FMI e WTO lanciano l’appello: restrizioni al commercio sono da allentare

Luca Fiore

24 Aprile 2020 - 18:42

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Le restrizioni al commercio rappresentano un freno all’uscita dalla crisi e minacciano di peggiorare la situazione in ambito sanitario. A dirlo sono il Fondo monetario e l’Organizzazione mondiale del Commercio.

FMI e WTO lanciano l’appello: restrizioni al commercio sono da allentare

Fondo Monetario Internazionale (IMF, International Monetary Fund) e Organizzazione mondiale del Commercio (WTO, World Trade Organization) insieme contro il Coronavirus.

Le due istituzioni oggi hanno lanciato un appello ai governi dei maggiori Paesi, leggasi Stati Uniti e Cina, per agevolare l’uscita dell’economia globale dalla crisi innescata dal Coronavirus.

Secondo quanto riportato in una nota congiunta, il Fondo monetario internazionale e l’Organizzazione mondiale del Commercio chiedono un allentamento delle restrizioni commerciali e uno stop a nuove misure in questo senso.

Fondo Monetario e WTO: rimuovere le misure protezionistiche

Stando ai dati diffusi oggi dall’istituto di Statistica olandese, dopo il -1,4% registrato nel primo mese dell’anno, il commercio globale a febbraio 2020 ha segnato un calo dell’1,5%. E, con il blocco economico imposto dalle misure di contenimento, la situazione è destinata a peggiorare.

In un simile contesto, dal Fondo Monetario e dal WTO arriva un invito a rimuovere gli ostacoli al commercio e a non imporne di nuovi.

“Chiediamo ai governi di astenersi dall’imporre o dall’intensificare restrizioni alle esportazioni e al commercio e di lavorare per rimuovere con prontezza le misure adottate da inizio anno”, riporta il comunicato elaborato dal fondo guidato da Kristalina Georgieva e dall’Organizzazione con a capo Roberto Azevedo.

Fondo Monetario e WTO: pericolo è di prolungare la crisi sanitaria

In particolare, riporta il comunicato congiunto di Fondo Monetario e WTO, le misure protezionistiche non devono essere adottate quando si parla di beni fondamentali come il materiale sanitario, i farmaci, i dispositivi di protezione e di ventilazione.

“Siamo preoccupati –continua la nota congiunta- dalle interruzioni alle forniture derivanti dal crescente uso delle restrizioni all’esportazione e di altri provvedimenti che finiscono per limitare il commercio di forniture mediche e alimentari «.

Le interruzioni delle catene di approvvigionamento e le criticità nei processi produttivi di materiale sanitario, “potrebbero prolungare e aggravare la crisi sanitaria ed economica» e gli effetti maggiori di questo processo sono destinati a vedersi nei Paesi più poveri e più vulnerabili”.

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