a un anno fa.

Nel mondo sviluppato, quindi, l’inflazione alle stelle dovuta a costi energetici e alimentari più elevati potrebbe costringere le famiglie a tagliare la spesa discrezionale: un approccio, quest’ultimo, che viene indicato proprio come distruzione della domanda.

La conseguenza, ovviamente, è minori consumi e sofferenza delle attività produttive, commerciali, dei servizi.

Cosa succede ai prezzi globali e quali previsioni

La situazione economica globale è preoccupante.

Il Fondo monetario internazionale è pronto a tagliare le sue previsioni di crescita globale a causa della guerra e vede rischi di recessione in un numero crescente di Paesi, ha affermato l’amministratore delegato Kristalina Georgieva.

L’economia mondiale è ancora destinata ad espandersi quest’anno, anche se meno del 4,4% precedentemente previsto.

Il presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha affermato che l’invasione russa dell’Ucraina sta aggravando le pressioni inflazionistiche aumentando i prezzi di cibo, energia e altre materie prime in “un momento di inflazione già troppo alta”.

L’allarme è più acuto in Europa, dove le bollette energetiche sono alle stelle a causa della dipendenza dalle forniture russe. I prezzi del gas naturale nel continente sono sei volte superiori rispetto a un anno fa e l’elettricità costa quasi cinque volte di più.

Tutto si sta rivoluzionando. I produttori di fertilizzanti, che utilizzano il gas naturale come materia prima, hanno iniziato a ridimensionare le loro operazioni. Con conseguenze sull’agricoltura e i raccolti (minori in quantità a prezzi maggiori).

Italia, Germania e Regno Unito stanno valutando se bruciare più carbone il prossimo inverno per alleviare la necessità di gas nella produzione di energia. Ciò libererebbe più carburante per le industrie, come i produttori di vetro e le grandi acciaierie, che non possono sostituirlo facilmente.

Proprio come la benzina, la domanda di generi alimentari nel mondo sviluppato tende a non cambiare molto con il prezzo. Gli acquirenti possono variare ciò che acquistano, abbandonando gli articoli costosi per sostituti più economici, ma devono comunque comprare.

I rischi all’orizzonte, allora sono due: più povertà di reddito delle famiglie e distruzione della domanda per beni e servizi meno necessari.

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