Fattura falsa: cosa si rischia e come è punito il reato

Caterina Gastaldi

6 Febbraio 2023 - 09:55

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L’utilizzo di fatture false può comportar un reato di tipo tributario, oppure frode fiscale. Vediamo quali sono rischi della fatturazione falsa.

Fattura falsa: cosa si rischia e come è punito il reato

Utilizzare fatture false è un modo comune per evadere il fisco, così da dichiarare introiti inferiori e pagare meno tasse, o non pagarne proprio. Chi emette fatture false però corre una serie di rischi. Infatti questa pratica ha conseguenze sia amministrative, sia penali.

A seconda della tipologia di fattura falsa, se fatta per operazioni inesistenti o meno, o della entità delle somme falsificate, si ricade in casi differenti. Per esempio, sotto determinati valori il reato contestato sarà di tipo amministrativo-tributario, ma al suo superamento invece diventerà di tipo penale.

Vediamo di seguito tutte le eventualità, i diversi tipi di falsa fatturazione, e come riconoscerle e segnalarle a chi di dovere.

Cos’è una fattura falsa

Una fattura falsa sembra in tutto e per tutto una fattura normale, viene utilizzata per pagare le tasse in misura minore, oppure non per non pagarle completamente. Al suo interno infatti vengono inseriti dati fittizi, come indicazioni riguardanti l’Iva o il compenso maggiori rispetto a quelli reali.

Le fatture sono documenti con valore tributario, e la loro falsificazione rientra nella fattispecie della dichiarazione fraudolenta.

Falsità oggettiva e soggettiva delle fatture

Esistono due macro-tipologie di fatture false:

  • fattura falsa oggettiva: le operazioni riportate non sono mai state poste in essere, oppure sono avvenute a un prezzo inferiore di quello riportato;
  • fattura falsa soggettiva: le operazioni riportate, i corrispettivi riportati o l’Iva, sono avvenuti tra soggetti diversi rispetto a quelli riportati.

Come riconoscere una fattura falsa

Una fattura falsa viene considerata tale quando un ricade in uno dei seguenti casi. Questo significa che se le informazioni errate non sono presenti su un documento, ma solo segnate su file senza valore probatorio, non se ne deve tenere conto.

I casi sono i seguenti:

  • si tratta di una fattura emessa per operazioni mai avvenute, oppure avvenute solo in parte;
  • le indicazioni relative ai corrispettivi o l’Iva sono maggiori rispetto a quelle reali;
  • le indicazioni riguardanti i corrispettivi o l’Iva si riferiscono a soggetti diversi rispetto a quelli effettivi.

Quando si ricade in una di queste situazioni, il documento è da considerarsi falso.

Segnalare fatture false

Se ci si trova di fronte a un caso di sospetta falsa fatturazione, oppure viene richiesto da terzi, è possibile segnalare la situazione alle autorità competenti. Le opzioni, in questa situazione, sono due:

  • Guardia di Finanza, al numero 117, disponibile 24 ore su 24, oppure attraverso l’utilizzo dell’apposito modulo online, da consegnare di persona. In caso di reati gravi, in cui si ha bisogno di un intervento immediato, la Guardia di Finanza è la scelta più opportuna;
  • Agenzia delle Entrate, in casi meno gravi, come in situazioni dubbie, in necessità di un confronto per capire quali azioni intraprendere.

Nel caso si volesse denunciare per falsa fatturazione, bisognerà lasciare il proprio nome e dati. Non è più possibile lasciare denunce anonime, per evitare che queste vengano fatte al solo scopo di danneggiare aziende, e non con motivo. Si può effettivamente denunciare anonimamente, ma questa modalità non farà attivare in automatico i controlli previsti.

Falsa fatturazione: la responsabilità

L’utilizzatore della fattura falsa, ovvero chi la emette e registra, e chi la richiede, possono incorrere nelle stesse pene. Tuttavia, chi riceve una fattura falsa e non la utilizza, quindi non determina alcun indebito arricchimento dovuto alle minori imposte versate, tende a non essere considerato colpevole da parte della Cassazione.

In caso di non utilizzo della fattura falsa quindi, potrebbe venire contestata solo la mancata segnalazione alle autorità competenti.

Inoltre, anche in caso di utilizzo della fattura falsa, non è detto che il ricevente sia sempre in una situazione tale da permettergli di riconoscere il documento come falso. Per esempio, in una grande azienda con migliaia di dipendenti e collaboratori, non è detto che chi si occupa della contabilità abbia la possibilità di accedere a tutte le informazioni necessarie per riconoscere una fattura falsa da una reale.

Gli utilizzatori di fatture false, oltre ai procedimenti previsti, sono anche soggetti ad accertamenti fiscali, per poter calcolare l’entità di quanto evaso, e procedere con il recupero e la tassazione.

Falsa fatturazione: le conseguenze

Le conseguenze variano a seconda delle somme trattate:

  • sotto certi valori, il reato sarà di tipo amministrativo-tributario;
  • al di sopra di alcuni valori, diventa un reato penale;
  • in caso di fatturazione di operazioni inesistenti, indipendentemente dall’importo, scatta il reato penale. In questo caso si parla di una reclusione dai 18 mesi fino ai 6 anni.

Il decreto legge n.124/2019, detto anche Decreto Fiscale 2020, ha previsto delle pene più pesanti per i cosiddetti “grandi evasori”, con pene differenti per persone fisiche e aziende:

  • persone fisiche: se la somma evasa è inferiore a 100000,00 euro, allora è prevista una reclusione da 18 mesi a 6 anni, se è superiore allora si va da un minimo di 4 anni fino a un massimo di 8;
  • aziende: le sanzioni amministrative sono calcolate in virtù dell’applicazione della responsabilità amministrativa da reato. In questo caso è prevista una sanzione pecuniaria fino a 500 quote, dove ogni quota ha un valore compreso tra un minimo di 258,00 euro e un massimo di 1549,00.

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