Consumi ridotti e distacchi delle utenze: cosa succede se scatta lo scenario d’emergenza per il gas in Italia

Stefano Rizzuti

21/04/2022

18/05/2022 - 15:55

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Cosa potrebbe succedere se l’Italia dovesse rinunciare alle forniture di gas russo? Dai consumi ridotti ai distacchi di carico, ecco le ipotesi nel caso in cui scatti lo scenario d’emergenza.

Consumi ridotti e distacchi delle utenze: cosa succede se scatta lo scenario d’emergenza per il gas in Italia

Il rischio di uno stop alle forniture di gas russo sembra sempre più concreto e vicino. Per questo l’Italia si prepara anche a uno scenario d’emergenza, con la possibilità di consumi limitati e persino distacchi parziali.

Stefano Besseghini, presidente di Arera, traccia i possibili scenari per i prossimi mesi in un’intervista al Corriere della Sera, partendo dal rischio che l’Italia non riesca a ricostruire gli stock di gas naturale in caso di interruzione delle forniture russe.

Lo stop all’importazione del gas da Mosca non è poi così irrealistico. Secondo Besseghini la possibilità che arrivi già a maggio è concreta e “in questo caso il rischio di non riempire completamente gli stoccaggi potrebbe esserci”.

Se dovesse davvero arrivare lo stop al gas russo da maggio, allora l’Italia dovrebbe capire quanto riuscirà a recuperare dagli accordi stretti con altri Paesi, tra gli ultimi Algeria, Angola e Congo, o che si accinge a firmare nelle prossime settimane. Ma cosa succede in caso di stop al gas russo?

Stop a gas russo, cosa succede: dai consumi ai distacchi

Gli accordi che l’Italia sta stipulando con vari Paesi non avranno effetti immediati e in molti casi bisognerà aspettare il 2023 per vedere i primi risultati. Cosa succederebbe all’Italia in caso di stop alle forniture del gas russo? “Entreremmo quasi certamente in uno scenario d’emergenza, quindi scatterebbe un protocollo che prevede dei distacchi di carico e delle prevalenze tra le utenze”, risponde il presidente di Arera.

I dettagli dello scenario d’emergenza non sono ancora pubblici, ma tra le ipotesi solitamente applicate in questi casi ci sono sicuramente la limitazione dell’illuminazione notturna e la riduzione dell’utilizzo dei riscaldamenti, come conferma anche Besseghini. Poi l’intensità di queste operazioni dipende dalla situazione che si avrà nel momento dello stop e dalla vicinanza al periodo invernale.

Sicuramente non ci saranno tagli sui servizi pubblici e sanitari, così come sulla produzione industriale. Invece - prosegue il presidente di Arera - “altri consumi elettrici non indispensabili verrebbero in qualche maniera gestiti”. Ma la responsabilità di queste scelte è sempre del governo.

L’autonomia dell’Italia senza gas russo

Il presidente di Arera risponde anche a una domanda sull’autonomia dell’Italia in caso di stop alle forniture di gas russo. Molto dipenderà dal momento in cui arriverà la decisione dell’Ue o della Russia stessa, perché i fattori chiave saranno il livello di riempimento e la domanda in quel momento. Però una stima, approssimativa, si può fare: secondo Besseghini l’Italia ha scorte sufficienti per “almeno dieci settimane”.

Il tetto al prezzo del gas

L’altro tema in discussione in questi giorni è quello del tetto al prezzo del gas. Difficile pensare di fissarlo solamente a livello nazionale: secondo Besseghini sarebbe “un grandissimo rischio”. Servirebbe, invece, un tetto europeo del prezzo del gas, soluzione ritenuta attuabile.

Oppure il presidente di Arera indica un’altra strada: calcolare il rischio di crescita del costo senza il gas russo, pensando per esempio agli indennizzi per gli operatori. Già questo indennizzo, spiega, “farebbe scendere i prezzi”.

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