Gas, è emergenza rincari: ecco come l’Ue prova ad abbassare i prezzi e cosa succederà da agosto

Stefano Rizzuti

05/07/2022

05/07/2022 - 17:00

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Rincari record e sempre meno gas a disposizione: l’Ue si prepara ad affrontare una nuova emergenza provando a tenere il più possibile i prezzi bassi. Ecco come vuole farlo e cosa succederà.

Gas, è emergenza rincari: ecco come l’Ue prova ad abbassare i prezzi e cosa succederà da agosto

I prezzi del gas continuano a salire. L’Ue prova a correre ai ripari, soprattutto in considerazione di un’eventuale ulteriore riduzione delle forniture russe: la Commissione sta pensando alle mosse da mettere in campo per arginare la salita dei prezzi e tra le ipotesi torna in auge il price cap, il tetto al costo del gas che il presidente del Consiglio, Mario Draghi, vorrebbe introdurre da subito.

I tempi saranno sicuramente più lunghi, ma intanto anche la commissaria europea alla Concorrenza, Margrethe Vestager, conferma che l’Ue è al lavoro per trovare una soluzione che eviti l’aumento estremo dei prezzi del gas, ma anche per scongiurare il rischio che l’energia idraulica, solare o eolica diventi costosa tanto quanto il gas.

Passi avanti concreti potrebbero arrivare nella seconda metà di luglio, con un piano che la Commissione sta predisponendo in questi giorni e discuterà probabilmente prima della pausa estiva. D’altronde la situazione si fa sempre più critica, con l’aumento dei prezzi registrato nelle ultime ore e con il rischio di conseguenze pesanti anche nei prossimi giorni. Vediamo a cosa sta pensando l’Ue e cosa succederà nelle prossime settimane sul gas.

Cosa farà l’Ue sul prezzo del gas

L’Ue sta valutando il pacchetto sull’energia da introdurre per provare a calmierare i prezzi. Le misure riguarderanno sicuramente il gas, ma anche il carburante e l’elettricità. L’ipotesi è di partire dal modello del price cap iberico, già in vigore in Spagna e Portogallo, ma andando a rivedere i punti più critici.

Tetto al prezzo del gas, quando potrebbe arrivare

La decisione dell’esecutivo comunitario non dovrebbe arrivare prima della seconda metà di luglio. Secondo la Repubblica la data da segnare è quella del 20 luglio, quando ci sarà l’ultima convocazione della Commissione prima delle vacanze. L’Ue vuole farsi trovare preparata ad agosto, perché in quel periodo si tema che la Russia possa aumentare la pressione, magari chiudendo altre forniture. Inoltre si avvicinerebbe sempre più la data dell’embargo sul carbone, così come l’arrivo dell’inverno e del periodo in cui si vedrà cosa l’Ue è riuscita a fare per le scorte di gas.

Il tetto al prezzo del gas

Draghi continua a spingere per il tetto al prezzo del gas. La discussione è aperta sulla possibilità di sostenere i fornitori attraverso una contribuzione pubblica, che sarebbe però molto dispendiosa per Paesi come Italia e Germania, più dipendenti dal gas estero.

Bisogna poi evitare un altro contraccolpo già visto in Spagna e Portogallo, dove è esploso il consumo del gas. Il meccanismo, inoltre, potrebbe riguardare tutte le fonti energetiche, privilegiando le rinnovabili. L’obiettivo finale - ma va capito con che modalità raggiungerlo - è tenere più bassi i costi della materia prima e dell’elettricità.

Come cambieranno i prezzi del gas

La preoccupazione di tutti i paesi europei è che il prezzo del gas possa continuare ad aumentare. Il rischio è che dalla Russia arrivino altri tagli che potrebbero far salire ulteriormente i prezzi. Aumento che inciderebbe anche sulle esportazioni da Algeria, Congo e da tutti gli altri Paesi su cui sta puntando ora l’Italia con i nuovi accordi.

Un altro problema potrebbe arrivare dalla chiusura - per una manutenzione programmata, secondo la versione ufficiale - del gasdotto Nord Stream dall’11 al 21 luglio. Anche questa chiusura potrebbe comportare un ulteriore aumento dei prezzi, come peraltro sottolineato anche dal ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani.

I prezzi stanno già aumentando: solo ieri di oltre il 10%. Non aiuta lo sciopero iniziato in Norvegia con il rischio di una riduzione del 13% delle esportazioni. In più è calato anche l’arrivo di Gnl dagli Stati Uniti. A questo si aggiungono i timori legati alla situazione in Nord Africa, a partire da quella libica dove è tornato a regnare il caos. Una serie di fattori che potrebbe comportare un nuovo aumento dei prezzi del gas.

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