Indennità di funzione busta paga: cos’è e come si calcola

Claudio Garau

16/08/2022

27/12/2022 - 14:49

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L’indennità di funzione in busta paga è un importo ulteriore e supplementare, che si somma alla retribuzione ordinaria ed è prevista per particolari tipologie di lavoratori.

Indennità di funzione busta paga: cos’è e come si calcola

I diritti del lavoratore subordinati non sono pochi e sono molto diversi tra loro: trovano disciplina e tutela in fonti come lo Statuto dei Lavoratori e nei vari CCNL di categoria. Tra gli elementi a favore dei dipendenti abbiamo ad esempio varie tipologie di indennità in busta paga: pensiamo all’indennità di disagio, a quella chilometrica, o ancora all’indennità di presenza - ma l’elenco potrebbe essere ben più lungo.

Esse sono accomunate dal fatto di essere tutte voci aggiuntive e supplementari rispetto alla retribuzione ordinaria. In particolare, il diritto a riceverle con lo stipendio, ma anche il loro ammontare, è diversamente disciplinato a seconda del contratto collettivo di riferimento per un certo settore lavorativo (contratto territoriale, aziendale o anche individuale laddove contenga delle condizioni di maggior favore per il lavoratore). E non dimentichiamo che le indennità in busta paga sono modulate anche tenendo conto dell’inquadramento, della specifica mansione contrattuale del lavoratore e delle attività lavorative di fatto svolte giornalmente.

Di seguito intendiamo focalizzarci su una di queste indennità, sicuramente tra le più conosciute - e anche in ragione di ciò - sicuramente degna di essere considerata nei suoi elementi chiave: che cos’è l’indennità di funzione in busta paga? Perché esiste e qual è il suo scopo? E come si calcola? Si tratta di domande cui vogliamo dare risposta di seguito. Ecco i dettagli.

Indennità di funzione: di che si tratta?

Dare una definizione dell’indennità di funzione non è complicato, se pensiamo che già il nome ci fa intuire qual è la sua finalità. Prevista in alcuni contratti collettivi con il differente nome d’indennità di ruolo chiave, l’indennità di funzione rappresenta un importo o un compenso aggiuntivo in busta paga - che viene attribuito ai quadri o a profili assimilabili.

Essa in altri testi è anche chiamata ’indennità di mansione’, proprio in riferimento al fatto che è versata sulla base delle specifiche mansioni svolte dal destinatario, solitamente un lavoratore di livello alto nel CCNL.

In sintesi, l’indennità di funzione in busta paga è da considerarsi una sorta di superminimo collettivo, vale a dire un elemento fisso e continuativo della retribuzione che vale a favore di tutti i quadri direttivi inquadrati secondo un certo CCNL.

L’indennità di funzione è di solito posizionata nella parte alta della busta paga, e si affianca alla paga base, agli scatti di anzianità, all’indennità di contingenza e ad altri versamenti fissi e continuativi riconosciuti al lavoratore.

Finalità dell’indennità di funzione

Scopo dell’indennità di funzione è costituire una sorta di ’indennizzo’, in ragione delle particolari responsabilità e mansioni della categoria dei beneficiari. È noto infatti che le mansioni di lavoratori come quadri o funzionari siano caratterizzate da attività di coordinamento e organizzative, che li responsabilizzano ancor più di altri dipendenti in azienda.

In buona sostanza, a chi svolge mansioni con particolari caratteristiche tecniche e professionali - che impegnano maggiormente sul piano delle responsabilità, degli obiettivi aziendali e delle decisioni da prendere - e a chi - proprio per il ruolo che occupa - tende a svolgere prestazioni al di fuori del normale orario di lavoro, è giusto che sia riconosciuta una somma ulteriore a titolo di indennità.

Coerentemente, sono i contratti collettivi a prevedere e disporre l’indennità di funzione in busta paga, in aggiunta ad altri elementi dello stipendio come la paga base o gli scatti di anzianità.

