Italia, governo taglia stime PIL. Aumento IVA inevitabile?

Mario D’Angelo

18/09/2019

18/09/2019 - 18:16

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L’aumento dell’IVA è la causa principale del taglio alla crescita del 2020. Ma M5S e PD non si erano uniti per evitarlo?

Italia, governo taglia stime PIL. Aumento IVA inevitabile?

Nuovo governo, nuove stime di crescita per l’Italia. Indiscrezioni di stampa indicano che il Mef prevede per il 2020 una crescita del PIL soltanto a +0,4%, dopo il deludente +0,1% dell’anno corrente. Tale stima includerebbe già l’impatto negativo di un aumento dell’IVA. Ma Matteo Renzi - prima di lasciare il PD - non aveva detto che la priorità era evitare la tassa su beni e servizi?

Governo dimezza crescita PIL 2020

L’Aprile scorso il primo governo Conte aveva previsto una crescita dello 0,2% per quest’anno e dello 0,8% nel 2020. Il Conte bis, basandosi su un identico scenario economico, ha quindi dimezzato la crescita prevista per l’anno prossimo. Il nuovo governo dovrebbe però beneficiare di una Commissione più favorevole che le permetterebbe di portare il deficit/PIL al 2,3% l’anno prossimo rispetto al 2,04% di quest’anno.

Sulla crescita dello +0,4% si baserà la cornice del budget di spesa che sarà presentato alla Commissione Europea il mese prossimo, dopo la presentazione ufficiale delle stime in Parlamento che avverrà il 27 Settembre. Il Tesoro non ha ancora finalizzato le proiezioni. Quella sul 2020 potrebbe essere rivista, ma più verso lo 0,3% che verso lo 0,5%

La Commissione Europea aveva previsto a Luglio una crescita per l’Italia dello 0,1% per quest’anno e dello 0,7% l’anno prossimo. Già in base a queste stime, l’Italia sarà il Paese europeo con la crescita più lenta per due anni consecutivi.

Conte bis verso aumento dell’IVA

A diffondere l’indiscrezione è stata Reuters, che cita fonti a conoscenza del dossier. L’agenzia aggiunge che l’unica differenza significativa fra la stima del Conte 1 e quella del Conte 2 è l’impatto negativo dell’aumento dell’IVA, che a questo punto sembra inevitabile. Il governo M5S-Lega aveva determinato un aumento dal 22% al 25,2%.

Ironia della sorte, Movimento 5 Stelle e Partito Democratico avevano seppellito l’ascia di guerra e formato il nuovo governo - così era stato detto - proprio per scongiurare l’aumento dell’Iva. Questo graverebbe soprattutto sulle famiglie e sulle piccole e medie imprese.

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