“Il governo è finito, Draghi non diventi ostaggio di questa maggioranza”: l’intervista a Rizzetto (Fdi)

Stefano Rizzuti

19 Luglio 2022 - 16:49

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Walter Rizzetto, deputato di Fratelli d’Italia, ribadisce la richiesta del suo partito di tornare al voto in un’intervista a Money.it: “I cocci del governo Draghi non sono più ricomponibili”.

“Il governo è finito, Draghi non diventi ostaggio di questa maggioranza”: l’intervista a Rizzetto (Fdi)

Fratelli d’Italia continua a chiedere di tornare il prima possibile al voto. La crisi del governo guidato da Mario Draghi non può terminare, secondo gli esponenti del partito di Giorgia Meloni, con altro esito se non con lo scioglimento delle Camere. A ribadirlo a Money.it è anche Walter Rizzetto, deputato di Fdi, secondo cui l’attuale governo è da sempre “politicamente molto debole”.

Per questo Rizzetto crede che ormai non sia più possibile ricomporre i cocci, soprattutto in vista di una legge di Bilancio in piena campagna elettorale che potrebbe mettere nuovamente in crisi la maggioranza. Secondo il deputato di Fdi non è in discussione l’autorevolezza internazionale di Mario Draghi e proprio per questo il suo consiglio al presidente del Consiglio è quello di non continuare con questo governo, anche per non essere “ostaggio” dei partiti che compongono la maggioranza. La soluzione, quindi, è “andare a votare”.

Perché, secondo voi, il governo Draghi non può continuare dopo la crisi innescata dai 5 Stelle?

Noi abbiamo sempre considerato questo governo numericamente molto ampio, ma politicamente molto debole. Lo abbiamo detto sempre e ribadito con forza dopo la rielezione di Mattarella. Ed è proprio in funzione dello standing che ha Mario Draghi che gli sconsigliamo di continuare con questo governo in cui M5s e Pd hanno delle posizioni sbagliate. Anche dopo questi passaggi il campo largo è in difficoltà nella sua formazione. Per non essere ostaggio di questa esecutivo, la via maestra è quella di andare a votare e togliere dall’agonia un esecutivo che sarebbe in difficoltà con la prossima legge di Bilancio, che sarà molto elettorale.

Crede che le dimissioni di una figura autorevole come quella di Draghi possano far perdere credibilità all’Italia a livello internazionale?

Sulla figura di Draghi nessuno discute, però non capisco quanto può cambiare da settembre a marzo. E non capisco come in altri Paesi sono riusciti con la pandemia ad andare a votare e qui non si può. Quindi non penso che questo elemento sia nella testa di coloro che tentano di ricomporre dei cocci poco ricomponibili: non credo sia solo la stima per Draghi quanto un tornaconto elettorale.

Si fida della compattezza del centrodestra e del fatto che Lega e Forza Italia non supportino davvero ancora Draghi?

Io penso che possiamo fidarci, le due posizioni rispetto alla nostra credo siano in parte differenti perché fanno parte del governo. Noi in modo coerente non c’abbiamo messo in piede.

Crede che in caso di nuovo governo Draghi la coalizione di centrodestra possa essere a rischio?

Questo non lo so, ma mi baso solo su quelle che sono le dichiarazioni di Berlusconi e Salvini, ovvero non volere un esecutivo con il M5s. Ora che si chiami M5s o ex M5s, sempre quella roba lì è, non sarebbe un’ottima scelta.

Stipendi, bollette, legge di Bilancio: tra tutte queste emergenze è davvero possibile votare prima della manovra?

È difficile, ma è realmente possibile perché fino all’insediamento del nuovo esecutivo un governo c’è. Lo stesso Draghi ha detto che tutte le misure già in campo non dipendono molto da chi sta a quel posto, ma possono andare avanti anche con un altro esecutivo.

Non teme che ci possa essere una vittoria non chiara alle elezioni e quindi ci siano difficoltà a formare un nuovo governo?

Penso che entro due settimane dal prossimo voto un governo ce l’avremo.

Anche con l’attuale legge elettorale?

Certo, in questa legislatura abbiamo avuto tre governi diversi con questa legge elettorale...

Potrebbe essere una soluzione accettabile per Fdi una rassicurazione che si vada al voto a inizio del 2023, mettendo in sicurezza la manovra?

Ormai è una questione di concetto, non di tempistica, è una questione di fondo. Che si vada a votare a gennaio, a marzo, a ottobre, è il concetto che non ci sta bene: non si può tenere in vita un governo i cui cocci non sono ricomponibili.

Infine una previsione: come finirà questa crisi di governo?

Finisce che Giuseppe Conte vota la fiducia a Draghi.

E Draghi accetterà di continuare?

Penso che sarà costretto ad accettare.

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