Fisco, Irpef progressiva e meno tasse sul lavoro: il piano di Draghi non prevede nuove imposte

Rosaria Imparato

10/02/2021

02/12/2022 - 15:01

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Fisco, si delinea il piano del Presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi: da un lato un’Irpef più progressiva, scaglionata in modo da non pesare sui ceti medi, dall’altro meno tasse sul lavoro. Tutto ciò senza aggiungere nuove tasse e combattendo l’evasione fiscale.

Fisco, Irpef progressiva e meno tasse sul lavoro: il piano di Draghi non prevede nuove imposte

Fisco, inizia a delinearsi la riforma fiscale che ha in mente Draghi: meno tasse sul lavoro e aliquote Irpef più progressive.

L’obiettivo è quello di abbassare la pressione fiscale che grava in particolar modo sui contribuenti con redditi medio bassi.

Il Presidente del Consiglio incaricato sta incontrando i vari gruppi parlamentari: nelle consultazioni Draghi avrebbe detto che le priorità sono due.

Da un lato, la rimodulazione delle aliquote e degli scaglioni, all’insegna della progressività dell’imposizione; dall’altro la lotta all’evasione fiscale. Tutto ciò senza prevedere nuove tasse o imposte.

Fisco, Irpef progressiva e meno tasse sul lavoro: il piano di Draghi non prevede nuove imposte

Su una cosa sono tutti d’accordo, per una volta: non ci saranno nuove tasse o imposte, nemmeno occulte. La riforma fiscale a cui pensa Draghi partirà da:

I sussidi rimarranno, ma allo stesso tempo bisognerà offrire nuove possibilità di occupazione potenziando gli investimenti e favorendo le imprese che sposano la transizione ambientale.

Carlo Cottarelli, al termine dell’audizione alla Camera dell’8 febbraio, ha espresso delle considerazioni in merito al bonus 100 euro, l’ex bonus Renzi, e ha affermato:

“Sarebbe bene rimpiazzare il famoso bonus prima di 80 e poi di 100 euro con un beneficio all’incirca equivalente, attraverso un’appropriata modifica delle aliquote effettive sui redditi da lavoro dipendente. Tra l’altro questo permetterebbe all’Istat di considerare questi 100 euro, che sono di fatto una detassazione, come una detassazione anche dal punto di vista statistico e non come una spesa, cosa che attualmente è inevitabile, viste le convenzioni statistiche europee.”

Il bonus 80 e 100 euro per Cottarelli fa apparire la pressione fiscale sul nostro paese più alta di quella che è.

Fisco, la riforma di Draghi: Irpef progressiva e addio flat tax

La priorità è partire dalla rimodulazione dell’Irpef e da lì sciogliere il bandolo della matassa. Attualmente l’Irpef è strutturata in 5 scaglioni a cui corrispondono altrettante aliquote.

Il prelievo parte dal 23%, e per i redditi oltre i 75.000 euro arriva al 43%. IL problema sta nel mezzo: fino a 28.000 euro si paga il 27%, oltre questa soglia c’è uno scatto di 11 punti percentuali, quindi l’aliquota sale al 38%.

Questo salto di 11 punti ha un duplice effetto negativo: il primo è la palese stangata sul ceto medio. Il secondo si manifesta in un disincentivo a lavorare di più, o messa in un altro modo, in un incentivo al lavoro nero.

Nel 1974 l’Irpef contava 32 scaglioni, con aliquote che andavano dal 10% al 72%: un sistema molto più progressivo di quello attuale. Una soluzione sarebbe introdurre un sesto scaglione e aggiungere degli “scalini”, con aliquote intermedie per i redditi da 28.000 a 40.000 e da 40.000 a 55.000.

Nel frattempo, visto che la riforma fiscale di Draghi punta sulla progressività, si fa sempre più consistente l’ipotesi di abolizione del regime forfettario.

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