Fondo da 160 milioni di euro per il contrasto al consumo di suolo: cos’è e come funziona

Antonella Ciaccia

18 Gennaio 2023 - 16:47

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Un Fondo da 160 milioni è stato inserito nella Legge Bilancio 2023 per il contrasto al consumo di suolo. Approfondiamo di cosa si tratta, a cosa serve e quali risorse si avranno disposizione.

Fondo da 160 milioni di euro per il contrasto al consumo di suolo: cos’è e come funziona

Il Fondo è stato istituito per finanziare progetti e azioni finalizzati a contrastare il cosiddetto «consumo di suolo» e promuovere lo sviluppo sostenibile del territorio.

Il consumo di suolo è un fenomeno globale e una delle principali cause della perdita di biodiversità e della degradazione dell’ambiente. La sua prevenzione e il suo impedimento sono essenziali per garantire la sostenibilità del territorio e la qualità della vita della popolazione.

Nella misura prevista dalla legge di Bilancio per il 2023, il Fondo per la prevenzione del consumo di suolo è costituito da 160 milioni di euro indirizzati ad arginare una questione che, secondo le ultime rilevazioni dell’Ispra, ha raggiunto dimensioni preoccupanti.

Grazie alla dotazione del nuovo Fondo, le Regioni potrebbero rafforzare e istituire una serie di iniziative per la rigenerazione urbana. Difatti, un successivo decreto del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, di concerto con il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e il ministro dell’Economia e delle Finanze, definirà i criteri per il riparto del fondo a favore delle regioni e delle province autonome, delle modalità di monitoraggio e di revoca delle risorse assegnate

Manca però un anello fondamentale, ovvero una normativa unitaria che detti, a livello nazionale, le regole per raggiungere l’obiettivo: ad oggi, non esiste infatti una legge quadro che riguardi da vicino il fenomeno del consumo del suolo.

Approfondiamo di seguito cosa prevede la misura inserita nella Manovra 2023, quali progetti sono finanziati e quali risorse sono state messe a disposizione per il Fondo Suolo.

Consumo di suolo, cosa significa?

Proviamo a definire prima di tutto cosa si intende per «consumo di suolo»: si tratta di un fenomeno che si verifica quando le aree naturali o agricole vengono utilizzate per scopi antropici, come l’edificazione, l’urbanizzazione, l’estrazione di materie prime, l’insediamento industriale e così via.

Il consumo di suolo può avere conseguenze negative sull’ecosistema, sulla biodiversità, sull’ambiente e sulla qualità della vita della popolazione. Esso può essere classificato in due tipi: quello diretto e indiretto.

Si verifica il consumo di suolo diretto quando un’area naturale o agricola viene trasformata in un’area urbanizzata o in un’area destinata ad attività svolte dall’uomo. Quello indiretto, invece, avviene quando un’area naturale o agricola viene utilizzata per attività umane che ne compromettono la funzionalità ecologica, senza che ci sia una trasformazione fisica dell’area stessa.

Fondo per il contrasto al consumo di suolo: di cosa si tratta

Il Fondo per il contrasto al consumo di suolo è gestito dal ministero dell’Ambiente e le risorse possono essere utilizzate per interventi di recupero e rigenerazione urbana, piani di sviluppo territoriale sostenibile, interventi per la salvaguardia del patrimonio ambientale e culturale e altre azioni volte a promuovere la qualità dell’ambiente e la sostenibilità.

L’obiettivo principale della ripartizione del Fondo è quello di individuare aree su cui avviare gli interventi e valutare le tipologie di opere necessarie perché si possa generare un effetto di rinaturalizzazione del suolo e di ripristino delle relative funzionalità.

Per tale ragione è prevista la costituzione di un tavolo tecnico per il contrasto al consumo di suolo (…), composto da rappresentanti della Direzione generale uso sostenibile del suolo e delle risorse idriche, in qualità di coordinatori, delle Autorità di bacino distrettuali e di Ispra.

