Guerra del gas nel 2021? Russia e USA sono pronte. E l’Europa è avvisata

Violetta Silvestri

30/12/2020

05/07/2021 - 16:42

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La guerra del gas potrebbe trovare nuovi spunti esplosivi nel 2021. Russia e USA, infatti, continuano a sfidarsi in Europa per il controllo del mercato. Il gasdotto Nord Stream 2 porterà tensioni?

Guerra del gas nel 2021? Russia e USA sono pronte. E l’Europa è avvisata

Più volte minacciata e mai sopita: la guerra del gas tra Russia e USA è un tema sempre attuale, pronto a ri-esplodere anche nel 2021.

Le due potenze si sfidano da tempo sul terreno europeo per imprimere un’egemonia strategica nell’approvvigionamento della materia prima tanto preziosa. Il gasdotto Nord Stream 2, che coinvolge direttamente Russia e Germania, è la miccia pronta a scoppiare tra Mosca e Washington.

Il 2021 sarà l’anno della guerra del gas tra le due potenze in cerca di potere? Riflettori accesi sulle sanzioni USA e sulle intenzioni di Biden.

Guerra del gas Russia-USA: a che punto siamo?

Si preannuncia un 2021 molto caldo sul fronte delle risorse e del controllo strategico delle rotte del gas. Lo sfondo è l’Europa, che le due potenze USA e Russia vogliono conquistare a colpi di progetti e contratti di fornitura del gas.

I protagonisti sono i Governi di Mosca e Washington. Le brame di potere di Putin sono ormai note, così come la politica aggressiva e nazionalista delle sanzioni di Trump. Ma cosa farà Biden?

Intanto, la miccia del gasdotto Nord Stream 2 sta per riaccendersi in queste ultime settimane di presidenza del tycoon. Cosa sta succedendo?

La Russia sta intensificando i lavori sul gasdotto prima che gli Stati Uniti inaspriscano le sanzioni contro il controverso progetto destinato fornire gas naturale in Germania.

La costruzione di 1.230 chilometri (764 miglia) di condotte ha raggiunto una tappa fondamentale proprio lunedì 28 dicembre, con il completamento della posa dei tubi nella zona economica esclusiva tedesca. I prossimi step comprendono la ripresa dei lavori nella parte danese del Mar Baltico, dove sarà collocata la maggior parte delle rimanenti sezioni del collegamento di 157 chilometri.

Il progresso sul collegamento è una vittoria per il presidente russo Vladimir Putin e per l’azienda leader nell’esportazione di gas, Gazprom PJSC. Una volta completato, il progetto consentirà alla Russia di espandere le consegne di gas in Europa e di aggirare il tradizionale corridoio di trasporto attraverso l’Ucraina.

Gli Stati Uniti e le nazioni europee dell’Est affermano che il Nord Stream 2 renderà la Germania e l’UE troppo dipendenti dal gas russo. E questo scenario proprio non piace alla potenza americana.

USA contro Russia: Europa avvisata

Il lavoro sul progetto da 9,5 miliardi di euro (11,6 miliardi di dollari) è stato interrotto un anno fa dalle sanzioni statunitensi e ripreso solo all’inizio di questo mese, quando Gazprom ha trovato una propria nave per posare l’oleodotto.

Il Nord Stream 2 può utilizzare la nave Fortuna per svolgere i lavori a partire dal 15 gennaio, assistito dalle navi da costruzione Murman e Baltiyskiy Issledovatel e da altre da rifornimento. Con la ripresa del ritmo dei lavori, il gasdotto potrebbe avviare le attività entro il 2021.

Gli Stati Uniti intanto stanno manovrando per inasprire le sanzioni - già attive da circa un anno - estendendole alle aziende che forniscono certificazione tecnica e assicurazione. Tali misure fanno parte di un disegno di legge di difesa più ampio che ha approvato il Congresso, ma sul quale è stato posto il veto dal presidente Donald Trump. La Camera dei Rappresentanti ha votato per annullare il veto. Se anche il Senato farà lo stesso, le nuove misure potrebbero entrare in vigore nelle prossime settimane.

Per la Russia sarebbe un fattore chiave per vedere il rallentamento dei lavori. Gli Stati Uniti sostengono che il Nord Stream 2 dia a Mosca troppa influenza sull’Europa e che le forniture di gas naturale liquefatto americano siano un’alternativa migliore.

Secondo Putin, invece, il gasdotto avvantaggia le economie della Germania e dell’Europa poiché il prezzo proposto è inferiore del 20% a quello del GNL statunitense.

L’Europa si trova nel mezzo della disputa ed è quindi avvisata. Con Biden, desideroso di collaborare con il vecchio continente, la tensione resterà così alta sulla vicenda gas?

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