Tuttavia, nella contrattazione collettiva possono essere individuati anche altri lavoratori che compiono particolari mansioni fiduciarie o mansioni assai gravose, e che proprio per questo risultano meritevoli dell’indennità di funzione. Anzi non deve stupire che i CCNL talvolta prevedano che questa indennità sia assegnata anche a quei lavoratori che, pur non avendo formalmente il ruolo di quadro, svolgono funzioni direttive.

Ore di straordinario, quadri e indennità di funzione: la tutela

Abbiamo detto che l’indennità di funzione in busta paga è tipica di lavoratori come i quadri, in considerazione del particolare ruolo svolto e delle peculiari specializzazioni. Ma non devi dimenticare che questa componente della retribuzione è mirata anche a ricompensare le possibili prestazioni compiute al di fuori del normale orario di lavoro.

Ciò si spiega con il fatto che per i quadri non è previsto il riconoscimento economico delle ore di straordinario, essendo per sua natura una categoria non caratterizzata da limitazioni dell’orario di lavoro.

Proprio così: per i quadri non vi sono limiti di orario e, tranne il caso di differente previsione nel CCNL, questi non ricevono la retribuzione per lavoro straordinario per le ore eccedenti le 40 ore settimanali. Ben comprenderai allora il perché della compensazione effettuata dall’indennità di funzione verso le ore di straordinario e il maggior impegno orario da parte del lavoratore stesso.

Imponibile previdenziale, fiscale e TFR: la rilevanza dell’indennità di funzione

Tieni presente poi che è la stessa contrattazione collettiva ad individuare le differenti modalità di versamento dell’importo. Tecnicamente parlando, siamo di fronte ad un elemento retributivo che, di norma, è qualificato come un’integrazione dei minimi contrattuali e che va ad incidere su ogni altro istituto contrattuale previsto dalla legge.

Non dimentichiamo anche che quanto versato a colui che ha diritto all’indennità di funzione in busta paga concorre alla formazione dell’imponibile fiscale, previdenziale e all’individuazione della retribuzione utile al calcolo del trattamento di fine rapporto. Ebbene sì: l’indennità di funzione è inclusa tra gli elementi da conteggiare per la quantificazione dell’accantonamento ai fini TFR - essendo somme versate al lavoratore subordinato a titolo non occasionale.

Altra considerazione importante è che l’importo versato a titolo di indennità di funzione in busta paga concorre alla formazione della base imponibile contributiva sulla quale sono calcolati i contributi previdenziali da pagare. Ma detta indennità ha rilievo anche sul fronte fiscale: dal punto di vista sostanziale, l’indennità di funzione - o di mansione - contribuisce alla formazione del reddito, proprio come lo stipendio ordinario. Ecco perché, come abbiamo appena accennato, l’indennità di funzione concorre altresì alla formazione della base imponibile fiscale, sulla quale calcolare l’Irpef da versare allo Stato.

Calcolo dell’indennità di funzione: alcune precisazioni

Ricordiamo infine che, di solito, l’indennità in oggetto in busta paga spetta in cifra fissa, ma talvolta può essere determinata anche come percentuale della retribuzione mensile. Non solo: in alcuni contratti l’importo dell’indennità di funzione cambia in base all’anzianità di servizio del quadro. Ciò analogamente a quanto succede con altre tipologie di indennità.

E non vi sono dubbi a riguardo: la sua misura e quantificazione cambia sulla scorta del contratto collettivo applicabile - perciò per comprendere a quanto ammonta dovrai andare a vedere cosa dice in proposito il tuo CCNL.

Per esempio nel caso del CCNL commercio l’indennità di funzione in busta paga è determinata in una somma mensile fissa prevista per 14 mensilità, che nel corso del tempo ha subito vari incrementi. Mentre in altri casi di contratti collettivi l’importo è assorbibile da eventuali superminimi individuali.

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