Guerra nucleare: l’Europa fermerà l’Iran?

Violetta Silvestri

19 Gennaio 2020 - 18:39

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Guerra nucleare: l’Europa ha un ruolo importante per non far fallire l’accordo. Riuscirà a fermare l’Iran nella corsa agli armamenti?

Guerra nucleare: l’Europa fermerà l’Iran?

Guerra nucleare: ora gli occhi sono puntati sui Paesi europei e sulle loro capacità negoziali nei confronti dell’Iran. Se, infatti, la tensione e soprattutto la distanza tra Teheran e Washington resta elevata, i rapporti con gli altri firmatari del patto sul nucleare potrebbero aiutare a scongiurare l’escalation di violenza.

Oppure, riportare il mondo sull’orlo della crisi totale. Le ultime decisioni di Francia, Germania e Gran Bretagna sull’avvio del meccanismo delle dispute (che di fatto afferma l’esistenza di una violazione da parte iraniana dell’intesa) hanno rialzato i toni.

Sulla guerra nucleare, quindi, aleggia in questi giorni un quesito importante: l’Europa riuscirà a fermare l’Iran?

Guerra nucleare: il patto sull’arricchimento dell’uranio sarà salvo? La parola all’Europa

L’ultima minaccia iraniana è arrivata dalle parole del portavoce del parlamento Ali Larijani: la cooperazione con le Nazioni Unite e con i suoi osservatori sul programma nucleare iraniano sarà rivista se verranno decise misure ingiuste.

Il riferimento è alla presa di posizione di Francia, Germania, Gran Bretagna di attivare il meccanismo di disputa sull’accordo relativo all’arricchimento dell’uranio.

La mossa dei Paesi europei lancia un messaggio chiaro ed equivale ad accusare formalmente l’Iran di violare i termini del patto. Una delle conseguenze di questa decisione potrebbe essere il ricorso a sanzioni ONU, che finora erano state evitate.

Stando a quanto riportato dall’agenzia Reuters, Ali Larijani ha espresso tutta la contrarietà di Teheran alla scelta degli Stati europei firmatari del patto:

“Dichiariamo apertamente che se le potenze europee, per qualsiasi motivo, adottassero un approccio ingiusto nell’utilizzare il meccanismo delle controversie, riconsidereremo seriamente la nostra cooperazione con l’Agenzia internazionale per l’energia atomica.”

La principale preoccupazione della Repubblica islamica è l’introduzione di sanzioni economiche che, dopo quelle avviate da Trump, possano intaccare la già difficile situazione in cui versa lo Stato. Per questo, le autorità iraniane lanciano periodicamente minacce sulla volontà di proseguire con l’accordo: la condizione necessaria per la collaborazione deve essere l’assenza di restrizioni su importazioni ed esportazioni.

Dalla sua parte, però, i Paesi europei hanno voluto mettere sotto pressione l’Iran dopo che, nel pieno della crisi con gli USA, Teheran aveva annunciato di voler arricchire l’uranio senza vincoli.

La minaccia è stata considerata grave dagli Stati francese, tedesco e inglese, tanto da avviare il meccanismo delle dispute.

A questo punto, l’idea europea è di spingere gli iraniani a ricominciare i negoziati e a superare i rischi di una violazione dei termini del patto. L’intento dei tre Stati, quindi, è di riportare le clausole dell’accordo sotto i riflettori. Stando a quanto stabilito dal meccanismo delle dispute, il tempo per trovare una soluzione è di 30 giorni.

In seguito, se non si arrivasse ad un esito condiviso e sperato, sarebbe chiamato in causa il Consiglio di sicurezza ONU. Uno scenario, questo, non proprio auspicabile: il veto degli USA, infatti, potrebbe essere usato per rifiutare un eventuale accordo.

Con il rischio, quindi, di far fallire per sempre il patto sull’arricchimento dell’uranio. La responsabilità delle potenze europee è cruciale in questo frangente. La guerra nucleare dipende molto dall’abilità negoziale del nostro Continente.

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