Consumo di suolo: secondo l’Ispra la situazione è in peggioramento

Lo scorso luglio, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) ha diffuso i dati relativi al 2021, da cui emerge il valore più alto negli ultimi dieci anni di consumo di suolo; con una media di 19 ettari al giorno e una velocità che supera i 2 metri quadrati al secondo, il dato di consumo è lievitato e ha sfiorato i 70 km quadrati di nuove coperture artificiali in un solo anno.

Il cemento ricopre ormai 21.500 km2 di suolo nazionale, dei quali 5.400, riguardano i soli edifici che rappresentano il 25% dell’intero suolo consumato.

Secondo l’Ispra, le trasformazioni urbane hanno reso il suolo impermeabile, causando allagamenti, ondate di calore, perdita di aree verdi, di biodiversità e dei servizi ecosistemici, con un danno economico stimato in quasi 8 miliardi di euro l’anno

Fondo per il contrasto al consumo di suolo: cosa viene finanziato?

Il Fondo per il contrasto al consumo di suolo finanzia tutti i progetti finalizzati a osteggiare il fenomeno e promuovere lo sviluppo sostenibile del territorio. In particolare, le risorse del fondo possono essere utilizzate per:

  • interventi di recupero e rigenerazione urbana, al fine di ridurre il consumo di suolo e riqualificare le aree urbanizzate esistenti;
  • piani di sviluppo territoriale sostenibile, per promuovere un uso efficiente del territorio e una maggiore qualità dell’ambiente;
  • interventi per la salvaguardia del patrimonio ambientale e culturale, per preservare le risorse naturali e culturali del territorio.

Possono essere finanziate anche altre azioni che incentivino la qualità dell’ambiente e la sostenibilità, come il supporto alla mobilità sostenibile, la gestione delle acque, la riforestazione, la promozione dell’energia rinnovabile, e così via.

Inoltre il Fondo può finanziare anche progetti di mitigazione del rischio idrogeologico e di recupero e valorizzazione del patrimonio edilizio esistente, progetti di conservazione e tutela del patrimonio ambientale e culturale e di sviluppo sostenibile del territorio.

Le risorse del Fondo nella Manovra 2023

Nella legge di Bilancio 2023, ai i commi 695 e 696 è istituito, nello stato di previsione del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, il «Fondo per il contrasto al consumo di suolo» con l’assegnazione di uno stanziamento complessivo di 160 milioni di euro per gli anni 2023-2027, al fine di consentire la programmazione e il finanziamento di interventi per la rinaturalizzazione di suoli degradati o in via di degrado in ambito urbano e periurbano.

Lo stanziamento complessivo per gli anni dal 2023 al 2027 previsto al comma 695 è così articolato:

  • 10 milioni di euro nel 2023;
  • 20 milioni di euro nel 2024;
  • 30 milioni di euro nel 2025;
  • 50 milioni di euro in ciascuno degli anni 2026 e 2027.

Manca una normativa nazionale: a che punto siamo?

In attesa di una legge quadro nazionale, che pare sempre ferma in Parlamento, molte Regioni si sono attivate per contrastare il consumo del suolo con provvedimenti regionali.

Dopo l’inizio della nuova legislatura, sono stati presentati nuovi disegni di legge in materia. Il Senatore Pd Franco Mirabelli ha presentato un ddl che ricalca l’ultimo disegno di legge sulla rigenerazione urbana bloccato dalla Ragioneria, e, sempre in Senato, Anna Rossomando rappresentante Pd, ha presentato il ddl n.42 recante «Disposizioni per il contrasto al consumo di suolo e per promuovere il riuso e la rigenerazione urbana».

Anche alla Camera è ferma la proposta di legge dell’On. della Lega, Alessandro Manuel Benvenuto recante: «Disposizioni per la realizzazione di interventi di rigenerazione urbana e ambientale» e, lo scorso ottobre, la deputata Stefania Ascari (Movimento 5 stelle) ha annunciato di voler proporre una norma per l’arresto del consumo di suolo e per il riuso dei suoli urbanizzati.

Si auspica per il futuro un intervento legislativo importante in materia. La tutela dei suoli è necessaria per difendere la biodiversità e la produzione agricola nel nostro Paese.

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