Fondimpresa: il finanziamento alla formazione non deve essere aiuto di Stato

Dario Colombo

17/01/2023

13/02/2023 - 13:03

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A Talk Formazione Continua la vicepresidente di Fondimpresa, Annamaria Trovò, rivolge al ministro del Lavoro la proposta di togliere lo status di aiuto di Stato al finanziamento alla formazione.

Annamaria Trovò è vicepresidente di Fondimpresa, il fondo interprofessionale di Confindustria, Cgil, Cisl e Uil, che finanzia la formazione continua. Intervenendo nella seconda puntata del Talk Formazione Continua, la vicepresidente di Fondimpresa ha dato voce a una nuova, dirompente, proposta, rivolgendola al ministro del Lavoro Marina Calderone: l’abrogazione del finanziamento della formazione come aiuto di Stato.

Nella prima puntata di Talk Formazione Continua, con l’aiuto del direttore generale di Fondimpresa, Elvio Mauri, e del presidente dell’associazione lavoro Over40, Giuseppe Zaffarano, è stato delineato il perimetro della formazione professionale e del diritto soggettivo del lavoratore alla formazione.

I metodi, gli strumenti e le azioni che porteranno Fondimpresa a essere protagonista attiva anche nel 2023 per la formazione di centinaia di migliaia di lavoratori italiani sono stati spiegati nella seconda puntata da Annamaria Trovò, che è però andata oltre, formulando, appunto una proposta rivoluzionaria.

Fondimpresa: perché il finanziamento alla formazione non va considerato aiuto di Stato

Una proposta importante, basilare, atta a cambiare la vita di molte aziende e lavoratori: liberare il finanziamento alla formazione dal laccio dell’aiuto di Stato.

Annamaria Trovò ha testualmente detto che “è paradossale che il finanziamento della formazione continua sia equiparato ad aiuto di Stato, quando si tratta invece di investire risorse che derivano dalla contribuzione delle imprese. La normativa considera queste risorse, quando risultanti da partecipazione a bandi e avvisi, come aiuto di Stato, e quindi sottostanti alla normativa europea che limita la concessione degli aiuti di stato a un determinato livello economico oltre il quale le aziende non possono andare”.

Questo significa ci sono aziende che pur versando lo 0,30% di contributo e scegliendo di aderire ai fondi interprofessionali potrebbero trovarsi nell’impossibilità di utilizzare i fondi versati se superano un certo tetto di spesa relativo agli aiuti, come sgravi e incentivi, quindi non solo quelli per la formazione.

Nel caso delle imprese aderenti a Fondimpresa, contrariamente a quanto avviene per il Conto Formazione, gli Avvisi invece finanziano una formazione che viene oggi considerata aiuto di Stato.

Alla base di tutto c’è sempre il concetto che la formazione è un diritto soggettivo del lavoratore.
Ma deve essere vista anche come investimento per l’azienda, ancora di più in questo periodo storico in cui le grandi trasformazioni del digitale e della sostenibilità stanno impattando sulla trasformazione del lavoro e impongono uno sforzo corale di formazione e di reskilling.

Ecco perché Fondimpresa, ha detto Annamaria Trovò, porterà nelle sedi istituzionali la propria proposta.
E dai microfoni di Money.it, infatti, la vicepresidente di Fondimpresa ha indirizzato anche una indicazione al Ministro del Lavoro, Marina Calderone: abrogare il concetto di aiuti di stato al finanziamento della formazione e, conseguentemente, trovare regole certe per tutti i fondi interprofessionali.

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